FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Tonino Lamborghini e la presunta figlia: “Cercano pubblicità, ma avranno solo noccioline”

L’imprenditore rompe il silenzio e passa al contrattacco dopo la causa di Flavia Borzone e della madre Rosalba Colosimo. “Non farò mai il test del Dna per principio. Io non ho paura di lottare, ma la famiglia non si tocca e loro me l’hanno rovinata”

Bologna, 20 giugno 2024 – Tonino Lamborghini non le manda a dire. A tre giorni dalla sentenza che ha assolto Flavia Borzone e condannato sua madre Rosalba Colosimo a una multa per diffamazione, l’erede del fondatore della Casa del Toro convoca la stampa nel Museo di Funo di Argelato per un infiammatissimo confronto-sfogo. In cui, con toni al limite dell’urbano, racconta la propria versione dei fatti. 

"Sono qui perché sono stanco che il mio nome e la mia famiglia vengano infangati (il termine è più colorito, ndr). La signorina Flavia è stata assolta perché la giudice ha ritenuto le sue parole riferite a una rivista e in tv non offensive, ma la verità è che queste erano state precedute da illecite pressioni e intromissioni nella mia vita privata”, attacca Lamborghini, affiancato dai suoi avvocati Mauro Bernardini e Guglielmo Chiussi. 

Flavia Borzone (a sinistra) e Tonino Lamborghini: la donna è a processo insieme alla madre
Flavia Borzone (a sinistra) e Tonino Lamborghini: la donna è a processo insieme alla madre

Le due donne nel 2019 rilasciarono interviste in cui sostenevano che la ragazza oggi 36enne fosse figlia di Tonino, nata dalla relazione di quest’ultimo con la Colosimo negli anni ‘80. In particolare, Borzone si appellava a Elettra Lamborghini, cantante e showgirl terzogenita dell’imprenditore, per “farle conoscere papà”.

La relazione con Colosimo non viene smentita da Lamborghini, che però la ridimensiona ad “amicizia caratterizzata da pochissimi e saltuari rapporti mentre lei era già sposata e io no”, e ribadisce: “Non mi sottoporrò al test del dna per principio. Flavia, a quel che ne so, non è figlia mia. Sta facendo tutto questo sperando in una futura eredità. Ma non s’immagini dei milioni, al massimo potrebbe avere qualche nocciolina, perché io devo pensare prima a mia moglie, ai miei cinque figli, ai miei affari. Lei agisce soprattutto spinta dalla sete di pubblicità. Non a caso si accosta sempre a Elettra, la più famosa dei miei figli – punge Tonino –. Vi rendete conto di cosa si fa per denaro? Si rinnega il padre che ti ha cresciuta, ti ha cambiato il pannolino, ti ha portato in vacanza, facendo dei sacrifici e risparmiando. E questo padre, poveretto, per denaro accetta pure di fare un test del dna che gli certifica le corna”. 

E via così: i toni restano concitati. Le “pressioni illecite” lamentate dall’imprenditore sarebbero nello specifico “una lettera che la signorina Flavia mandò a mia moglie nel 2015, in cui sosteneva di essere mia figlia, con toni molto irritanti. Poi, l’episodio di  febbraio 2019, quando mi salì in auto all’improvviso mentre me ne andavo dall’ufficio e mi rubò una bottiglietta d’acqua dopo che le negai la disponibilità a un test del dna. Dovette intervenire mio figlio Ferruccio per impedirle di fare una scenata. Lei registrò pure di nascosto la nostra conversazione, in cui dicevo che sua madre era una sciocca a impuntarsi su certe affermazioni”.

Dal punto di vista umano, Tonino racconta di “vivere male questa situazione, che disturba (anche qui il termine è più colorito, ndr) me e la mia famiglia. Io non ho paura di nessuno, ho combattuto tante battaglie nella vita, ma i miei figli no, soprattutto le più giovani che avevano appena 18 anni quando tutto è cominciato. Elettra è infuriata come una iena, Ginevra pure, che è battagliera. Se ora Borzone e Colosimo volessero mediare, io direi col piffero. Per principio”. 

Intanto a Napoli pende in appello il procedimento di disconoscimento di paternità da parte di Amedeo Borzone, ex marito di Rosalba, nei confronti di Flavia; invece nel 2021 il tribunale civile bolognese condannò madre e figlia a risarcire Lamborghini di 30mila euro (l’imprenditore rinunciò poi alla quota della trentaseienne, mentre alla madre, per quel debito, venne pignorata la casa) e a non rilasciare interviste o pubblicare dettagli sulla loro relazione. “Ma loro non danno retta”, sbotta lui. 

In realtà, si ricorda, una prova della paternità i legali delle due imputate dicono di averla: la cannuccia del frappè di Elettra, prelevata dall’immondizia da un investigatore privato e fatta analizzare, la cui saliva confermerebbe la condivisione di parte del dna tra lei e Flavia. “Ma quell’oggetto è stato reperito in modo irregolare e neppure si sa chi abbia davvero messo in bocca quella cannuccia: per quel che ne so io la saliva poteva essere di chiunque”, chiude Lamborghini. Che annuncia che si avvarrà “di tutti i mezzi legali disponibili” per provare la verità. Quale verità? “Che Flavia, a quel che so, non è mia figlia”.