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Bologna, trasfusione no vax negata dal giudice: chi è il curatore del piccolo

Sarà la direttrice Gibertoni a firmare il consenso informato prima che avvenga l’operazione. La nomina della numero uno del Policlinico Sant'Orsola è stata decisa dal giudice di Modena

Chiara Gibertoni, direttrice generale del Policlinico Sant’Orsola

Chiara Gibertoni, direttrice generale del Policlinico Sant’Orsola

Bologna, 9 febbraio 2022 - "Se potessi avere di fronte i genitori del bambino non farei altro che abbracciarli e poi direi loro di stare tranquilli e di ascoltare quello che dicono i medici e soprattutto di fidarsi". Paola Montanari, 56 anni, è la presidente di Piccoli grandi cuori, l’associazione presente nei reparti di cardiologia e cardiochirurgia pediatrica e dell’età evolutiva del Sant’Orsola. I genitori del bimbo di 2 anni, in attesa di un intervento cardiochirurgico, si erano opposti alla possibilità di una trasfusione di sangue prelevato da una persona vaccinata contro il Covid.

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Ma ieri il giudice tutelare di Modena ha accolto il ricorso dell’ufficio legale del Sant’Orsola, nominando il direttore generale, Chiara Gibertoni, curatore speciale del bambino relativamente a questa vicenda: nel momento in cui ci sarà da firmare il consenso informato per l’operazione, potrà farlo lei. Da un lato c’è il riserbo della direzione dell’ospedale e dei medici sulla vicenda, dall’altro c’è l’incoraggiamento di una mamma che ha vissuto in prima persona l’esperienza che stanno affrontando i genitori del piccolo paziente della provincia di Modena.

"Ricordo che 27 anni fa, quando è nata mia figlia Elisa, la secondogenita, mi sono accorta subito che qualcosa non andava – spiega Montanari – e così da Carpi la bimba è stata trasferita prima alla neonatologia del Policlinico di Modena, poi qui al Sant’Orsola. E quando il professor Gaetano Gargiulo mi ha informato delle malformazioni cardiache e mi sono stati spiegati i passaggi dell’intervento, ho firmato i documenti necessari. La trasfusione? Sì è stata necessaria anche per mia figlia, ma non mi sono posta il problema, pensando prima alla sua sopravvivenza. È stata operata a un mese dalla nascita, poi l’anno dopo e di nuovo quando aveva 8 anni. Oggi si sottopone regolarmente ai controlli, si è laureata e lavora".

Nella cardiologia e cardiochirurgia pediatrica dell’Irccs Sant’Orsola ogni anno vengono visitati circa 9mila piccoli pazienti provenienti da tutto il Paese e si eseguono 350 interventi di cardiochirurgia.

Sotto le Due Torri c’è uno dei pochi centri cardiologico-cardiochirurgico in Italia a vantare la possibilità di seguire il paziente dalla diagnosi prenatale a tutta l’età adulta. Oggi l’80-85% dei bambini nati con cardiopatia congenita riesce a sopravvivere fino all’età adulta. Un risultato fino a poco tempo fa insperabile che porta il numero degli adulti nati con una cardiopatia, chiamati Guch (Grown up congenital heart), ad aumentare costantemente.

Alcuni non vaccinati, intanto, hanno segnalato di essere pronte a donare il sangue per il bimbo e diversi hanno telefonato direttamente al Sant’Orsola. Vincenzo De Angelis, direttore del Centro nazionale sangue, interviene per sottolineare che "il campione di sangue donato e trasfuso in ragione di un intervento chirurgico non si può scegliere, si deve procedere esclusivamente a una selezione in funzione della compatibilità del gruppo sanguigno.

Il sangue raccolto dalle donazioni è soggetto a controlli per escludere agenti infettivi, è quindi un farmaco e come tale possiamo solo rifiutare di essere curati e quindi di subire una trasfusione di sangue, ma non possiamo scegliere quale tipo di sangue vogliamo ricevere".

Il direttore precisa che "come autorità nazionale competente sul sangue, siamo stati informati dalla Regione Emilia-Romagna che era in atto questa discussione tra la famiglia del bambino e l’ospedale. La nostra posizione è che non c’è alcuna ragione per precludere l’uso del sangue delle persone vaccinate, anzi. Rispetto a quello dei non vaccinati o che non hanno contratto il Covid, è un sangue che ha il vantaggio di avere gli anticorpi".