PAOLO ROSATO
Cronaca

Taxi, ricorsi e sciopero. Atti depositati al Tar. C’è lo stop al servizio lunedì 23 settembre

Mobilitazione in concomitanza dell’apertura del Cersaie in Fiera. Il documento con il riepilogo delle ragioni della lunga protesta. "Colpa del Comune se siamo arrivati a questo punto. E non è finita"

Taxi, ricorsi e sciopero. Atti depositati al Tar. C’è lo stop al servizio lunedì 23 settembre

Mobilitazione in concomitanza dell’apertura del Cersaie in Fiera. Ieri il documento con il riepilogo delle ragioni della lunga protesta. "Colpa del Comune se siamo arrivati a questo punto. E non è finita".

Bologna, 12 settembre 2024 – "Nonostante gli incontri e le discussioni, il Comune ha deciso di procedere unilateralmente senza confrontarsi con i tassisti". Le associazioni di categoria (Confartigianato Taxi, Cna Fita Taxi, Uiltrasporti, Unica Taxi Cgil e Uritaxi) hanno ieri reiterato il loro grido di protesta per quella che, sostengono loro, sarebbe un’azione deliberatamente ostile da parte del Comune. Un comunicato ha infatti confermato il ricorso delle cinque sigle – Ascom Taxi ricorrerà con un atto diverso – al Tar contro Palazzo d’Accursio, per la pubblicazione del bando che tra le altre cose aumenta il numero di licenze (ma non è questo il motivo di scontro), e definendolo sia l’unica via percorribile, sia il possibile primo passo di una battaglia legale più estesa. In più, le stesse categorie hanno proclamato uno sciopero (ieri la comunicazione controfirmata alla commissione di garanzia romana) che si terrà il 23 settembre (dalle 8 alle 22), nel giorno dell’avvio in Fiera del Cersaie.

Le sigle hanno segnalato di chiedere "da anni" di affrontare vari temi, dal miglioramento del servizio (turni, orari, riposi) ai problemi di viabilità. Si era arrivati a un "quadro di interventi ritenuto lecito e corretto dallo stesso Comune, poi disatteso e completamente stravolto senza preavviso, e comunicato attraverso una conferenza stampa a cui le rappresentanze non sono state nemmeno invitate", è la precisazione dei ricorrenti. Premesso allora che "nascondersi dietro un parere dell’Autorità dei trasporti, obbligatorio ma non vincolante, non riduce la responsabilità del Comune", le auto bianche hanno ribadito che "l’aumento delle licenze non è stato contestato nel numero di titoli da emettere, ma da solo non risolve i problemi". Sul valore delle licenze c’è invece, come noto, la critica maggiore da parte delle sigle. "Il Comune ha deciso di emettere nuovi titoli con un valore variabile tra i 90 e i 150mila euro. Tuttavia, il decreto Asset specificava che un Comune, per intervenire sull’organico in base a questo decreto, avrebbe dovuto applicare i valori medi di riferimento delle compravendite di attività taxi sul territorio. Questo valore medio era stato stimato dal Comune stesso in 217.000 euro", dopo aver consultato l’Agenzia delle entrate. Capitolo tariffe. L’ultimo adeguamento "risale al 2018, mentre i costi d’esercizio sono aumentati di oltre il 20%. Il processo di aggiornamento delle tariffe, avviato nel 2022, doveva essere concluso entro marzo 2023". Ma, in ogni caso, "l’obiettivo è quello di rivedere il bando per correggere gli errori e possibilmente riprendere un dialogo costruttivo con il Comune. Per questo si è cercata una soluzione mediata chiedendo un incontro, ma la risposta è arrivata con estremo ritardo".

I tassisti hanno anche ricordato nel loro documento, all’amministrazione, che i troppi lavori in città rendono "difficile svolgere l’attività di trasporto in modo efficiente", visto che "la lentezza del traffico influisce sui costi e sulla capacità di soddisfare la domanda", ma ci sono anche altre questioni. Ad esempio, rincarano le associazioni, "il telecontrollo a distanza dei tassisti è ritenuto illegale, tant’è che non avvilene per nessun lavoratore del Comune", così come "non si possono pretendere servizi in zone pericolose della città senza garantire livelli minimi di sicurezza" per gli operatori.