CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Suviana, un anno senza risposte. Ma la svolta può arrivare a breve: immersioni per salvare le banche-dati

L’indagine va a rilento: c’è il problema della depurazione dell’acqua, oltre che dell’individuazione di vie di fuga. I sommozzatori rimuoveranno parti elettriche dell’impianto al piano -6. In arrivo gli avvisi di garanzia. .

La centrale idroelettrica di Bargi, nel bacino di Suviana: a un anno dalla strage, si attendono risposte

La centrale idroelettrica di Bargi, nel bacino di Suviana: a un anno dalla strage, si attendono risposte

Suviana, un anno dopo. Da queste parti il tempo si è fermato. La popolazione di queste montagne, i feriti e i familiari delle vittime restano in attesa, col fiato sospeso. Vogliono risposte. Ma ci vorrà ancora parecchio prima che la nebbia si diradi e si indichino, con nome e cognome, gli indagati per la tragedia sul lavoro più grave di sempre nella nostra provincia. Quel pomeriggio di dodici mesi fa, rimasero uccisi i sette lavoratori impegnati in un collaudo a un generatore della centrale idroelettrica di Enel Green Power, quando uno scoppio sotterraneo – una diffusione di particelle oleose che hanno preso fuoco e sollecitato fortemente la struttura – fece crollare e allagare parte della centrale.

Un anno privo di risposte e di certezze, mentre l’indagine procede a rilento soprattutto per la delicatezza e la complessità delle operazioni. A breve potrebbe arrivare una prima svolta. Durante l’inverno la consulenza tecnica disposta dalla Procura è rimasta ferma: non era possibile accedere ai luoghi sommersi, lo svuotamento dei locali ha richiesto tempo e precauzioni per la sicurezza e solo in questi giorni i pm hanno comunicato la ripresa delle attività. C’è il problema della depurazione delle acque, oltre che quello dell’individuazione delle vie di fuga sicure per chi svolgerà l’ispezione. Il prossimo passo sarò l’immersione dei sommozzatori dei vigili del fuoco, per poter staccare dalle pareti e prelevare, al piano -6 della centrale, alcune parti dell’impianto: componenti elettronici da analizzare in combinazione alle scatole nere, già estratte. Per procedere si chiederà ai tecnici se si tratta di attività irripetibile e se, come probabile, arriverà risposta affermativa, la conseguenza saranno le prime iscrizioni nel registro degli indagati con la comunicazione alle parti, in modo che tutti, indagati e persone offese, possano designare consulenti e partecipare. Tutto è avvenuto in circa sei secondi, hanno detto i periti nella relazione preliminare depositata in autunno. Ma obiettivo di chi indaga è capire non solo come e perché sia successo, ma soprattutto se ci fosse un margine di prevedibilità e se l’ambiente di lavoro fosse adeguato al collaudo che si stava svolgendo tra i piani -8 e -10.

A perdere la vita nella tragedia alla centrale Enel sono stati tutti tecnici altamente specializzati, impegnati quel giorno nel collaudo del secondo gruppo. Le vittime sono Adriano Scandellari, 57 anni, di Ponte San Nicolò (Padova); Paolo Casiraghi, milanese di 59 anni; Alessandro D’Andrea, 37 anni, originario di Forcoli (Pisa); Vincenzo Garzillo, napoletano di 68 anni; Pavel Petronel Tanase, 45 anni, romeno, residente nel Torinese; Mario Pisani, tarantino di 64 anni; e Vincenzo Franchina, messinese di 35 anni. Otto i feriti, tra loro tre ragazzi dell’Appennino bolognese: Leonardo Raffreddato, di Camugnano, Nicholas Bernardini, di Gaggio Montano, e Jonathan Andrisano, di Castiglione.