Minerbio (Bologna), 26 ottobre 2018 – Una cartella della Tari da 1,1 milioni di euro. Tanto il Comune di Minerbio chiede alla Renner, multinazionale delle vernici con oltre 300 dipendenti nel Bolognese. Eppure, l'azienda fino all'anno scorso spendeva per la tassa rifiuti appena 15mila euro circa.
“Nel 2013 - spiega la Renner - il Comune di Minerbio ha accertato le superfici tassabili e definito un importo tra i 15 e i 18.000 euro annui che abbiamo sempre pagato”. La mega tariffa nasce la primavera di quest'anno, quando un addetto della società di verifica e riscossione della onlus bresciana Fraternità Sistemi Is Scs si presenta in azienda, ma non viene fatto entrare.
Dato che quest'ultimo non ha potuto verificare l’effettiva superficie, spiegano dal Comune di Minerbio, è stato applicato il massimale di sanzione e interessi di mora per gli anni dal 2012 al 2018, come previsto dalla legge. Ossia 1,1 milioni, di cui 570mila di sanzione. “Una pretesa palesemente illegittima – dicono dalla società –, dal momento che l’azienda ha sistematicamente corrisposto quanto definito e richiesto dal Comune. Renner Italia provvede tra l’altro a smaltire tutti i rifiuti in proprio, affidandosi da sempre a società specializzate. Cioè, senza gravare sul servizio pubblico”.
Minganti: "L'azienda non permette verifiche, cosa nasconde?". La Renner non esclude vie legali
Il sindaco del Comune di Minerbio, Lorenzo Minganti, parlando alla Dire risponde così alle critiche mosse dalla Renner. "Perché negano l'accesso? Hanno qualcosa da nascondere?", non arretra Minganti, piantando bene i gomiti sul tavolo per il braccio di ferro con l'azienda di vernici. La Renner aveva 'denunciato' ieri l'avviso ricevuto dall'Unione Terre di Pianura, secondo il quale l'azienda rischia di pagare 1,1 milioni di euro di Tari, metà per sanzioni e metà per applicazione della tariffa.
"Una pretesa palesemente illegittima", l'ha definita l'azienda, che afferma di aver sempre pagato con regolarità i bollettini e che parla di un calcolo "in palese spregio del regolamento comunale per la determinazione della Tari". Il sindaco però non ci sta. "Abbiamo sempre aiutato Renner - dice Minganti- considerandola un'eccellenza del nostro territorio. Per evitare di pagare una salata sanzione, basta che facciano accedere i nostri accertatori ai loro capannoni. Perché negano l'accesso? Trovo inspiegabile questo comportamento, hanno forse qualcosa da nascondere? Se sono in regola basta che prestino collaborazione e ogni cosa si chiarirà. Non vorrei che questo comportamento reticente derivi dal fatto di essere stati evasori totali in passato, ma questo atteggiamento non può che peggiorare la situazione. Aggiungo che di tanti accertamenti effettuati nelle aziende le territorio, questa è la prima volta che andiamo a sbattere contro un atteggiamento così ostile".
Dopo le dichiarazioni incrociate a mezzo stampa, lo scontro diventa frontale sui social network, sul profilo Facebook della stessa impresa. E la Renner arriva a non escludere le vie legali, minacciando di fatto querela contro il sindaco. "Che Renner Italia abbia qualcosa da nascondere è inconfutabilmente falso - attacca l'azienda - di questa e di altre affermazioni lesive dell'immagine del nostro marchio, apprezzato in tutto il mondo, il primo cittadino sarà chiamato a rispondere nelle sedi competenti".