
Dopo trent’anni la Warner ristampa, in edizione da collezionisti, il leggendario disco del 1994 firmato da Neffa, Deda e Dj Gruff
Sono storie di strada, spezzoni di vita quotidiana, frammenti che hanno il sapore di un documentario fatto di immagini in presa diretta. Poesia urbana, rime che si incastrano alla perfezione, suoni che citano la grande tradizione della musica afro americana. Tutto questo ha contribuito a creare un alone di vera leggenda intorno al primo (e unico) album dei Sangue Misto, la formazione bolognese composta da Neffa, Deda e DJ Gruff, che con quel lavoro ha cambiato per sempre la percezione del fare hip hop in Italia. Era il 1994 e i tre giovanissimi artisti, fortemente legati all’esperienza dell’Isola nel Kantiere, il centro sociale occupato sul retro dell’allora in perenne ristrutturazione Arena del Sole, pubblicarono ‘SxM’. Il lavoro nasceva dalle suggestioni di un gruppo, l’Isola Posse All Stars, che aveva infiammato tante notti cittadine a base di rap, finendo persino sul palco della seguitissima trasmissione di Rai 3 condotta da Serena Dandini Avanzi. Erano anni turbolenti e molto creativi, Bologna era uscita dall’incubo della Uno Bianca, tragedia che Isola Posse aveva raccontato nel disco ’Stop al Panico’, ed era diventata la città laboratorio per la scena rap nazionale, attirando l’attenzione di intellettuali e anche delle multinazionali discografiche.
Così la Sony, con un accordo all’epoca considerato impensabile, propose all’etichetta Century Vox, espressione proprio dell’esperienza dell’Isola, un contratto di distribuzione che suscitò scalpore e polemiche profonde all’interno dell’area più politicizza del movimento. Ed è proprio una multinazionale, la Warner a pubblicare, a trent’anni dall’uscita, una nuova ristampa di un disco, allora prodotto da Century Vox e diventato oggetto di culto tra i collezionisti, conteso a cifre che superano i 400 euro per copia. Così l’epopea di ‘SxM’, che ha influenzato molto hip hop nazionale, dai Club Dogo che pubblicarono una versione di Cani Sciolti, uno dei brani del disco, alla citazione in ’Applausi per Fibra’ di Fabri Fibra, è nuovamente disponibile per un pubblico che in buona parte nel 1994 non era nemmeno nato e che si è formato declamando rime che hanno fatto la storia del nostro rap. Basta pensare all’incipit di ’Lo straniero’, che recitava "Io quando andavo da scuola da bambino la gente per la strada mi chiamava marocchino Terrone. Muto! Torna un po’ da dove sei venuto! E questa è la prima roba che ho imparato in assoluto"
Nel frattempo, in questi tre decenni, i componenti originali del gruppo hanno tutti conquistato, se pure in maniera molto diversa, uno spazio nel panorama sonoro. Da Neffa che è uno dei protagonisti del pop italiano, a Deda e DJ Gruff, che hanno intrapreso (in realtà Gruff lo era già) con successo la carriera di dj e hanno sempre rifiutato ogni offerta per autocelebrarsi in una riunione, nonostante le richieste che continuano ad arrivare dai festival. Questo è servito, oltre alla quasi impossibilità di reperire il disco, ad alimentare una mitologia che adesso verrà amplificata dalla ristampa, che la Warner ha curato in ogni dettaglio, proponendo ‘SxM’ in differenti formati, pensati per il mercato del collezionismo, con il doppio vinile nei colori verde marmorizzato, nero e rosso sangue, in tiratura limitata, oltre al cd. Uscite accompagnate dal lancio di una linea di abbigliamento ispirata all’album. Per rivivere, anche con felpe e bomber, la cosiddetta ‘età d’oro’ bolognese del rap italiano.