Bologna, 30 luglio 2020 - Ottantacinque morti, ottantacinque vite che si sono spente all'improvviso in quel maledetto 2 agosto 1980. E' la strage della stazione, la strage di Bologna; qualcuno la chiama strage del 2 agosto. Avrebbe dovuto essere un giorno da dedicare ai viaggi, alle speranze, si è trasformato in un appuntamento con la morte per ottantacinque persone. Un numero che, sebbene ripetuto infinite volte negli ultimi quarant'anni, o forse anche per questo, rischia di allontanare le emozioni di un evento tanto doloroso. Un numero, tuttavia, che riassume ottantacinque vite come le nostre; nomi e cognomi che vogliamo riproporvi qui sotto, uno per uno.
Antonella Ceci, 19 anni, di Ravenna. Perse la vita, fresca di esami di maturità, insieme al fidanzato, Leo Luca Marino, mentre attendevano in stazione l'arrivo delle due sorelle di lui, vittime anch'esse dell'esplosione. Leo Luca Marino, 24 anni, originario di Altofonte, in provincia di Palermo. Era in sala d'aspetto con la fidanzata, Antonella, in attesa delle sorelle che volevano passare l'estate in Romagna. Angela Marino, 23 anni. Arrivava a Bologna in treno per fare visita al fratello Leo Luca. Nè lei né la sorella, Domenica, riuscirono a salvarsi. Domenica Marino, 26 anni. Rimase uccisa nel giorno della scomparsa dei fratelli minori, Leo Luca e Angela, straziando la famiglia Marino, rimasta orfana di tre figli nel breve spazio di pochi secondi. Errica Frigerio, 57 anni, residente a Bari. Insegnante di Lettere, la sua ultima vacanza in compagnia del marito e dei due figli non iniziò mai. L'unica a salvarsi, in famiglia, fu la maggiore, Alessandra. Vito Diomede Fresa, 62 anni, residente a Bari e professore della locale Facoltà di Medicina. Marito di Errica e padre di Alessandra e Cesare Francesco, non poté nemmeno dire loro addio quando la deflagrazione li investì. Cesare Francesco Diomede Fresa, 14 anni, residente a Bari. Figlio ultimogenito di Vito ed Errica, leggeva i fumetti quando la saletta affacciata sul binario 1 divenne un inferno. Anna Maria Bosio, 28 anni, di Como. Madre di un altro nucleo familiare polverizzato dalla violenza terroristica, stava raggiungendo la Puglia per trascorrere lì le ferie. Carlo Mauri, 32 anni, comasco. Perito meccanico, marito di Anna Maria e padre di Luca, era in stazione con i suoi cari perché la sfortuna volle che un guasto alla loro auto li costringesse a prendere il treno. Luca Mauri, 6 anni. Il figlioletto di Carlo e Anna Maria. Morì ancora prima di frequentare la scuola. Eckhardt Mader, 14 anni, tedesco. Fratello di Kai e figlio di Horst Mader, perse la vita con il fratello e la madre, Margret. Si salvarono, invece, un altro fratello, gravemente ferito, e il padre. Kai Mader, 8 anni, tedesco. Parte, con il fratello e la madre, di una famiglia distrutta. Margret Rohrs, 39 anni, tedesca. Le sue vacanze, dalla Germania Federale, si trasformarono in un'incommensurabile tragedia. Sonia Burri, 7 anni, di Bari. Attendeva di salire sul treno per Roma ma quel convoglio non arrivò mai. Tra le macerie fu ritrovata la sua bambolina rossa. Patrizia Messineo, 18 anni, di origini baresi. Sorella di Sonia, aveva appuntamento con il padre sul piazzale della stazione dopo un'uscita serale in una discoteca di Parma. Non si incontrarono mai. Silvana Serravalli, 34 anni, barese. Insegnava alle elementari e morì, in quel tragico 2 agosto, assieme alle nipotine, Sonia Burri e Patrizia Messineo. Manuela Gallon, 11 anni, di Bologna. Fu falciata dall'onda d'urto mentre chiacchierava con la madre, Natalia Agostini, mentre il marito, Giorgio Gallon, era a comprare le sigarette. Natalia Agostini, 40 anni, bolognese. Operaia alla Ducati Elettronica, morì, dopo essere stata estratta in fin di vita dalle