MARIATERESA MASTROMARINO
Cronaca

Suicidio in diretta su TikTok, le chat diaboliche e il calvario di Vincent

Dall’approccio con il tiktoker bolognese alla divulgazione dei messaggi falsi: il piano escogitato dalla coppia dei ragazzi turchi, 17 anni lei e 21 lui. L’idea: "Fingiti maggiorenne e provaci, poi lo accusi di pedofilia"

Bologna, 14 ottobre 2023 -  “Ci serve un motivo per distruggerlo". Senza scrupoli, freddi e diabolici. I messaggi degli aguzzini di Vincent Plicchi sono diventati virali sui social, dove adesso si chiede giustizia per il tiktoker bolognese, morto suicida.

Adesso a essere nell’occhio del ciclone è la coppia di fidanzati, una ragazza di 17 anni e un ragazzo di 21 di orgine turca, che ha dato vita, circa un mese fa, a una trappola diventata mortale, con l’intento di demolire il personaggio di ’Inquisitor3’ per ricavarne visibilità.

Vincent Plicchi, 23 anni, era seguito sui social per essere un famoso cosplayer
Vincent Plicchi, 23 anni, era seguito sui social per essere un famoso cosplayer

Tutto inizia a marzo, quando Vincent inizia a crescere sempre di più, raggiungendo quest’estate quasi 300mila follower sulla piattaforma cinese, diventando noto anche all’estero, in particolare in America. La sua scalata social viene notata dall’account della ragazza 17enne, che ripetutamente contatta Vincent su Discord, applicazione statunitense dedicata alla comunicazione tra videogiocatori. Lei cerca di persuadere Vincent: "Possiamo conoscerci? Dai, non sono minorenne", scrive fingendosi maggiorenne.

"Il mio fidanzato mi ha detto di insistere, perché non avevamo abbastanza prove – confessa la giovanissima in un’altra chat –. Visto che nella biografia Tiktok di ’Inquisitor3’ c’è scritto che non parla con i minorenni, ho finto di essere più grande".

Ma Plicchi non si scompone ed è chiaro: "Non sono interessato – le risponde –. Mi dispiace".

Ciò che sembra una semplice chat tra due ragazzi cela in realtà un piano diabolico ben preciso, in cui l’obiettivo è intralciare la carriera lavorativa che Vincent si era creato sui social.

E per farlo, la 17enne, in accordo con il suo fidanzato, dal nickname ’Titoisactingbadly’, decide di inscenare una conversazione a sfondo sessuale con Vincent, accusandolo di pedofilia attraverso la divulgazione di chat false. Come ci riesce? La ragazza conquista la fiducia di Vincent, diventando sua editor.

Il padre accusa: “Distrutto dall’odio social”

A questo punto il rapporto tra i due giovani è solo professionale e quando lei consegna i video editati, la risposta di Vincent diventa l’unico appiglio a cui la coppia può attaccarsi per mettere in scena il loro piano. "Grazie mille tesoro", scrive il tiktoker bolognese, che conquistato dal bel lavoro svolto dalla ’collega’ esprime la sua felicità dicendole "ti sposerò, ti voglio bene".

Da questo innocuo scambio di ringraziamenti, si innesca quello che poi è sfociato in una tragedia. "Non è questione di vita o di morte, dai", commenta il fidanzato della minorenne, Tito, dicendole di continuare a insistere con Vincent per "vedere fino a che punto arriva – continua Tito –. Continua a provarci con lui e se la conversazione diventa a sfondo sessuale, mostrerò a tutti chi è".

Ma Vincent non ci casca. I due però non desistono ed ecco che nasce la bugia. La 17enne lascia un commento in una live: "Lo sapete che è un pedofilo, vero?", divulgando, con la complicità di altri profili social, come quello della famosa cosplayer Keegansmask, i messaggi falsificati.

La voce corre veloce sui social, dove le notizie non vengono verificate, ma condivise dagli utenti. Click dopo click, l’odio si riversa sul tiktoker che si trova ricoperto di insulti e minacce di morte dopo la falsa e grave accusa di pedofilia.

Vincent non ci sta e chiede spiegazioni: "Non ti stai comportando da fan – scrive alla ragazza –. Smettila di scrivermi, per favore, sii gentile".

Anche in mezzo alla bufera degli insulti, Vincent è educato e lucido e non attacca mai la sua accusatrice. "Ma tu sai chi sono, non ti ho mai esposto da nessuna parte", si difende lei, negando anche l’evidenza. Ma Vincent ha già letto l’accusa di pedofilia: "tutti parlano di ciò che hai fatto".

Lei inventa l’ennesima bugia: "Non ero online. Cavolo, mi sono entrati nel profilo e ho scordato di cambiare la password".

L’alibi non regge, Vincent non ci crede. Ma la situazione ormai è irreparabile: la folla del web si accanisce su ’Inquisitor3’, che decide a fine settembre di chiudere tutti i suoi canali social, fino a qualche giorno fa.

Il giovane si collega su Tiktok, avvia la diretta e dopo due ore di silenzio, senza inquadrarsi, si toglie la vita.

"Non è una questione di vita o di morte", aveva detto Tito. E invece lo è stata, perché un ragazzo di ventitré anni ha deciso di farla finita dopo aver subito qualcosa che va ben oltre il cyberbullismo, che tocca i suoi valori personali, la sua etica, attribuendogli il marchio del pedofilo.

"Non sono sicuro di quello che sto per fare, ma lo sto facendo per come mi hanno descritto, come un mostro".

La descrizione dell’ultima live di ’Inquisitor3’ mostra la ferocia e la pericolosità dei social, dove ora è partita la caccia alle streghe. I profili degli ’aguzzini’ sono stati eliminati, ma prima hanno avuto il tempo di raccontare la loro versione della storia.

"Mi sono fidata di chi mi ha raccontato la vicenda e ho agito pensando fosse vero", scrive la creator Keegansmask, seguita da Tito, che scarica la colpa sulla fidanzata: "Non so perché lo abbia fatto, non volevo fargli niente".

La 17enne chiude il cerchio: "Sono andata oltre, mi scuso per aver coinvolto gli altri. Mi scuso con tutti".

Parole inutili che si mischiano alle tante che hanno portato Vincent alla morte. Questa storia ci insegna che oltre la maschera, c’era una persona.

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