Bologna, 26 ottobre 2024 – "Non sono mai state riscontrate tracce di fibre di amianto in nessuna delle analisi e dei campionamenti eseguiti periodicamente all’interno delle acque del pozzo, sia da Enel che da parte degli enti preposti al controllo. Inoltre, anche le analisi della qualità dell’aria, effettuate dalla società in linea con le prescrizioni degli enti preposti, hanno escluso la presenza di amianto".
Enel Green Power frena e risponde così alla notizia uscita ieri sul Carlino sullo slittamento per motivi di sicurezza dei lavori di svuotamento dell’impianto di Bargi di Camugnano, sul lago di Suviana, ancora allagato dopo l’incidente che il 9 aprile scorso ha causato la morte di sette lavoratori e il ferimento di altri cinque loro colleghi.
Riguardo ai tempi di svuotamento della centrale, appunto, ancora Enel fa sapere che "proseguono le attività dell’impianto di trattamento delle acque, finalizzato al completo svuotamento del sito, in conformità alle prescrizioni del Provvedimento autorizzativo unico regionale, nonché di tutte le autorità preposte. Tutte le attività sono portate avanti nei tempi e nei modi che vengono concordati di volta in volta con le Autorità competenti".
La centrale di Bargi – che si sviluppa quasi interamente sottoterra e in particolare i livelli interessati dall’incidente furono quelli dal -8 al -10 – è allagata da ormai sette mesi. Attualmente, le attività dei tecnici incaricati da Enel avrebbero portato il livello dell’acqua all’altezza del piano -5. I lavori, iniziati la scorsa estate e la cui durata inizialmente prevista era di un paio di mesi, sono ancora in corso. Rendere agibile quegli spazi è fondamentale per permettere ai consulenti tecnici nominati dalla Procura e dalle parti offese di eseguire il sopralluogo fondamentale per fare luce sulle cause del drammatico incidente, su cui ora si indaga per i reati di disastro, omicidio plurimo e lesioni colposi, ma senza iscritti. I primi indagati potrebbero però arrivare a breve, quando cioè i consulenti depositeranno all’autorità giudiziaria una relazione preliminare sulla loro disamina dei documenti relativi all’organizzazione dei sistemi di sicurezza della centrale, al piano di sicurezza dei lavori di collaudo di turbina e alternatore in corso al momento della strage e al ruolo di ciascuno dei lavoratori presenti all’incidente.
Difatti la tragedia si sviluppò mentre era in corso un’attività di collaudo del gruppo meccanico composto da alternatore e turbina da parte dei lavoratori – alcuni dipendenti di Enel, altri di ditte specializzate che eseguivano i lavori in appalto o subappalto – quando, per cause appunto non ancora accertate con sicurezza, si scatenò la tremenda esplosione che non lasciò scampo alle vittime.
f. o.