Hanno negato e rigettato ogni responsabilità, ma la loro versione su quanto accaduto la notte tra giovedì e venerdì scorsi in via delle Belle Arti non deve avere convinto il giudice del tribunale per i minori, che ha deciso di convalidare il fermo per entrambi i quindicenni tunisini accusati di violenza sessuale in concorso ai danni di una trentaduenne, disponendo poi per loro la custodia cautelare in un istituto penale minorile. I ragazzini sono del resto già da tre giorni al centro di prima accoglienza del carcere del Pratello; prima, erano residenti nella comunità per minori non accompagnati di Villa Aldini.
Un passo indietro. I carabinieri della Stazione Bologna hanno eseguito il duplice fermo nei confronti dei due adolescenti incensurati dopo le indagini per il tentativo di stupro avvenuto attorno alle 3.30 del 29 settembre. Quando una trentaduenne italiana, che stava rientrando a casa, è stata assalita da due giovani sconosciuti tra via delle Belle Arti e via delle Moline. All’improvviso, uno dei ragazzini l’ha spinta a terra con violenza, mentre l’altro la teneva ferma per le mani. La donna è finita in una siepe, sparendo dalla vista di chi era in strada.
A quel punto, mentre uno la bloccava, l’altro tentava di abusare di lei. Ma le grida della vittima sono state udite da una ragazza, che è corsa verso di lei cercando di attirare l’attenzione di altri passanti. Vedendo sopraggiungere dei testimoni, gli aggressori si sono dileguati; ma uno dei due dopo poco è tornato indietro, fingendo indifferenza, forse per capire se fosse stato chiamato il 112. La vittima però l’ha subito riconosciuto e indicato ai suoi soccorritori: è scattato l’inseguimento, con un cittadino che gli ha scattato pure qualche foto. Decisive poi per le indagini dei carabinieri.
Grazie ai sistemi identificativi dell’Arma, alle testimonianze dei presenti e alle immagini registrate dalle telecamere del Comune, i militari già venerdì hanno potuto identificare i due presunti autori del reato. Elemento decisivo per l’accusa, i vestiti indossati dai due aggressori, tutti ritrovati (e sequestrati) nella stanza degli odierni indagati, a Villa Aldini. Comunità cui i ragazzini erano approdati da pochi giorni, dopo essere sbarcati a Lampedusa rispettivamente il 7 luglio e il 30 agosto scorsi. Uno dei due, quello che era tornato indietro per ’monitorare’ la situazione, risultava in carico a una comunità per minori del Palermitano, da cui era fuggito.
Federica Orlandi