
Ingenti le somme che, ogni anno, non vengono pagate per le prestazioni dai cittadini
Sette milioni di euro di ticket non riscossi in tre anni (dal 2021 al 2023). Il dato riguarda tutta la regione ma, per dare la misura di quanto anche nell’Ausl di Bologna il fenomeno sia preoccupante, basta il dato delle lettere di sollecito mediamente inviate ogni anno ai cittadini: 90mila. A quanto corrispondano in termini monetari, sia la Regione che l’Azienda Usl, ancora non sono in grado di fornire una risposta. E proprio per questo Marta Evangelisti, consigliere e presidente regionale del gruppo di Fratelli d’Italia ha inoltrato (il 6 febbraio) una nuova interrogazione alla giunta per la quale chiede una risposta (scritta) su di una serie di quesiti, tra questi, l’ammontare dei ticket non pagati negli anni che vanno dal 2020 al 2024 e quali "azioni intenda intraprendere per velocizzare il recupero delle somme".
Inoltrata anche una richiesta (il 10 marzo) per chiedere una specifica relativa ai cittadini non paganti: se residenti in regione o fuori; se italiani; dell’Unione europea oppure extracomunitari. Evangelisti sottolinea che "i numeri relativi ai mancati pagamenti sono allarmanti, risorse preziosissime che vengono a mancare nei bilanci delle aziende sanitarie". La questione delle risorse per la sanità pubblica, e del mantenimento di un’assistenza di qualità è dirimente e il presidente della Regione, Michele de Pascale l’ha indicata come priorità. Decidendo di applicare, dal 2 maggio, un ticket sui farmaci che andrà dai 2,20 euro a confezione con un massimo di 4 a ricetta. Su questo punto hanno espresso perplessità i medici di famiglia, ma anche i loro sindacati.
Sull’introduzione dei ticket, Evangelisti dichiara: "La sanità è oggi il simbolo del fallimento gestionale della Regione. Liste d’attesa interminabili, chiusura di punti nascita e un deficit strutturale che pesa gravemente su cittadini e personale sanitario. Il futuro dei Cau, resta incerto, con costi ancora sconosciuti. Ancora più grave è l’aumento del ticket sui farmaci, che ricorda il superticket di Errani da 24 milioni, ora si arriverà a circa 70 milioni: quasi il triplo. La maggioranza, prima di agire, avrebbe dovuto aprire un confronto serio e onesto su un tema cruciale che colpirà duramente le famiglie. Le esenzioni non basteranno a mitigare l’impatto di questa scelta: 2,20 euro a scatola è un vero colpo al cuore, penso soprattutto agli anziani costretti a cure continue e a un utilizzo costante di farmaci. Purtroppo, queste entrate non miglioreranno i servizi sanitari, come alcuni auspicano, ma serviranno solo a ripianare un buco di bilancio di 200 milioni, di cui nessuno nella maggioranza si assume la responsabilità".
Monica Raschi