Bologna, 2 ottobre 2019 - Il ripieno dei tortellini dell’accoglienza, che vede la sostituzione della carne di maiale con quella di pollo, fa discutere ed è entrata nel dibattito politico. Creati per mettere a sedere persone che per le più svariate ragioni avevano bisogno di consumare una pietanza un po’ più light nel giorno di San Petronio, il santo patrono della città di Bologna, alla fine hanno acceso una sequela infinita di polemiche con il senatore e segretario nazionale della Lega Matteo Salvini che, in piena campagna elettorale per le prossime regionali umbre, da Terni ha fatto sentire la sua voce prendendosela con l’arcivescovo Zuppi.
IL COMMENTO Un ripieno di tradizione di Gabriele Canè - La Curia. "Zuppi non sapeva, ma è una fake news"
«È come dire che per rispetto il vino rosso in umbria deve essere fatto senza uva. vi rendete conto che stanno cercando di cancellare la nostra storia, la nostra cultura?». Una dichiarazione che non è stata affatto gradita dall’Arcidiocesi di Bologna, che nel pomeriggio ha risposto attraverso un comunicato stampa. «È sorprendente – si legge nella nota - che una fake news sia utilizzata per confondere bolognesi e italiani e tanto più che una normale regola di accoglienza e di riguardo verso gli invitati sia interpretata come offesa alla tradizione. Infatti la preoccupazione è che tutti possano partecipare alla festa, anche chi ha problemi o altre abitudini alimentari o motivi religiosi. Alcune polemiche e strumentalizzazioni non sono accettabili neanche in campagna elettorale.
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L’organizzazione ha previsto che accanto ai quintali di tortellini conformi alla ricetta depositata, siano preparati pochi chili senza maiale per chi non può mangiarne per diversi motivi». Nella nota si legge come il vescovo di Bologna, monsignor Zuppi, non era al corrente dell’iniziativa e «mai si sarebbe permesso di cambiare la ricetta del piatto tipico della città». L’iniziativa è partita dal Forum delle famiglie dell’Emilia Romagna che quest’anno si concentra sul tema accoglienza e ha individuato nel tortellino un simbolo. Da lì l’idea di guarnirlo con ripieno di pollo per una ricetta che non sostituisce quella classica, ma diventa un’alternativa per chi non può o non vuole consumare carni di maiale.
Le divisioni restano e tutte le posizioni partono dal presupposto che le tradizioni non si toccano. Il regista Pupi Avati è molto critico. «Anche se sono un fan del vescovo Zuppi, questa volta non sono affatto d’accordo con lui: il ripieno del tortellino deve essere rigorosamente di maiale che non si può abolire per una questione religiosa, mi sembra un tradimento delle peculiarità della nostra cucina e dei nostri sapori». Più possibilista è Romano Prodi. «Le nostre tradizioni sono di libertà, se Salvini dice che con la libertà si offendono le tradizioni... L’importante è che la variabile non sia obbligatoria».
Anche la realtà araba, una delle categorie a cui è rivolto il tortellino con il ripieno di pollo, ha opinioni opposte. Per Yassine Laframe, presidente dell’Unione comunità islamiche, la polemica è ridicola e quanto proposto va nella direzione di avvicinare le diverse comunità. L’associazione delle Comunità del mondo arabo in Italia, invece, sostiene come non si faccia integrazione con i tortellini, ma ognuno debba essere custode della propria cultura.