I vertici di Toyota hanno manifestato la propria volontà a proseguire il proprio percorso produttivo a Bologna. Ma è chiaro che esistono esigenze aziendali che non possono essere messe in stand by a tempo indeterminato: così, molto dipenderà dai tempi che impiegherà l’Autorità giudiziaria a riaprire lo stabilimento di Toyota Material Handling a Bargellino, teatro dell’incidente che lo scorso mercoledì è costato la vita a due lavoratori e ne ha feriti altri 11, per ora chiuso e in parte sotto sequestro per consentire rilievi e indagini sulla tragedia.
Questo il succo dell’incontro avvenuto ieri a Roma appunto tra i vertici di Toyota e il ministro del Lavoro, Marina Calderone, e il viceministro di Infrastrutture e trasporti, Galeazzo Bignami.
I rappresentanti di Toyota, a quanto si apprende, si sono impegnati a mantenere la propria attività produttiva in Italia e a riaprire appena possibile lo stabilimento del Bargellino, consapevoli, hanno sottolineato, dell’importanza dello stesso nell’assetto organizzativo di Toyota.
Ma lo stop del sito di via Persicetana Vecchia al Bargellino, la cui chiusura ha portato alla disposizione della cassa integrazione per tutti gli 850 dipendenti che vi lavoravano, ha effetti a catena anche su diversi altri stabilimenti che da questo dipendono. E dunque non può restare fermo troppo a lungo, anche se non sono emersi limiti di date.
A proposito dei dipendenti, Toyota ha fatto sapere che garantirà il 100% dello stipendio compresi ratei, anche per i lavoratori somministrati, e che metterà degli psicologi a sostegno dei lavoratori feriti o testimoni della tragedia e anche delle famiglie delle vittime.
f. o.