REDAZIONE BOLOGNA

Strage di Bologna, il giallo del Dna. "Quei resti non sono di Maria Fresu"

Prime risposte sui risultati della perizia in corso, ancora non depositata

Il lavoro dei soccorritori dopo la strage di Bologna del 2 agosto 1980 (Foto Ansa)

Il lavoro dei soccorritori dopo la strage di Bologna del 2 agosto 1980 (Foto Ansa)

Bologna, 14 ottobre 2019 – Si riapre il giallo dell’86esima vittima della strage di Bologna (foto). Secondo l’indiscrezione arrivata in serata dall’Adnkronos, la perizia sul Dna nel processo all’ex Nar Gilberto Cavallini, avrebbe escluso che i resti attribuiti a Maria Fresu appartengano alla donna rimasta uccisa dalla bomba.

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L’esame, eseguito su una parte dei reperti - un osso della mano e un lembo facciale - ritrovati nella bara della Fresu, sono stati analizzati dal perito Elena Pilli, la quale proprio ieri aveva chiesto una proroga di 7 giorni (a partire da oggi, data stabilita per il deposito del documento). "La cosa è talmente intricata, – così Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione vittime – probabilmente sono avvenuti scambi di corpi. Parlare di 86esima vittima è un azzardato".