Una mostra per far conoscere una delle pagine più terribili della nostra storia: le stragi nazifasciste commesse durante la Guerra di Liberazione dal 1943 al 1945. Un’esposizione di documenti scritti e fotografici, videofilmati, testimonianze orali e schede storiche che si propone di illustrare in modo semplice e diretto i crimini nazifascisti compiuti in Italia e all’estero sulla popolazione civile e sui militari italiani nell’imminenza e dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.
La mostra, organizzata dallo Stato Maggiore della Difesa e curata dal procuratore generale militare Marco De Paolis, con l’Alto patronato del Presidente della Repubblica, sarà inaugurata domani a Palazzo d’Accursio e durerà fino al 26 maggio. Un appuntamento ancora più di attualità vista l’imminente celebrazione del 25 aprile. Fra le stragi documentate, ovviamente, c’è anche quella di Monte Sole, a Marzabotto.
"La mostra è nata nel 2021 – spiega De Paolis – poi è diventata itinerante e ha già toccato otto città. Ora arriva a Bologna e questa è una tappa molto importante".
L’esposizione è divisa in quattro sezioni tematiche molto interessanti: i crimini di guerra sui militari, i deportati, i crimini di guerra sulla popolazione, i processi dal dopoguerra a oggi. Il tutto corredato appunto da pannelli grafici, postazioni video interattive, schede sulle stragi, immagini e documenti storici.
"Un dato poco noto – aggiunge De Paolis – riguarda ad esempio il numero dei militari uccisi, che furono ben 60mila, come prigionieri di guerra e nei campi di sterminio o anche nei teatri del conflitto, come Cefalonia. Si tratta di vicende a volte dimenticate a volte sottovalutate. Un altro esempio: al sud ci furono 2.600 vittime in più di mille episodi, concentrati in soli tre mesi di occupazione. Di solito si tende ad associare la Guerra di Liberazione al centro-nord, dove durò quasi due anni, ma anche il sud ebbe le sue vittime".
Nella mostra ci sono anche documenti e immagini che provengono dai fascicoli giudiziari di cui si è occupato De Paolis in prima persona, dagli archivi militari e dalla ricerca storica compiuta dall’Istituto Parri di Milano.
"Quanto è nata la mostra non c’erano le guerre in Ucraina o a Gaza – conclude De Paolis –, ma questi temi sono purtroppo sempre presenti perché i conflitti bellici non sono mai terminati. In questo contesto storico questa mostra ha un’importanza ulteriore, perché parla di cose che sembravano lontane da noi e invece sono drammaticamente attuali".
L’esposizione sarà aperta al pubblico da lunedì al sabato dalle 8,30 alle 18,30 e domenica dalle 10 alle 18,30.
Gilberto Dondi