L’ha afferrata alle spalle mentre si trovava alla guida, in autostrada. Ha cercato – secondo le accuse – di strozzarla stringendole gli abiti al collo e ha continuato a ‘tirare’ con una tale forza da strapparle i vestiti. Mentre l’amica, che sedeva accanto alla vittima, cercava di fermarlo, lui continuava a colpirla con pugni sulla testa per poi strapparle i capelli. Quando le due donne sono riuscite a uscire dal mezzo, l’aggressore ha spinto l’amica della vittima sulla carreggiata: solo per miracolo, in quel momento, non passava nessuno. La vittima della vicenda, avvenuta a inizio anno sull’autostrada, nei pressi di Bologna, è una 35enne modenese. La stessa ha sporto denuncia ai carabinieri per lesioni nei confronti dell’aggressore: un giovane conoscente. Nonostante la brutalità dei fatti, però, la Procura di Bologna ha chiesto l’archiviazione del fascicolo, poi accolta dal giudice di pace in funzione di Gip. Ma a lasciare perplessa la difesa della vittima sono le motivazioni alla base della richiesta di archiviazione. "La condotta dell’indagato, senza precedenti, si innesta in un contesto di forte emotività, generata a seguito di un estemporaneo scatto di umore avvenuto tra colleghi". Il fatto risulta di "particolare tenuità" si legge. La procura fa poi riferimento, nel chiedere l’archiviazione, al possibile pregiudizio nei confronti dell’indagato nel caso di prosecuzione del procedimento: "Il procedimento penale finirebbe con il pregiudicare in maniera eccessiva l’indagato in particolare nella prospettiva del pregiudizio per le situazioni soggettive, lavorative, familiari". Eppure quell’estemporaneo scatto di umore è costato alla ragazza oltre 40 giorni di prognosi, per le diverse escoriazioni ma anche lussazioni alla mandibola, per non parlare dell’aspetto psicologico. Ora il legale della 35enne ha depositato istanza di riapertura indagini. "Ho avuto male fisico per mesi, ma quello che ti lascia dentro non lo puoi spiegare. Ho paura a guidare sola, mi chiudo all’interno dell’auto. Sono amareggiata, delusa dalla giustizia. La violenza contro le donne è pane quotidiano, perché se anche denunci nessuno ti ascolta? Io non pretendo che mi restituiscano la serenità ma pretendo giustizia, quella sì".
Valentina Reggiani