macerie, all'Ospedale Bellaria, senza sapere della scomparsa della figlia. Marina Antonella Trolese, 16 anni, residente a Padova. Spirò nella sua città, il 12 agosto, dopo che le cure a cui fu sottoposta si furono rivelate inutili. Anna Maria Salvagnini in Trolese, 51anni, residente a Padova. Insegnante, morì a Bologna, dove si trovava assieme alla figlia Marina Antonella. Roberto De Marchi, 21 anni, residente a Marano Vicentino. Il più giovane di quattro fratelli, era sui binari con la madre, Elisabetta Manea. Morirono entrambi. Elisabetta Manea, 60 anni, residente a Marano Vicentino. Madre di Roberto De Marchi, si era da poco ripresa da un delicato intervento chirurgico. Vedova, lasciò altri tre figli. Eleonora Geraci, 46 anni, di Scandiano. Con il figlio, Vittorio Vaccaro, attendeva l'arrivo di una zia, partita da Palermo per passare le vacanze con i parenti. Vittorio Vaccaro, 24 anni, di Scandiano. Accompagnava la madre, Eleonora. La bomba pose fine alla vita di entrambi. Velia Carli, 50 anni, di Brusciano, in provincia di Napoli. Era in attesa, con il marito, di un treno per Mestre in notevole ritardo. Mai coincidenza fu più sfortunata. Salvatore Lauro, 57 anni, di Brusciano, in provincia di Napoli. Marito di Velia, lasciò sette figli, alcuni dei quali molto giovani. Paolo Zecchi, 23 anni, bolognese. Sposato da meno di un anno con Viviana, aveva appena ottenuto un impiego alla sede di Ozzano del Credito Romagnolo. In filiale non si presentò mai. Viviana Bugamelli, 23 anni, bolognese. La giovane moglie di Paolo Zecchi, con la stessa gioia di vivere del marito. Tutto finì, purtroppo, appena era iniziato. Catherine Helen Mitchell, 22 anni, inglese. La sua storia, intrecciata a quella del fidanzato John, parla di una coppia neolaureata in viaggio per l'Europa prima di cominciare una vita insieme. John Andrew Kolpinski, 22 anni, inglese. Era insieme alla giovane fidanzata, Catherine. Angela Fresu, 3 anni, residente a Montespertoli. La vittima più giovane, costretta a salutare la vita ancora prima di averla vissuta. Maria Fresu, 24 anni, residente a Montespertoli. Sorella maggiore di Angela, fu vittima della stessa follia stragista. Verdiana Bivona, 22 anni, residente a Castelfiorentino. Grande amica di Maria Fresu. Condivisero anche il drammatico momento finale delle rispettive esistenze. Loredana Molina, 44 anni, residente a Ostra, in provincia di Ancona. Con la suocera, rimase uccisa sul marciapiede che costeggia il primo binario. Il figlioletto, pur ferito, sopravvisse. Angelica Tarsi, 72 anni, residente a Ostra, in provincia di Ancona. Con la nuora Loredana e il nipotino Paolo, fu investita dai detriti. Il piccolo si salvò, ma le due donne, purtroppo, no. Katia Bertasi, 34 anni. Bolognese, ragioniera alla Cigar. E’ stato proprio il maresciallo Bertasi, suo padre, a dare il via ai soccorsi per le vittime della sciagura del 2 agosto. Mirella Fornasari, 36 anni. Era una delle dipendenti dell'azienda di ristorazione della stazione. Quell'anno decise di non partire per le vacanze l'1 di agosto. Le aveva prenotate per il 12 Euridia Bergianti, 49 anni, bolognese. Euridia lavorava al bancone del Self Service della stazione di Bologna. Il 2 agosto era in servizio. A causa della bomba alla stazione di Bologna ha lasciato due figli: Danilo e Alessandro. Nilla Natali, 25 anni, residente a Bologna. Dipendente della Cigar in procinto di sposarsi, non vide mai il talamo nuziale. Franca Dall'Olio, 20 anni, residente a Bologna. Era la “bimba” dell’ufficio: figlia unica lavorava da quattro mesi soltanto per la ditta appaltatrice del Bar – Ristorante della stazione di Bologna. Rita Verde, 23 anni, di Bologna. Anche lei, come le colleghe, lavorava al bar a due passi dai binari e questo, purtroppo, le