NICOLA BIANCHI
Cronaca

"Strage, Signorelli nei servizi". E la famiglia querela

La figlia del politico deceduto contro il terrorista Vinciguerra e il servizio di Report: "Ignorate sentenze definitive, la memoria di papà infangata"

di Nicola Bianchi

Uno contro l’altra. E non è la prima volta. Da una parte Vincenzo Vinciguerra, il terrorista di Peteano condannato all’ergastolo, dall’altra Silvia, figlia di Paolo Signorelli, l’ex esponente di Ordine Nuovo. In mezzo la trasmissione Report che lunedì, nel servizio sulla strage di Bologna (’Il venerabile patto’) ha mostrato stralci dell’intervista di Vinciguerra scatenando rabbia e indignazioni nella donna. La quale ha presentato querela contro il programma e contro il killer dei tre carabinieri (31 maggio 1972) che oggi, tra l’altro, torna a Bologna per (ri)testimoniare al processo sui mandanti dell’orrore del 1980. "Vinciguerra – scrive la figlia rappresentata dall’avvocato Gabriele Bordoni – continua a reiterare la diffamazione nei confronti di mio padre, infangando la sua memoria, e in spregio a due procedimenti instaurati su episodi analoghi: a Verona nel 2019 e a Bologna nel 2021".

LE FRASI

Tutto ruota attorno ad alcune frasi dette da Vinciguerra in merito a rapporti tra Signorelli e i servizi segreti. "Valerio Fioravanti – la domanda – ha avuto rapporti con i servizi?". Vinciguerra: "Può averli avuti in maniera indiretta. Quando si frequenta Paolo Signorelli, i rapporti con i servizi segreti si possono avere... indirettamente. Altrettanto quando si frequenta Massimiliano Fachini (esponente di spicco di Ordine nuovo, ndr)". All’osservazione successiva del giornalista, si legge in querela, se Mambro e Fioravanti "frequentavano sia Fachini che Signorelli", Vinciguerra "ha prontamente aggiunto: ’erano quelli che li guidavano’. Quindi – continua l’atto – anche rispetto alla strage di Bologna, per la quale sono stati notoriamente ritenuti responsabili". Per la famiglia Signorelli, "si addebita l’intraneità ai servizi segreti e di essere il mandante della strage del 2 agosto 1980". Accuse "prive di fondamento, smentite da sentenze passate in giudicato (Signorelli fu assolto dall’accusa di strage già in primo grado nel 1988) e rese nella più completa mancanza di contraddittorio".

NIENTE PERIZIA

Intanto ieri la prima sezione della Corte d’Appello, che nel 2023 processerà l’ex Nar Gilberto Cavallini, ha rigettato la richiesta dei difensori di procedere, anticipatamente, con una perizia integrativa sul Dna del lembo facciale rinvenuto sul luogo dell’esplosione (quello che all’inizio si attribuì a Maria Fresu). Secondo i giudici l’accertamento richiesto "non può ritenersi una ’prova nuova’" e nemmeno prescindere "da un pieno contraddittorio delle parti". Secondo gli avvocati Gabriele Bordoni e Alessandro Pellegrini "la Corte non ha colto lo spunto offerto, raccogliere cioè anticipatamente, ma previa formazione del contraddittorio, un elemento che non è soltanto assolutamente necessario, ma imprescindibile. Nessuno sa quale possa essere il risultato di quella ricerca, ma conoscerne l’esito è basilare per poter avanzare di un passo, decisivo, verso la verità, nel rispetto dell’imputato e delle vittime, dopo 41 anni. Le condizioni per operare scientificamente al meglio c’erano".