MASSIMO SELLERI
Cronaca

Te Deum, il cardinale Zuppi: "Difendere sempre la vita"

L’arcivescovo parla di integrazione: "Dare fiducia e speranza, accogliere i più deboli"

Il cardinale Matteo Zuppi

Il cardinale Matteo Zuppi

Dare un cuore umano alla città è il compito che il cardinale Matteo Zuppi assegna a tutti i bolognesi durante il Te Deum, la preghiera che si recita il 31 dicembre dove si ringrazia per le grazie ricevute nell’anno che si è appena concluso e si disegnano le linee per il domani.

"Dare cuore alla città – ha spiegato l’Arcivescovo – significa avere uno sguardo amabile, pieno di benevolenza. Così come è importante ospitare e difendere la vita attraverso l’integrazione, dando fiducia e speranza a chi mette in pericolo la sua esistenza per arrivare qui, attraverso l’accoglienza e la difesa dei più deboli o fornire condizioni possibili agli studenti. Significa anche dare casa a chi non ce l’ha, dare a chi potrebbe uscire dal carcere, e non sa dove andare, un indirizzo e poi dare a chi ha lavoro, ma è sempre considerato straniero, la dignità".

Chiaramente questo 2025 si inserisce nel Giubileo della speranza, un lungo percorso di cambiamento per dare una prospettiva di futuro a chi fatica ad avere uno sguardo che vada oltre l’oggi. "Non cerchiamo oroscopi fantastici sull’avvenire ma il futuro che Gesù ci ha mostrato e che possiamo scorgere negli infiniti riflessi dell’amore che sono già presenti e le tante possibilità che abbiamo e che sono un talento e una responsabilità".

Nella giornata di ieri il porporato ha presieduto anche la messa per la 58sima giornata mondiale della pace. "Dobbiamo recuperare la consapevolezza – conclude Zuppi - di quanto può essere distruttiva la guerra e delle conseguenze che può avere. Quando si riempiono gli arsenali si svuotano i granai e questa è una verità che non possiamo dimenticare perché la fame è la diretta conseguenza dei conflitti. Dobbiamo abbandonare la pretesa di essere gli unici a dettare le condizioni della pace attraverso la forza, ma va recuperato il dialogo abbandonando le convinzioni nazionali".