costò la vita. Flavia Casadei, 18 anni, riminese. Frequentava la quarta liceo scientifico a Rimini. Quel sabato due agosto stava viaggiando verso Brescia dove l'aspettava uno zio. Giuseppe Patruno, 18 anni, barese, il terzo di undici figli. La mattina del 2 agosto era alla stazione ferroviaria insieme al fratello Antonio, minore di un anno. Rossella Marceddu, 19 anni, residente a Prarolo (VI). La sua morte in stazione ha provocato una catena di disgrazie nella sua famiglia, che non ha più saputo riprendersi dal lutto. Davide Caprioli, 20 anni, di Verona. Appassionato chitarrista e futuro commercialista, lasciò la famiglia e la fidanzata in quel drammatico giorno di agosto. Vito Ales, 20 anni, residente a Piana degli Albanesi. Alle 10:25 di quel sabato doveva già essere a Cervia. Invece il suo treno era giunto a Bologna in ritardo e al momento dello scoppio stava camminando sul marciapiede del primo binario. Iwao Sekiguchi, 20 anni, giapponese. Da anni desiderava visitare l’Italia e, sfortunatamente, transitò per Bologna nel momento più infausto. Brigitte Drouhard, 21 anni. Giovane viaggiatrice francese, attendeva invano il treno per Ravenna. Roberto Procelli, 21 anni, residente ad Arezzo. Militare di leva al 121° Battaglione di artiglieria leggera di stanza a Bologna, rimarrà nella memoria dei più come la prima salma identificata. Mauro Alganon, 22 anni, astigiano. Avrebbe compiuto ventidue anni il 19 agosto, il minore dei tre figli di Aldo Alganon, un pensionato di Asti, ex camionista, la mattina del due agosto era con un amico alla stazione, nella sala d'aspetto di prima classe. Maria Angela Marangon, 22 anni. Di Rosolina, in provincia di Rovigo, oltre ai genitori lasciò una sorella e due fratelli. Francisco Gómez Martínez, 23 anni, catalano. Impiegato come contabile, aveva cominciato a lavorare a 16 anni e durante tutto l’anno risparmiava i soldi per poter fare qualche viaggio. Mauro Di Vittorio, 24 anni. Residente a Roma, tornava da Londra. Il suo viaggio di ritorno e la sua breve vita si conclusero tragicamente a Bologna. Sergio Secci, 24 anni. Ternano, il 2 agosto, stava andando a Bolzano, dove aveva appuntamento per motivi di lavoro con gli esponenti di un gruppo teatrale di Treviglio. Roberto Gaiola, 25 anni. Residente a Vicenza, si curava da lungo a Bologna. Quella fu l'ultima volta in cui si recò in stazione. Angelo Priore, 26 anni. Messinese, ricorda di essersi seduto vicino ad una valigia nera e dice che quella doveva essere la valigia che poi è esplosa. Morì due mesi dopo, a Bologna, in conseguenza dei danni riportati. Onofrio Zappalà, 27 anni. Di Sant'Alessio Siculo (Me), il giorno dopo la strage avrebbe dovuto incontrare a Bologna la fidanzata Ingeborg, una maestra danese di 22 anni, che vive a Copenaghen. Pio Carmine Remollino, 31 anni. Di Baragiano (Pz), soltanto il lunedì pomeriggio, due giorni dopo la strage, suo padre ha appreso da un giornale che suo figlio Carmine era morto. Gaetano Roda, 31 anni. Di Mirabello (Fe), L'onda d'urto e i frammenti di pietra l'hanno gettato contro il treno in sosta sul primo binario. Antonino Di Paola, 32 anni. Palermitano, lavorava per la Stracuzzi, una ditta bolognese che si occupa della installazione di apparecchiature elettriche di segnalazione ferroviaria.
