FRANCESCO MORONI
Cronaca

Tozzi, cinquant’anni in una notte. Rosa

Il cantautore all’Unipol Arena con il tour conclusivo della carriera. "Grande affetto del pubblico. Suono quello che mi piace davvero" .

Tozzi, cinquant’anni in una notte. Rosa

Umberto Tozzi stasera a Casalecchio con l’Ensemble Symphony Orchestra

È possibile cantare cinquant’anni di carriera in una notte? Forse no, ma a Umberto Tozzi questo non importa. Lui, ne L’ultima notte rosa, ha messo tutto se stesso: un tour che va avanti da mesi e racchiude come uno scrigno addirittura 60 date, trenta in Italia e trenta all’estero, arrivato agli ultimi appuntamenti italiani. Più di 80 milioni di dischi venduti, oltre 2mila palcoscenici calcati in giro per il mondo, un amore unico per la musica. Il cantautore e chitarrista ha scelto Bologna per salutare la scena italiana, prima di continuare la tournée in giro per i continenti, e sarà all’Unipol Arena di Casalecchio questa sera (ore 21). Sarà accompagnato da un’orchestra di 21 elementi: l’Ensemble Symphony Orchestra.

Tozzi, che effetto le sta facendo il suo ultimo tour?

"È meraviglioso (ride, ndr). Sono molto, molto felice di come stia andando, mi rende contento. Sto incontrando un grande pubblico, entusiasta, partecipe, che a ogni data mostra un’energia speciale. La gente canta dall’inizio alla fine...".

Cinquant’anni di carriera racchiusi in un tour. Ma se dovesse racchiuderli in poche parole, quali userebbe?

"Ho avuto molta fortuna".

Tutto qua?

"Ho avuto molta fortuna perché una carriera è sicuramente fatta di talento, ma la componente della sorte è sempre fondamentale. Dagli incontri artistici che si fanno nella propria vita, alle produzioni più importanti. È stato tutto molto bello, magico, perché è proprio dagli incontri della vita che succedono le cose più belle. E la mia, come ho detto, è stata molto fortunata".

Se dovesse scegliere una canzone alla quale è particolarmente affezionato, quale sarebbe?

"Io non sono affezionato alle mie canzoni. Mi piacciono quando le suono, mi rendo conto che alcune sono forti, ma ho scritto anche canzoni molto brutte. E, naturalmente, durante i concerti, faccio solo quelle che mi piacciono davvero (ride di nuovo, ndr)".

La musica com’è cambiata, secondo lei, dal suo esordio a oggi?

"La musica è cambiata, e direi giustamente. Io sono nato in un’epoca d’oro, dove arrivava un artista nuovo ogni giorno dalle più svariate parti del mondo. Ho potuto ascoltare un repertorio di artisti incredibili, dai Beatles fino ai Coldplay oggi. Una musica segnata da artisti internazionali che hanno scritto la storia".

E i giorni nostri?

"Oggi la musica ha sicuramente una sua strada ed è giusto che sia così: noi abbiamo una cultura, e la musica di quei tempi ce la teniamo stretta nelle nostre playlist".

Con Bologna, invece, che rapporto ha?

"Ho vissuto due anni a Bologna, tra il ‘74 e il ‘75".

Un periodo florido?

"Sì, con tanti incontri di persone uniche e speciale. Potrei citare Gianni Morandi, chiaramente, ma non soltanto: c’è anche Vasco, così come tutti i grandi musicisti bolognesi. A Bologna si respira un bello spirito, affidabile, cordiale. Trasparente e divertente, aggiungerei anche. In quegli anni la città era bellissima, ma direi che tutta l’Italia lo era. Ho sempre conservato un gran bel ricordo di Bologna e torno davvero con piacere".