Continua la protesta degli studenti che hanno piantato le tende davanti al rettorato contro il caro-affitti. Ma oltre al collettivo ‘Cambiare rotta’, ieri anche il Cua (Collettivo universitario autonomo) ha rilanciato la protesta con un “camping al 38 (di via Zamboni, ndr) occupato" con lo slogan "Vogliamo case belle". Il sindaco Matteo Lepore parla di "notizia molto attesa" quella dello sblocco dei 660 milioni di euro per nuovi posti letto in alloggi o residenze per studenti, ma auspica che "questi soldi vengano utilizzati per nuove strutture ma anche per far entrare nelle residenze gli studenti che hanno meno possibilità e non solo darli agli studentanti privati che speculano sulla vita dei ragazzi".
Abbracciano la protesta degli studenti, sia la Cgil con una delegazione della Camera del lavoro, guidata dal segretario Michele Bulgarelli, e dal numero uno del sindacato inquilini (Sunia) Francesco Rienzi, che ha incontrato gli universitari ‘attendati’, sia Potere al popolo.
"Il governo dia risposte. L’emergenza abitativa è da tempo insostenibile. Lo è per gli studenti, in particolare per i 39mila fuorisede dell’Ateneo. Lo è per lavoratrici e lavoratori che non riescono più a trovare soluzioni alloggiative a canone calmierato", la posizione della Cgil.
"Da anni puntiamo il dito su uno dei grandi problemi che si nascondono dietri i lustrini della ‘Grande Bologna’: il prezzo alle stelle delle stanze per studenti, che contribuisce a portare verso l’alto gli affitti per tutti. A Bologna abbiamo indicato anche una soluzione: le grandi aree ex militari ora passate al demanio. L’abbiamo fatto già nel luglio 2021 aprendo simbolicamente per un giorno la ex caserma Sani, più volte sgomberata da progetti sociali per essere lasciata alla rovina", le parole della leader di Pap, Marta Collot.