Bologna, 14 gennaio 2022 - Una pizza quattro stagioni? Quarantaseimila e cinquecento euro. Si, avete letto bene: 46.500 euro. Uno scherzo di cattivo gusto? No, un vero e proprio incubo quello che per alcuni giorni ha vissuto un professionista della città di 62 anni che si è visto, dopo l’ordine online attraverso una notissima piattaforma di consegne a domicilio (totalmente estranea alla vicenda), partire a sua insaputa dal suo conto corrente quel maxi bonifico a favore di un un esercizio di ristorazione ambulante della provincia di Caserta.
Denaro, però, che è stato salvato grazie alla denuncia del bolognese, attraverso l’avvocato Gabriele Bordoni, che ha portato al sequestro preventivo dell’intera somma e all’intervento dell’antifrode della banca. Tutto materiale che è finito sul tavolo del pm Luca Venturi dal quale è partita un’inchiesta per frode informatica che vedrebbe altri casi analoghi e potrebbe portare presto alle prime iscrizioni. Ma andiamo per ordine.
Pizza costosa
Bologna, siamo in piene vacanze natalizie e i clienti del servizio di delivery si sbizzarriscono nelle ordinazioni. Tra questi c’è anche un professionista della città che decide di farsi portare una pizza a casa, il tutto passando per una importante piattaforma di consegne a domicilio. Più facile di così... Detto, fatto. L’ordine dal telefonino parte, così il pagamento di qualche euro, come da listino, che avviene tramite la sua carta di credito ("ma senza indicare nessun riferimento della mia password", spiegherà l’uomo agli inquirenti) agganciata a una banca cittadina. Due gennaio: il 62enne cerca di accedere al suo conto online tramite la app dello smartphone, ma "il conto – si vede rispondere – è inaccessibile e in fase di manutenzione". Cosa strana, ma può succedere. Il giorno successivo perde pure il telefono e solo il 5 potrà accedere al suo conto corrente online. Ecco però che il mondo gli crolla addosso. Dal saldo mancano più di 40mila euro, per l’esattezza 46.500 che risultano usciti tramite un bonifico partito il 3 gennaio e in favore di un locale casertano.
Indagine
Cos’è accaduto? Se lo stanno chiedendo gli inquirenti, pronti a seguire la pista di quel denaro prontamente bloccato grazie al sequestro preventivo disposto dal gip Alberto Gamberini su richiesta della Procura, e tornato al legittimo proprietario due giorni fa. Secondo una recente scoperta segnalata dai ricercatori Yarix e raccontata inizialmente da Bloomberg, i clienti di un noto servizio di delivery potrebbero avere i propri dati e le proprie password esposti all’interno di un database in vendita sul dark web. Informazioni che sarebbero disponibili a chiunque sia pronto a pagare circa 80mila dollari. Addirittura decine di milioni di utenti da tutto il mondo, con nomi, password, Iban e altro.
L’allarme
Le truffe e frodi informatiche sono, purtroppo, all’ordine del giorno per gli uomini di Geo Ceccaroli della Polizia Postale. Ogni giorno ne arrivano una decina e di qualsiasi genere, con la pandemia e i suoi lockdown che hanno portato sempre più persone a fare uso dell’e-commerce. "Rendendo tutto – spiegava nei giorni scorsi al Carlino lo stesso dirigente della Postale – maggiormente vulnerabile". Quando utilizziamo i telefoni cellulari ispirati alla filosofia fast and easy (ogni applicazione agevola e velocizza le operazioni), tendiamo ad essere meno attenti.
"Se si aggiunge – così ancora l’esperto poliziotto – che spesso si usa il telefono in movimento, di fretta, è comprensibile si abbassi la guardia e si finisca per rispondere senza troppa attenzione quando si riceve un messaggio in cui si chiede di fornire dati (spesso bancari)". E con l’aumentare di chi utilizza lo smartphone personale anche per lavorare, fenomeni come ad esempio lo smishing (la truffa tramite sms) sta diventando una minaccia non solo per i singoli utenti ma anche per le aziende, che rappresentano un obiettivo ben più interessante per cybercriminali.