di Benedetta Cucci
Una lunga fila di taxi, gente dallo stile eclettico e pop con trolley al seguito, lingue di tutto il mondo in un vociare composto. E appena si varca la soglia della fiera ecco l’immancabile ’muro’ pieno di fogli e foglietti illustrati, biglietti da visita in deliziosi contenitori di carta autoprodotti e illustratrici e illustratori in erba che fanno foto, prendono appunti, osservano metodicamente tutto. Bentornata Fiera del Libro per Ragazzi, quanto eri mancata a Bologna e al mondo. E così, nel primo giorno di Primavera tutto ha preso corpo come un tempo. Con i riti di bellezza e fantasia che erano normali fino a due anni fa, e che finalmente tornano a esserlo di nuovo. C’è tantissima gente all’opening delle 10 all’Illustrator’s Cafè, dove intervengono tutte le cariche istituzionali di città e regione.
Apre il presidente della Fiera Gianpiero Calzolari, molto felice di dare inizio all’anno fieristico proprio con la Bologna Children’s Book Fair che esplode di novità, come quella dello spazio Comics Corner dedicato agli editori internazionali di graphic novel, uno dei segmenti del comparto editoriale che si è mostrato in più rapida crescita. Il pensiero, sottolinea Calzolari, "va all’Ucraina" e il suo ringraziamento agli organizzatori "che hanno voluto dedicare agli autori ed editori ucraini uno spazio con tante opere". Si trova nella hall principale e tra i libri campeggia quello che è diventato un po’ il simbolo del momento, ovvero ’La Guerra che cambiò Città Tonda’ di Romana Romanyshyn e Andriy Lesiv, edito nel 2019 da Jaca Book e a suo modo visionario poiché racconta, a bambini dai 6 anni in su, che cosa accade nella gioiosa e luminosa Città Tonda dove vivono tre fragili amici che all’arrivo improvviso della Guerra sono travolti dal buio, ma ingaggiano una resistenza creativa e sorprendente. "La Guerra dilegua, sconfitta dalla luce, lasciando cicatrici e tracce... e ’mille papaveri rossi’". Interviene anche il sindaco Matteo Lepore che informa sul lavoro di una delegazione di ritorno da Leopoli con la ong Mediterranea, che ha raccolto una serie di libri dagli abitanti della città come "segnale di speranza e di pace". Poi le parole di Elly Schlein, vicepresidente della Regione: "Abbiamo bisogno di questi libri per costruire un mondo migliore di pace e ci auguriamo che questa fiera sia un momento nel quale i popoli che sono impegnati per la pace si possono riunire a Bologna". Tra questi, il mondo arabo, rappresentato dal Paese ospite per la 59 edizione, ovvero Sharjah. E mentre il taglio del nastro va in scena, attorno esplode la curiosità, visibilmente ’under 30’. Sono tanti i giovani di tutto il mondo alla 56esima Mostra Illustratori con 78 artisti provenienti da 29 Paesi e regioni e una tradizione che si rinnova, vale a dire la possibilità di vedere qui a Bologna tutto il nuovo che verrà e che è già. Con anche le tante pubblicazioni che si toccano (parola che ha tutto un nuovo senso), si sfogliano e si leggono tra gli stand (alcuni meravigliosi) di 1.061 espositori da 90 differenti geografie del mondo, dove si trovano belle novità. Come ad esempio la presenza di una casa editrice che ha sempre agito controcorrente, la Uppa Edizioni di Roma, per la prima volta in fiera, perché da quest’anno, dopo due decenni di libri per genitori scritti da specialisti dell’infanzia e venduti direttamente alle famiglie, ha deciso di arrivare nelle librerie.