Alloggi alle donne che sono state vittime di violenze saranno messi a disposizione da Acer e MondoDonna. La sperimentazione è stata annunciata ieri, a pochi giorni dall’8 marzo, dal presidente di Acer, Alessandro Alberani, e dalla presidentessa dell’associazione MondoDonna Onlus Loretta Michelini e dalla sua dirigente dell’area differenze genere Giovanna Casciola. A disposizione delle donne interessate dal progetto saranno messi tre appartamenti di diverso tipo, fuori dal sistema Erp (non si toglie, dunque, nulla a chi è nelle graduatorie). Con l’introduzione del reddito di libertà, si darà l’opportunità alle donne che sono state vittime di abusi domestici negli ultimi anni di riacquistare la loro indipendenza sociale ed economica dopo la loro esperienza traumatica. Questa battaglia non può che essere facilitata dall’aggiunta di una casa momentanea dove donne con o senza figli potranno alloggiare in totale tranquillità e sicurezza.
"Le donne che escono da percorsi di violenza hanno bisogno di tempo e risorse per riallacciare i fili sociali ed economici che la violenza ha interrotto – spiega Michelini –. Molte donne sono costrette a lasciare la propria abitazione ed essere messe in protezione nelle case rifugio, abbandonando, per problemi legati alla sicurezza loro e dei loro figli, le relazioni lavorative e non. Questo accordo può fare la differenza tra farcela e non farcela, tra ricominciare a vivere oppure no". Il progetto che i due enti hanno deciso di intraprendere è altamente sperimentale e unico nel suo genere, tanto che non si esclude che esso possa servire da modello di riferimento per iniziative simili in un futuro prossimo, anche a livello nazionale. Gli alloggi che Acer si impegna a destinare, non appena ne avrà la disponibilità, saranno a canone ridotto e potranno essere occupati per circa tre anni, mentre MondoDonna fornirà alle vittime percorsi di riabilitazione. Tra i progetti che Alberani vorrebbe realizzare ci sarebbe anche quello di trovare un alloggio progettato per le persone con disabilità, per dare ulteriore speranza di autonomia e libertà anche alle donne disabili che non possono più vivere con la loro famiglia per ragioni di violenza fisica, psicologica oppure economica.
Già prima dell’ideazione di questo progetto, Acer ha sempre prestato molta attenzione al tema delle discriminazioni e delle violenze di genere. "Gli operatori non possono limitarsi a dare informazioni solo sulla casa in sé, ma devono anche comportarsi da ‘sportelli polifunzionali’, se necessario – ha sottolineato Alberani –, ed essere capaci di indirizzare chi ha bisogno alle realtà istituzionali competenti o al volontariato sociale adatto e disposto a prendere in carico la situazione"". Oltre ai programmi di riabilitazioni, MondoDonna collaborerà anche con ‘Chiama chiAMA’ per un ulteriore monitoraggio per la sicurezza delle beneficiarie.
Nicola Servillo