CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Tensione a Bologna. Nuove scuole e tram. Guerriglia al cantiere per salvare gli alberi

Scontri tra forze di polizia e attivisti nel giorno dell’abbattimento. Una ventina i feriti, quattro denunciati tra i manifestanti. Il sindaco Lepore: "Impedire un’opera pubblica è un reato grave".

Tensione a Bologna. Nuove scuole e tram. Guerriglia al cantiere per salvare gli alberi

Tensione a Bologna. Nuove scuole e tram. Guerriglia al cantiere per salvare gli alberi

e Francesco Moroni

Il rumore delle motoseghe si confonde con quello dei sassi contro gli scudi antisommossa e delle manganellate. E il parco Don Bosco di Bologna diventa un campo di battaglia. Il bollettino degli scontri di ieri segna una ventina di feriti (non in gravi condizioni), altrettanti identificati e quattro denunciati tra gli antagonisti, due per resistenza aggravata a pubblico ufficiale (per la questura un ragazzo ha sferrato un pugno a un agente, una ragazza uno schiaffo) e due per non aver fornito le generalità.

Da una parte il comitato delle Scuole Besta guida un plotone di 60-70 persone: famiglie, giovani, anziani, studenti, frange anarchiche e dei collettivi, un mare magnum spinto dalla stessa forza motrice, cioè bloccare a ogni costo le operazioni di abbattimento del verde per fare largo al cantiere del futuro tram e al progetto di una nuova scuola, finanziati con i fondi del Pnrr. Dall’altra un cordone di dozzine e dozzine di agenti di polizia e carabinieri in tenuta antisommossa, insieme con la Digos: un muro chiamato a presidiare il cantiere per consentire il prosieguo dei lavori e il disboscamento. Tutto intorno alberi tranciati, recinzioni usate come armi e rami usati come barricate, i mezzi del 118 chiamati per assistere i feriti (undici tra le forze dell’ordine secondo la questura, 7-8 tra i rivoltosi), cittadini a spasso con il cane, ma anche i bambini in cortile per la ricreazione e i ragazzi delle medie impegnati a svolgere la prova d’esame.

Il clima di agitazione si era acceso già giovedì, ma senza scontri. Ieri invece, fin dalle 6 di mattina, una tensione palpabile ha invaso il parco ai piedi della sede della Regione. Gli operai delle ditte incaricate sono arrivati di buon mattino per portare avanti l’abbattimento degli alberi tra il parco, il terrapieno di confine e la carreggiata che ospiterà i binari della tramvia: ad attenderli c’erano i manifestanti in gruppo, che fin da subito hanno provato a bloccare le operazioni. La violenza è scoppiata in particolare quando un ragazzo è salito su un albero per immolarsi nel tentativo di bloccarne l’abbattimento. Le forze dell’ordine sono allora intervenute prima invitandolo a scendere, poi agendo con la forza per tirarlo giù. È allora che sono partite le cariche e gli scontri, con i primi contusi e i primi due ragazzi fermati, identificati e portati in questura (poi rilasciati).

Ma l’escalation non si è fermata e all’attivista salito sull’albero ne ha fatto seguito un altro poco più avanti. Sono continuati scontri e cariche, in un caos che ha messo a rischio il regolare svolgimento del lavoro degli operai e la sicurezza di tutti, alimentato anche dalla conformazione particolare dell’area verde.

"Ai poliziotti aggrediti va tutta la mia solidarietà – dice Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno –. A fronte di una situazione molto complessa, hanno saputo gestire con grande equilibrio e professionalità l’inqualificabile violenza dei manifestanti". Gli fa eco Antonio Sbordone, questore di Bologna: "Ci tengo a dire che le forze di polizia hanno avuto un atteggiamento molto equilibrato, deciso, ma composto".

Alla fine della mattinata, tutta la cinta di alberi tra il parco e l’asfalto è stata abbattuta. Le forze dell’ordine hanno continuato a pattugliare la zona fino a che gli operai non hanno smobilitato mezzi e attrezzi, al pari degli attivisti, rimasti in presidio tra slogan e cori per tutto il tempo. La questura comunica che anche altri manifestanti verranno via via identificati e non si escludono ulteriori azioni nei loro confronti.

"Questa è una battaglia politica: il sindaco deve venire qui a vedere la situazione di persona", aggiunge un altro dal comitato.

La risposta di Matteo Lepore è arrivata: "Occupare un cantiere e fermare un’opera pubblica è un reato molto grave. Dispiace sempre quando si arriva a dei momenti di tensione, ma non siamo di fronte ad una situazione ordinaria e normale". Va ricordato anche che, al momento, il dialogo tra comitato e Comune è fermo, mentre il centrodestra attacca il sindaco, colpevole di "non assumersi le responsabilità". E per oggi si attendono nuove tensioni: il comitato ha annunciato un presidio già dalle 6.30.