Bologna, 23 luglio 2024 – Quello che, sulla carta, la normativa sulla sicurezza della centrale Enel di Suviana prevedeva l’ha già analizzato. Ma per concludere il lavoro, verificare se quanto dettato in centinaia di pagine di teoria sia stato applicato nella pratica, all’ingegner Fabrizio Vinardi serviranno ancora mesi.
Perché al docente dell’università di Torino, nominato dalla Procura nel team di consulenti chiamati ad accertare le cause del disastro della centrale di Bargi, dell’esplosione del 9 aprile scorso, in cui morirono sette lavoratori e altrettanti rimasero feriti, servirà entrare all’interno del sito, ancora invaso dall’acqua. E confrontare, appunto, la teoria con la realtà.
Ci vorranno circa due mesi per svuotare la vasca della centrale idroelettrica. In questi giorni i tecnici di Enel sono al lavoro, impegnati nel montaggio dell’impianto di depurazione con ‘treno modulare di trattamenti’ che servirà a questo scopo. L’intervento è in fase avanzata, tanto che in questi giorni inizieranno dei test di prova per verificare la piena funzionalità del treno modulare. E, se tutto andrà secondo i piani, entro la fine del mese o nei primi giorni di agosto dovrebbe partire lo svuotamento del sito, circa 50mila metri cubi di acqua che, stimano da Enel, in circa 6-8 settimane potranno essere trattati, purificati analizzati e, nel caso rispettino i rigidi parametri imposti da Arpae, reimmessi nel bacino di Suviana. Il via libera all’intervento è stato concesso lo scorso 10 luglio e ora la fase operativa è nel pieno. Se tutto procederà come da calendario, il team di investigatori coordinato dai pm Flavio Lazzarini e Michela Guidi, potrà avviare le indagini all’interno del sito già a settembre.
Il fascicolo, per disastro colposo, omicidio colposo sul lavoro plurimo e lesioni colpose sul lavoro, è ancora a carico di ignoti. Della squadra che si occupa delle indagini fanno parte i carabinieri del Nucleo investigativo e del Nil, i vigili del fuoco e la polizia postale. Ad affiancare gli inquirenti, un team di consulenti nominati in questi mesi dalla Procura tra i massimi esperti di ingegneria, idraulica e informatica.
Assieme all’ingegner Vinardi, chiamato a riferire se ci sia stata un’adeguata valutazione del rischio e, quindi, se siano stati predisposti degli ambienti di lavoro con livelli di sicurezza idonei rispetto ai possibili rischi, ci sono altri sei esperti nominati dalla Procura. Si tratta di due professori dell’Alma Mater Carlo Alberto Nucci, docente di Sistemi elettrici per l’energia al Dipartimento ‘Marconi’, e Vincenzo Parenti Castelli, professore emerito di Meccanica applicata alle macchine; dall’università di Firenze arriva invece Enio Paris, professore emerito di Idraulica, mentre alla Federico II di Napoli insegna Domenico Pianese, ordinario di Costruzioni idrauliche, marittime e idrologia. A questi si sono aggiunti anche gli ingegneri Flavio Franceschini e Alberto Sacchetti, entrambi dipendenti di Terna, che si occuperanno degli accertamenti informatici sulle due ‘Scada’ recuperate nell’impianto.
È stato possibile effettuare una copia forense del contenuto delle due scatole nere, che ora è in corso di analisi: un lavoro necessario a stabilire se tra i parametri registrati da entrambi i sistemi, relativi al gruppo 1 e 2 della centrale, ci siano incongruenze capaci di spiegare cosa abbia innescato l’esplosione.