FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Tensione alla Dozza, spedizione punitiva tra i detenuti. Aggrediti gli agenti

La situazione è degenerata quando le guardie sono intervenute per sedare la violenta rissa fra stranieri in attesa di giudizio. I poliziotti penitenziari, colpiti pugni e oggetti affilati, sono rimasti feriti.

Il carcere ’Rocco D’Amato’ ospita attualmente 840 detenuti

Il carcere ’Rocco D’Amato’ ospita attualmente 840 detenuti

Bologna, 20 agosto 2024 – Non una rivolta vera e propria, ma di certo un evento critico di portata non indifferente. È quello capitato ieri nel carcere della Dozza, dove una violenta lite tra detenuti – a quanto si apprende, nata da una sorta di spedizione punitiva avviata da un gruppetto di 5-6 tunisini nei confronti di un paio di gambiani, mirata a conquistare il predominio della sezione – è degenerata all’intervento degli agenti della polizia penitenziaria che sono entrati in azione per separarli, ed è sfociata in una mattinata di forte tensione.

Il bilancio è stato di tre agenti feriti e portati all’ospedale in ambulanza: uno di loro ha riportato un taglio piuttosto profondo alla schiena, inferto con una stampella di ferro, e gli sono stati strappati camicia e vestiti; un altro, centrato da un pugno, ha riportato contusioni al viso e in particolare su uno zigomo, mentre il terzo è stato colpito alle gambe con il manico di una scopa utilizzato come bastone. Le loro condizioni, comunque, non sono gravi. L’aggressione agli agenti però ha scatenato un parapiglia durato diversi minuti. E la tensione tra i carcerati è rimasta palpabile anche dopo che la questione era stata risolta e, in teoria, ripristinata la normalità.

È accaduto nella tarda mattinata, al secondo piano della casa circondariale Rocco D’Amato, nella sezione ’2B’: un reparto chiuso e piuttosto problematico, in cui sono rinchiusi detenuti in attesa di condanna definitiva e con forti disagi personali di diverso tipo. Sono quasi tutti nordafricani, ma di nazionalità diverse, cosa che alimenta anche le liti tra fazioni, soprattutto per questioni legate a debiti di gioco e di spaccio, che riescono a insinuarsi anche tra le sbarre del carcere.

In teoria, la permanenza nella sezione ’chiusa’ dovrebbe durare soltanto per un periodo predefinito, con i detenuti poi trasferiti nei reparti aperti; ma a causa del sovraffollamento pressoché costante del carcere cittadino, che attualmente ospita oltre 850 persone, circa il doppio rispetto alla propria capienza massima, spesso impedisce questo tipo di trasferimenti, per cui la permanenza al ’2B’ diventa a tempo indeterminato. Con tensione e malcontento che si accumulano, specialmente in estate, fino a diventare una miscela esplosiva. Gli episodi di violenza non sono nuovi in quella sezione, una delle più tese se non addirittura la più problematica in assoluto del piano Giudiziario della Dozza: risale a poco tempo fa una vera e propria spedizione punitiva organizzata da un gruppo di carcerati ai danni di un altro, picchiato a sangue.

Questa è del resto un’estate intensa all’interno della casa circondariale. I cui problemi sembrano non avere fine. Il 27 luglio si è tolto la vita impiccandosi in cella Lul Zim Musta, detto ’Luli’, albanese di 48 anni in attesa di giudizio per un tentato omicidio e in carcere da due mesi.

Nel marzo precedente era toccato a un’altra detenuta, 55enne, che aveva inalato gas dalla bomboletta per cucinare.

Poi ancora, troppi sono stati i tentativi, tutti fortunatamente interrotti da agenti della penitenziaria: l’ultimo il 9 agosto scorso, con una 45enne romena salvata dalle richieste d’aiuto delle compagne di cella prima che fosse troppo tardi.