Bologna, 23 agosto 2021 - L’orco è stato trascinato in strada, perché al Pilastro ci si fa giustizia da soli. Lo ha salvato la polizia, sottraendolo a un linciaggio, quando già aveva gli occhi pesti e un trauma cranico, e portandolo alla Dozza. "Se non era per la polizia finiva male", sussurra la gente del quartiere, dove la notizia della violenza sessuale su una bambina di appena 12 anni è volata di bocca in bocca. Quello che è accaduto in un appartamento Acer nel cuore di quel quadrato di strade disgraziate troppe volte raccontate dalla cronaca nera, fa rabbrividire pure chi divide il pianerottolo con spacciatori e piccoli delinquenti.
Aggiornamento Il racconto choc della dodicenne stuprata: "Mi tappava la bocca perché non urlassi aiuto"
Stupro a Bologna, il fratello della vittima: "Sarà Dio a punirlo" - Stupro Bologna, nei video le carezze oscene alla bambina
E inizia cinque giorni fa, quando la bambina, che vive anche lei al Pilastro con la famiglia, va a casa dell’uomo, un italiano di 30 anni. Qui avviene l’abuso. Che, stando a quanto ricostruito dagli agenti delle Volanti, viene anche ripreso con il cellulare. Video terribili, che gettano, ancora di più, la bambina nell’angoscia.
Dopo la violenza sessuale, la dodicenne torna a casa. Ma non è più la stessa. Non mangia, è silenziosa. La famiglia capisce che qualcosa non va. Fa domande. E sabato mattina, lei, alla fine, parla. Si confida con il papà, racconta la violenza consumata e la paura. E l’uomo, allora, non aspetta la giustizia ufficiale. Chiama a raccolta alcuni famigliari. Sono le 13 di sabato. Il trentenne, anche lui padre, è in casa sua. Quando suonano al citofono, apre senza timori. Il padre della vittima prima gli chiede di dire la verità. Poi lo trascina in strada. Ci sono una trentina di persone che si accaniscono su di lui. Calci e pugni.
Quando dalle finestre dei palazzoni vedono il caos di sotto, pensano solo sia l’ennesima rissa. E chiamano la polizia. Gli agenti arrivano con tre volanti. Le raggiunge anche una camionetta del Reparto mobile. Portano via il trentenne, che viene medicato dal 118. E cercano di capire il perché della spedizione punitiva. Quello che emerge poi è terribile. I poliziotti ascoltano i famigliari della bambina. Viene subito attuato il protocollo Eva, per le vittime di violenza sessuale, e la ragazzina viene accompagnata al Sant’Orsola. Arriva la Scientifica.
L’orco viene ascoltato in Questura. Ma i video della violenza, custoditi in un cellulare, parlano, abbondantemente, per lui. Viene arrestato, con l’accusa di violenza sessuale su minore e portato alla Dozza, in attesa di convalida. Neppure lì mostra consapevolezza o pentimento per l’orrore commesso: "Lei era consenziente, se non avesse voluto non avrei fatto nulla", dice agli agenti della penitenziaria, sconvolti da tanta bestialità. E resta in cella, guardato a vista dai poliziotti. Al Pilastro, la polveriera è pronta a esplodere di nuovo. L’altra notte, la famiglia del trentenne ha fatto in fretta i bagagli ed è fuggita via, a quel che si dice in quartiere è già fuori dall’Italia. Ma davanti alla gelateria di fronte al centro commerciale, ieri mattina giravano ancora bande armate di bastoni e accette.
La condanna della politica
"Le notizie su quanto accaduto al Pilastro - tuona Andrea De Maria, deputato dem e segretario alla Presidenza della Camera - sono drammatiche. Prima di tutto, la solidarietà di tuttti deve andare alla bambina che ha subito violenza. E vanno ringraziate le forze dell'ordine per la loro azione in un contesto difficile". "Chi ha violentato una ragazzina minorenne non ha attenuanti e deve pagare per il suo crimine", aggiunge De Maria. Ma è "inaccettabile che ci si voglia fare giustizia da soli. Certamente - continua il dem - è preoccupante un contesto di criticità sociale già oggetto da tempo di attenzione delle istituzioni e del sistema pubblico, che si conferma presente e che si deve continuare a mettere al centro di iniziative coordinate su piani diversi, di integrazione, formazione, contrasto al degrado, sicurezza".
Anche Anna Maria Bernini, bolognese e senatrice di Forza Italia, interviene sulla vicenda: "Sgomento e orrore per quello che è accaduto al Pilastro", per i quali la senatrice azzurra auspica "che la giustizia faccia tempestivamente il proprio corso, applicando la massima pena prevista: nessuna tolleranza nei confronti di chi si macchia di simili, indicibili, reati".
La reazione dei sindacati
"Quanto accaduto al Pilastro - si legge invece in una nota congiunta di Elisa Sambataro e Giuliano Zignani, rispettivamente referente provinciale del Coordinamento donne Bologna e segretario generale della Uil Emilia Romagna.- è terrificante. Ed è la prova provata degli effetti devastanti di quando mancano le forze dell'ordine a presidiare il territorio, di quando non vengono attuate politiche sociali mirate e di quando le politiche abitative attuate sono poco lungimiranti". Insomma, il quartiere sarebbe caratterizzato da "una miscela esplosiva che, per troppe volte, ha portato il Pilastro sulle prime pagine di cronaca. Il Pilastro - continuano - non è solo cronaca nera, ma è anche un tessuto associativo ricco che va sostenuto, sono cittadini, lavoratori esasperati da questa situazione". La soluzione? "Più forze dell'ordine, una politica abitativa pubblica più attenta e migliori interventi sociali- affermano ancora- che incidano davvero nel tessuto di questa parte di Bologna che non può e non deve essere abbandonata".