Bologna, 21 gennaio 2020 - È vero, fa ancora tanta paura. Ma è vero anche che, oggi, il cancro non è più un nemico imbattibile. Perché, allora, non combatterlo con un lettino digitale, pronto a controbilanciare qualsiasi movimento del paziente per non perdere il bersaglio, cioè il tumore durante la radioterapia? Nessuna congettura, ma un progetto pronto a trasformarsi in realtà, e a migliorare le cure. Questo è l’obiettivo di ’Seguimi’, la nuova campagna lanciata dalla Fondazione Policlinico Sant’Orsola Onlus, assieme a Qn – Il Resto del Carlino, media partner del progetto: uno strumento altamente tecnologico di cui non dispone nessun altro centro in Italia, pronto a seguire ogni movimento per garantire l’efficacia maggiore. E perché "essere seguiti è ciò che ognuno di noi chiede all’ospedale, al medico, all’infermiere, quando stiamo male e abbiamo bisogno che qualcuno si prenda cura di noi", afferma il presidente della Fondazione Giacomo Faldella.
«La radioterapia, in 4 casi su 10, rimane ancora oggi indispensabile per la cura di numerosi tumori, anche pediatrici – spiega il direttore della Radioterapia del Sant’Orsola Alessio Morganti –. L’innovazione consente di erogare una terapia sempre più efficace, cercando di limitare i danni alle cellule sane e massimizzare l’efficacia contro il tumore: per questo motivo è necessario, infatti, che le radiazioni colpiscano con una precisione estrema, anche quando i movimenti possono far ‘perdere il bersaglio’, come nel caso dei bambini che difficilmente restano immobili. Per questo vorremmo abbinare all’acceleratore di ultima generazione, attivato da pochi mesi, un lettino digitale".
Un lettino che, grazie ad una serie di sensori e all’integrazione tra le immagini del paziente sdraiato in fase di erogazione del trattamento, e le immagini Tac di pianificazioni della terapia, permetterà sia di centrare automaticamente il fascio di radiazioni sul tumore con l’ausilio di guide laser, sia di mantenere la centratura anche a fronte di eventuali movimenti del paziente, grazie alla possibilità di effettuare conseguenti movimenti automatici. "Saremo i primi al mondo ad utilizzare questa combinazione innovativa – sostiene Lidia Strigari, direttore della Medicina fisica del Policlinico –. Sarà utile soprattutto per i pazienti pediatrici e per alcune forme particolarmente aggressive di leucemia mieloide e linfoide acuta, per cui è utile procedere sia nel bambino sia nell’adulto con la Total Body Irradiation assieme alla chemioterapia, per arrivare a eradicare le cellule maligne e facilitare così il trapianto necessario per guarire".
Infine, un piccolo accenno anche ai numeri. In un anno, infatti, il Reparto bolognese – che vanta collaborazioni sia nazionali, come l’università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e l’università Gabriele D’Annunzio di Chieti, sia internazionali come l’Howard University di Washington e la California University –, assicura la radioterapia a 1.573 pazienti, che vanno dai 2 agli 85 anni. Ognuno di loro effettua in media 26 sedute, della durata di 30 minuti ciascuna.