Già dal 1560, la città di Bologna possedeva una delle più antiche guide artistiche italiane, la Graticola di Pietro Lamo, "per la prima volta data in luce" nel 1560. Novant’anni dopo, oltre all’utile compendio di Nicolò Alidosi, troviamo il grosso volume del prelato Antonio Masini, Bologna perlustrata, che unisce diversi generi turistico-letterari, dalla biografia, alla guida, all’almanacco. Ma i tempi erano propizi per l’immenso sforzo di Carlo Cesare Malvasia, che, laureatosi in giurisprudenza nel 1638, si accostò fin da giovane alla pittura, seguendo una sorta di apprendistato presso i carracceschi Giacinto Campana e Giacomo Cavedoni. Nato nel 1616 da nobile famiglia, Malvasia trascorse la maggior parte della sua vita a Bologna, a parte il lungo soggiorno a Roma, città in cui ebbe modo di approfondire la sua conoscenza dell’arte, della storia dell’arte e delle antichità. Nel 1686 infatti, Malvasia dette alle stampe la Felsina Pittrice, con una dedica a Luigi XIV.
Pubblicata, ripubblicata e accresciuta lungo tutto il Settecento e gran parte dell’Ottocento, la Felsina Pittrice fu per Bologna quel che le Vite di Vasari furono per Roma, Firenze e non solo. Già autore di una delle prime guide della sua patria, Le pitture di Bologna, (1686), Malvasia non è un artista, ma un fervido appassionato, ed è di condizione ecclesiastica: è dunque il classico tipo del letterato barocco. Frequentò con assiduità gli ambienti artistici, ascoltò, scrisse, interrogò. Amico di Guido Reni come di Alessandro Tiarini, ma anche di uno scultore come Alessandro Algardi, Malvasia foggiò il suo lavoro sul modello dell’opera vasariana dividendo la storia dell’arte bolognese in quattro capitoli, l’ultimo dei quali tratta il periodo della grande epopea secentesca iniziata coi Carracci, sulla quale il Malvasia porge, da contemporaneo, una serie di preziose notizie che gli derivarono dalla profonda conoscenze dell’ambiente. Carlo Cesare Malvasia. Storia e teoria delle Arti nella Bologna del Seicento è il titolo del convegno dedicato alla sua figura (fino a domani in Pinacoteca Nazionale) che vede la partecipazione di un folto numero di studiosi che hanno dedicato studi e approfondimenti alla sua figura.
Introdotto da Elizabeth Cropper, studiosa inglese responsabile della prima edizione critica in lingua inglese della Felsina, ampio progetto in corso di pubblicazione, il convegno è dedicato ai diversi aspetti della città che Malvasia perlustrò. Verranno dunque esaminati i suoi rapporti con la cultura letteraria e scientifica, il legame con Vasari e con la scuola bolognese, con i collezionisti e i mecenati, e con quel Guido, che tutto compiva e che tutto componeva, come si vede nell’eleganza suprema dei dipinti ora esposti in Pinacoteca, raffiguranti la ’favola’ di Atalanta e Ippomene.