Salvatore Seminara, 31 anni. Collega di Antonino, morì insieme a lui. Mirco Castellaro, 33 anni. Mirco era originario di Pinerolo (Torino), ma era residente a Ferrara. Era capoufficio presso la ditta Vortex Hidra di Fossalta di Copparo. Nazzareno Basso, 33 anni. Anch'egli ferrarese, lasciò una moglie e quattro bambini. Vincenzo Petteni, 34 anni. Di Ferrara, Vincenzod oveva partire per le vacanze in Tunisia. Ma all’aeroporto non avevano trovato posto sull’aereo. Così hanno ripiegato sul treno. Carla Gozzi, 36 anni, residente a Concordia. Carla, con il marito Umberto, era alla stazione di Bologna in attesa di partire per le vacanze: volevano andare alle Tremiti.La morte li ha trovati insieme, come stavano da anni. Umberto Lugli, 38 anni, residente a Concordia. Il marito di Carla, morto assieme a lei. Fausto Venturi, 38 anni. Fra le carte di Fausto, tassista, suo fratello Francesco ha rinvenuto il cartoncino su cui ciascun autista di taxi “forava” l’orario relativo al turno di ciascun giorno. E’ forato anche il 2 agosto, all’orario 8-20 Argeo Bonora, 42 anni. Residente a San Pietro in Casale, Argeo Bonora aveva 42 anni, era dipendente delle Ferrovie dello Stato. Era nato a Galliera, poi si era trasferito a Saletto di Bentivoglio, quindi era stato mandato in Alto Adige, a Salorno di Bolzano. Francesco Betti, 44 anni. Francesco era un taxista originario di Marzabotto. Viveva con la moglie e il figlioletto a S.Lazzaro di Savena. Il 2 agosto 1980 era in servizio davanti alla stazione di Bologna. Il suo taxi venne distrutto dallo scoppio della bomba. Mario Sica, 44 anni. Mario era un avvocato originario di Roma. Amava il suo lavoro, era esperto di diritto del lavoro e da alcuni anni era responsabile del servizio personale dell'ATC. Pier Francesco Laurenti, 44 anni. Residente a Berceto, Pier Francesco è rimasto vittima della strage per una telefonata. Aveva approfittato della sosta di un quarto d'ora del convoglio che dalla riviera romagnola lo avrebbe ricondotto a Parma per chiamare un amico. Paolino Bianchi, 50 anni. Residente a Vigarano Mainarda (FE), muratore quarantanovenne il cui corpo è stato riconosciuto soltanto giovedì 7 agosto, lasciò la madre, disperata. Vincenzina Sala, 50 anni. Bolognese, Vicenzina era alla stazione col marito, Umberto, la con suocera, Bruna, e il nipotino Marco, di sei anni. Solo lei morì. Berta Ebner, 50 anni. Nata l'8 febbraio del 1930, Berta Ebner era nata a San Leonardo in Passiria in provincia di Bolzano. Faceva la casalinga. Vincenzo Lanconelli, 51 anni. Vincenzo era nato a Cotignola e abitava a Bagnacavallo. Laureato in Economia e Commercio, era da poco in pensione: era stato ispettore del lavoro presso l'Ispettorato del Lavoro di Forlì Lina Ferretti, 53 anni. Nata a Peccioi (PI), Lina era sposata con Mannocci Rolando, dipendente delle ferrovie dello Stato. Era casalinga e mamma di Maurizio e Paola. Romeo Ruozi, 54 anni. Romeo era originario di Reggio Emilia, ma viveva da quarant'anni a Bologna. Era pensionato e aveva una moglie e tre figli. Amorveno Marzagalli, 54 anni. Di Omegna (NO), lasciò la moglie e un figlio. Antonio Francesco Lascala, 56 anni, calabrese. Come molti altri, Francesco è morto per un treno in ritardo. Rosina Barbaro, 58. Bolognese, aspettava il treno per Pesaro insieme con il marito, in una delle loro prime vacanze in solitudine, senza la figlia. Irene Breton, 61. Francese, il marito tentò per anni di avere giustizia e partecipò a tutte le fasi dei successivi processi. Pietro Galassi, 66 anni, di San Marino. Era nato nella Repubblica di San Marino. Laureato in fisica e matematica, era stato professore e preside di un Istituto di Viareggio, prima di morire in un modo tanto insensato. Lidia Olla, 67 anni. Residente a Cagliari, era in stazione con il marito, che, gravemente ustionato, seppe solo dopo essersi ripreso della sua scomparsa. Maria Idria Avati, 80 anni. Calabrese pronta per passare le vacanze in Trentino, scelse di prendere il treno sbagliato, quel notturno che sarebbe arrivato a Bologna l’indomani mattina. Antonio Montanari, 86 anni. L'ultima vittima bolognese, era un uomo ancora in gamba. Non dimostrava assolutamente la sua età; gli piaceva andare in giro, e gli piaceva la compagnia.