Bologna, 8 gennaio 2024 - Tentato omicidio a Tolè, fermato un 55enne. Si tratta di Francesco Passalacqua, originario di Scalea, conosciuto alle cronache come il 'serial killer della Riviera dei Cedri’, già condannato all'ergastolo per tre delitti (vittime furono due pastori e un agricoltore) compiuti nel 1997 in Calabria, nell'area dell'Alto Tirreno cosentino. L'uomo è accusato di aver accoltellato all’addome e al braccio sinistro un agricoltore di 65 anni nel cortile di casa sua a Tolè. A quanto risulta, il 55enne si trovava in libertà vigilata e viveva da circa un anno in una comunità a Vedegheto, sempre sull'Appennino bolognese. In precedenza aveva abitato ad Argelato. L'aggressione sarebbe avvenuta senza motivo. Passalacqua è accusato oltre che di tentato omicidio, anche di porto abusivo di armi e violazione di domicilio.
I fatti risalgono all'alba di giovedì scorso. L'agricoltore si stava apprestando a prendersi cura degli animali da cortile che possiede con moglie e figlio quando, stando a quanto riferito dal 65enne, sarebbe stato avvicinato da uno sconosciuto, incappucciato, a bordo di una bicicletta, proprio nel cortile di casa e colpito con due fendenti. L’intruso avrebbe prima insultato l’agricoltore, poi gli avrebbe detto: "Ora vedi come ti ammazzo". Da qui sarebbe nata una violenta colluttazione finita poi con due coltellate. Una tragedia sfiorata grazie alla reazione del 65enne che era riuscito a difendersi, facendo allontanare l’aggressore e chiedendo aiuto alla moglie. L’agricoltore era stato poi soccorso dai sanitari del 118 e trasportato d’urgenza all'ospedale Maggiore di Bologna, dove è stato medicato e giudicato guaribile in trenta giorni. I carabinieri della Compagnia di Vergato erano subito accorsi sul posto unitamente ai Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche di Bologna per avviare le indagini confermando la versione della vittima, escludendo quindi l’azione come conseguenza di una tentata rapina o di un vecchio conto in sospeso tra i due soggetti che probabilmente non si erano mai visti prima di allora. I militari avevano ispezionato l’area in cui si erano verificati i fatti, una zona dell’Appennino bolognese frequentata dagli escursionisti che raggiungono la vicina “Cappella Alpina – Madonna della Neve, notando delle macchie ematiche e raccolto da terra una catenina e un crocifisso di metallo con un pelo attorcigliato che il 65enne aveva strappato dal collo del suo aggressore per evitare le coltellate che purtroppo lo hanno raggiunto lo stesso.
E durante la raccolta delle testimonianze di alcune persone che si trovavano nei paraggi, i militari avevano appreso che era stato avvistato un ciclista solitario che si stava aggirando con fare sospetto e che non era la prima volta che era stato visto in zona. I carabinieri, scavando più a fondo, hanno scoperto che si trattava di un 55enne calabrese, residente nella canonica di una Chiesa situata nelle vicinanze.
Dopo aver acquisito la fotografia del presunto autore, gli uomini dell'Arma l’hanno mostrata al 65enne che ha riconosciuto l’aggressore. A quel punto, i carabinieri della Compagnia di Vergato, del Nucleo Investigativo e dell’Aliquota di Primo Intervento di Bologna hanno raggiunto il 55enne su disposizione della Procura Repubblica di Bologna che ha emesso il fermo di indiziato, considerato il pericolo di fuga del sospettato, gravato da precedenti di polizia (omicidio volontario), indiziato di diversi incendi e sottoposto alla liberazione condizionale. Informato della situazione, l’uomo ha ammesso il fatto come contestato con spontanee dichiarazioni. E’ stato portato in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria.