Bologna, 23 agosto 2023 – Da tempo ormai sono scomparse in città le red telephone box , cabine telefoniche rosse che ricordano le classiche londinesi. Per anni sono state punto di riferimento fondamentale per la comunità, che non aveva altro modo per mettersi in contatto con persone lontane.
Con la progressiva diffusione dei cellulari hanno perso la loro funzione primaria, e quindi, nonostante fossero diventate un simbolo, in città non se ne vedono più. Qualcosa rimane in provincia, in alcuni Comuni ancora si trovano, ma da maggio sono anche loro a rischio smantellamento, insieme a moltissimi telefoni pubblici attivi presenti sul territorio cittadino. Agcom ha infatti dato il via libera alla rimozione in tutta Italia dei presidi telefonici pubblici, dopo una consultazione che ha messo d’accordo tutti gli operatori. La decisione rientra inoltre nell’attuazione della direttiva europea 2018/1972, che prevede la modernizzazione delle telecomunicazioni interne all’Unione europea.
Tim non è quindi più obbligata a garantire il servizio, e può iniziare gradualmente a dismettere le postazioni. Dovranno restare soltanto quelle all’interno di ospedali, nelle caserme senza segnale mobile e nelle carceri, in cui ancora svolgono un ruolo sociale, oltre che nei luoghi in cui non c’è copertura di rete.
A Bologna restano ad oggi 155 telefoni pubblici stradali attivi, sparsi per tutta la città.
Prima della delibera di maggio era possibile contestare la rimozione, negli anni è accaduto più volte. D’ora in poi invece l’azienda potrà dismettere le postazioni senza che ci sia possibilità di opporsi; sarà tuttavia necessario verificare che le zone di rimozione non siano isolate, e si garantirà inoltre piena informazione sugli interventi. Tim sta attualmente definendo lo scenario di evoluzione dell’attività di dismissione, ancora non c’è certezza riguardo le tempistiche e le modalità, ma l’intento è quello di iniziare a rimuovere gli impianti pubblici telefonici della città.