FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Suviana, slitta il sopralluogo. Trovato amianto nel sito

Ad aprile la strage con sette vittime: la centrale resta inagibile e pericolosa. Si va verso i primi indagati: attesa la relazione preliminare dei consulenti

Bologna, 25 ottobre 2024 – L’ombra dell’amianto e il rispetto delle procedure di sicurezza di nuovo sotto la lente. E, nel frattempo, potrebbe avvicinarsi l’iscrizione dei primi indagati nel fascicolo aperto per disastro, omicidio e lesioni colposi. Sono passati ormai sette mesi dalla strage alla centrale idroelettrica di Enel Green Power a Bargi di Camugnano, ma ancora una volta slitta la data prevista per il sopralluogo del pool di super esperti nominato dalla Procura per fare luce sulla tragedia che il 9 aprile costò la vita a sette lavoratori e ne ferì altri cinque.

Un’esplosione che squarciò l’impianto sotterraneo affacciato sulle rive del lago di Suviana, una tragedia ricordata troppo da vicino da quella che, ieri l’altro, è costata la vita a due dipendenti della Toyota Handling, al Bargellino.

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I lavori dei sommozzatori per mettere in sicurezza la centrale allagata

I lavori di svuotamento della centrale di Bargi, che in origine sarebbero dovuti terminare entro l’estate, prima, e l’autunno, poi, slittano ulteriormente. Potrebbero non termineranno prima dell’inizio del 2025. I rallentamenti sono dovuti al fatto che l’analisi a flusso continuo delle acque prelevate dall’impianto tramite un tecnologico sistema modulare a ’trenino’, che le aspira, purifica e reimmette direttamente nel lago di Suviana, ha rivelato come queste contengano tracce di sostanze pericolose per la salute.

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Tra cui l’amianto, evidentemente presente in parti della struttura risalente agli anni Settanta e riemerso dopo mesi di ’erosione’ delle acque che l’invadono. Non solo. I tecnici della prevenzione degli infortuni sul lavoro dell’Ausl e i vigili del fuoco hanno rilevato anche come permangano rischi di crolli, e non ci siano al momento uscite di sicurezza garantite ai piani sotterranei (dal -8 al -10) destinatari del sopralluogo. Dunque, i consulenti di Procura e parti, per il momento, laggiù non possono scendere.

Nel frattempo però, il pool di tecnici non è rimasto con le mani in mano. Ha infatti utilizzato questi mesi per analizzare e approfondire tutti i documenti relativi all’organizzazione dei sistemi di sicurezza della centrale, al piano di sicurezza dei lavori di collaudo di turbina e alternatore in corso al momento della strage, e soprattutto al ruolo di ciascuno dei lavoratori presenti all’incidente. Insomma: la prevenzione era stata adeguata? Ognuno ricopriva il ruolo di sicurezza previsto e ognuno dei ruoli previsti era ricoperto? Lo scoppio del gruppo turbina-alternatore sarebbe stato repentino, lasciando senza scampo le vittime che si trovavano più vicine ai macchinari. Ma l’ipotesi che non si può al momento escludere è che ci sia stata qualche accelerazione nelle operazioni di collaudo in corso che abbia contribuito al disastro.

Le conclusioni di queste analisi saranno riassunte dai consulenti tecnici in una relazione preliminare che la Procura attende per l’inizio di novembre. E una volta lette queste prime ricostruzioni, il pm titolare Flavio Lazzarini potrebbe procedere a iscrivere degli indagati che rispondano di quella tragedia sul lavoro.

I lavoratori (per lo più di ditte esterne a Enel, in appalto o subappalto per i lavori) morirono ai piani -8 e -9 della centrale, dopo che, pare, l’alternatore che stavano collaudando, collegato alla turbina da cuscinetti a olio, andò fuori giri e si sbilanciò, causando il disastro.