Bologna, 22 settembre 2022 - Entro fine mese il Comune sarà pronto a redigere una mappa dei luoghi più a rischio per le donne in città. Questo strumento, che verrà utilizzato anche come base di lavoro nel corso di tavoli per la sicurezza, è stato concepito dall’Amministrazione a seguito dell’omicidio di Alessandra Matteuzzi, quando il sindaco Matteo Lepore e la vice Emily Clancy hanno incontrato le associazioni che si occupano di assistenza alle vittime di violenza sul territorio. Un’occasione in cui alle associazioni come Udi e Casa delle Donne è stato chiesto di redigere dei report, in base agli archivi e alla documentazione in loro possesso relativa ai tanti casi seguiti, da mettere poi a sistema, così da avere una sorta di mappa, appunto delle zone più critiche. Ben consapevoli che la maggior parte delle violenze sessuali si compie tra le mura domestiche, Bologna resta però la prima città, in Italia, per numero di reati sessuali.
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Come dimostrato dalla cronaca delle ultime settimane, che conta tre denunce per stupri subiti in strada da altrettante giovanissime, tra cui una diciassettenne che sarebbe stata aggredita ai Giardini Margherita. Un fatto su cui indagano i carabinieri della Bologna Centro e che è stato anche al centro dell’ultimo vertice in Prefettura, in cui si è parlato di incrementare il sistema di videosorveglianza cittadino. Sulla questione il sindaco è intervenuto, spiegando come avere più telecamere sarà "utile per le indagini". Ma "per fermare la violenza sulla donne bisogna fermare gli uomini", ha detto Lepore. "Non ci possiamo limitare a singoli interventi – precisa il primo cittadino –. Occorre una rivoluzione culturale che parta dalle famiglie. Vogliamo far sì che tutti i luoghi della città siano più illuminati e con le telecamere attive: con l’intervento che stiamo facendo d’ora in poi ci sarà una manutenzione costante degli impianti. In questi mesi abbiamo ripristinato un numero rilevante di telecamere e dobbiamo completare il lavoro entro l’anno".
Gli uomini, però, "vanno fermati con il lavoro a partire dalle scuole", sostiene Lepore, che ricorda l’introduzione da quest’anno nelle materne comunali di una "materia scolastica vera e propria dedicata alle pari opportunità e al rispetto. È da lì che si parte anche a educare uomini che rispettano le donne". Del resto, sottolinea il sindaco, "i numeri che abbiamo non si possono limitare a singoli interventi. Occorre una rivoluzione culturale che parta dalle famiglie, perché il 90% delle violenze anche mortali contro le donne sono in famiglia". A Bologna si contano circa 10mila denunce e segnalazioni all’anno. "Ogni giorno sono decine, vuol dire che gli uomini continuano a fare violenza contro le donne – conclude Lepore –. Dobbiamo prendere posizione e agire perché la sicurezza delle donne sia un diritto che si possa portare avanti".