GABRIELE TASSI
Cronaca

Terremoto Bologna, l'esperto. "Le sabbie della pianura Padana non ci proteggono"

Marco Savoia, docente dell’Alma Mater: "Il terreno morbido amplifica il sisma"

Marco Savoia, docente di tecnica delle costruzioni all’Alma Mater

Marco Savoia, docente di tecnica delle costruzioni all’Alma Mater

Bologna, 16 gennaio 2019 - Costruita al sicuro, sulle sabbie della pianura Padana, un ‘cuscino’ fra la città e il terremoto. Tutto da rivedere. «Fino a qualche tempo fa si credeva che i terreni alluvionali, esattamente come quello su cui sorge Bologna, fossero in grado di assorbire i movimenti e le rotture delle faglie sismiche, oggi si è scoperto che è esattamente il contrario». Marco Savoia, docente di tecnica delle costruzioni all’Alma Mater e presidente del Comitato tecnico scientifico della Regione in materia sismica, fa il punto della situazione.

LEGGI ANCHE L'esperto. "Stessa causa dell’Emilia nel 2012"

Come influisce sulle scosse quindi il terreno bolognese?

«Si è scoperto qualche anno fa che più il terreno è ‘deformabile’ – cioè morbido –, più il sisma viene amplificato, con una sorta di effetto fionda. L’intera pianura Padana come sappiamo è alluvionale, e uno strato abbastanza spesso riveste le faglie collocate a grande profondità».

LEGGI ANCHE La croce della chiesa di Sant'Isaia rischia di cadere

Quanto sono concrete quindi le probabilità di un nuovo terremoto?

«Quasi l’intera regione, come anche la città di Bologna, è classificata come zona sismica di livello 3, ovvero a rischio medio-basso, su una scala da 1 a 4, dove 1 rappresenta il massimo. Ciò vuol dire che l’area è soggetta a fenomeni di minore intensità, ma non è detto che la loro frequenza sia bassa».

Inevitabile ripensare al terremoto del 2012 in Emilia: se la regione è sostanzialmente ‘sicura’ dal punto di vista dei fenomeni sismici, come hanno fatto i danni a raggiungere tale portata?

«Innanzitutto dobbiamo pensare che le aree a basso rischio sismico sono sempre molto popolate; oltre a questo c’è una normativa antisismica, diventata obbligatoria in tutta la Regione solo dopo il 2008».

CHIESA_36268699_103138
CHIESA_36268699_103138

Questo cosa comporta?

«Fino a quell’anno solo nelle aree a rischio 2 - parte dell’Appennino e della Romagna sud-orientale - gli edifici venivano progettati all’origine seguendo criteri specifici. Questo fa si che praticamente tutta la pianura sia rimasta fuori e ora ci sono costruzioni di cui non si conosce il livello di sicurezza».

Con gli adeguamenti a che punto siamo?

«Dal 2010 sono diventati obbligatori per tutti gli edifici strategici, grazie a un piano decennale di adeguamento finanziato dalla Regione e dallo Stato».

Per i privati, se qualcuno volesse togliersi dei dubbi sulla sicurezza della propria casa?

«Il mio consiglio è quello di rivolgersi a un tecnico. Ci sono anche delle agevolazioni fiscali grazie al ‘Decreto sisma bonus’ che permettono a chi esegue lavori di adeguamento di recuperare fino all’80% della spesa».