Tre trapianti contemporaneamente nelle sale operatorie del Sant’Orsola: uno di cuore, uno di polmoni e un combinato di fegato-rene. Tutti gli organi provenienti da una donazione avvenuta, sempre al Policlinico, di tipo ’a cuore fermo’. Con questa donazione il Sant’Orsola si posiziona come primo centro in Italia per numero di trapianti di cuore a ’cuore fermo’. Un dato che conferma il primato nazionale – stabile ormai da anni – per numero di trapianti di cuore complessivo. In questi giorni superato il record raggiunto nel 2005: da gennaio a oggi ne sono già stati eseguiti 44, di cui otto pediatrici.
Da gennaio a ora sono stati eseguiti 111 trapianti di fegato, 102 di rene e 11 di polmone: dati superiori allo stesso periodo dello scorso anno, tanto che secondo le proiezioni il 2023 si dovrebbe chiudere con un netto incremento rispetto al totale registrato nel 2022.
Che cosa è il trapianto con ’donatore a cuore fermo’. Nella donazione di organi a scopo di trapianto da donatore deceduto, la certificazione della morte può essere effettuata con criteri neurologici, comunemente conosciuta come ’morte encefalica’, oppure può essere fatta con criteri cardiologici e in questo caso si parla di donazione a cuore fermo (DCD). Per questa procedura la legge italiana prevede un tempo di attesa e osservazione prima del prelievo degli organi di 20 minuti, contro i cinque della maggior parte degli altri paesi europei. La maggior parte dei trapianti è ancora oggi legata alle morti encefaliche, ma le donazioni DCD per organi come i reni, il fegato o i polmoni crescono anno dopo anno.
"Per il Sant’Orsola questo è un anno straordinario per tutte le tipologie di trapianto, l’asticella continua ad alzarsi giorno dopo giorno. Una conferma dell’impegno che abbiamo assunto diventando Irccs proprio in questo ambito – afferma Chiara Gibertoni, direttore generale del Policlinico –. Questo si traduce non solo in numeri che crescono anno dopo anno ma anche in competenza per applicare nuove procedure come quelle legate agli organi “a cuore fermo”. Un passo importante non solo a livello scientifico ma soprattutto per i pazienti in lista d’attesa, che potranno accedere a un numero sempre maggiore di organi".