REDAZIONE BOLOGNA

Strage di Crevalcore: “Il dovere di ricordare”

Domani ricorre il ventesimo anniversario dell’incidente ferroviario. Ci furono 17 morti e decine di feriti. Presidio delle associazioni e dei sindacati

I primi soccorsi sul luogo dell’incidente ferroviario di Crevalcore

I primi soccorsi sul luogo dell’incidente ferroviario di Crevalcore

Crevalcore (Bologna), 6 gennaio 2025 – Alle 12,53 del 7 gennaio 2005, un treno viaggiatori si scontra con un treno merci: sono 17 le vittime, tra cui 5 ferrovieri, e decine di feriti. Cinque giorni dopo, la 18esima vittima: un macchinista, amico dei colleghi morti nella strage, si toglie la vita. Sono passati 20 anni dal disastro ferroviario di Crevalcore, e per non dimenticare quella strage martedì alle 14 si terrà un presidio al ’Parco 7 gennaio 2005’ alla Bolognina di Crevalcore che vede riunite tutte le associazioni nate in seguito ad incidenti sul lavoro, dai Familiari della strage ferroviaria di Viareggio (29 giugno 2009) e del crollo della Torre piloti di Genova, fino ai sindacati.

La denuncia dei lavoratori è sempre stata quella delle condizioni di arretratezza e pericolosità del tratto ferroviario: linea a binario unico, nebbia fitta, un solo macchinista alla guida, capotreno a fianco, cabina di guida col pedale ’a uomo morto’. Niente ’ripetizione dei segnali in macchina’, niente Sistema Controllo Marcia Treno (SCMT), che avrebbero evitato il disastro. Dal 2003, l’incrocio dei treni fu trasformato da statico in dinamico per ridurre i tempi, senza alcuna misura di “compensazione” – è sempre stata l’accusa dei sindacati – per evitare un prevedibile errore umano.

La storia del processo è nota. Prima la richiesta di archiviazione poi, sotto la pressione dei lavoratori, il caso fu riaperto. La sentenza per Crevalcore arriva in maggio del 2009, un mese prima del disastro ferroviario di Viareggio del 29 giugno dello stesso anno (32 vittime) ma dà torto ai ferrovieri: il giudice stabilì che il disastro era da attribuirsi all’errore umano del macchinista Vincenzo De Biase, morto nello scontro. Uno choc per i familiari e per i colleghi. Assolti i vertici di Rfi, con l’allora ad Mauro Moretti e Michele Elia, poi promossi Ad della holding Fsi e Ad di Rfi. Ora, nel ventesimo anniversario di una strage che poteva probabilmente essere evitata, parte l’appello alla mobilitazione e al presidio annunciato: "Per esprimere solidarietà ai familiari e ai ferrovieri, perché fu una strage annunciata, dove tutte le condizioni erano poste per non evitarla, per ricordare e riflettere sulla sentenza che ha inchiodato per sempre Vincenzo De Biase, il macchinista morto e per i continuo riprodursi di simili sentenze".