REDAZIONE BOLOGNA

Strage del Rapido, 40 anni dopo. Il ricordo del presidente Mattarella:: "L’Italia reagì unita a quell’attentato"

La commemorazione a San Benedetto Val di Sambro per la bomba che causò 16 morti e 267 feriti. Il sindaco Santoni: "Essere qui ha un valore anche per le nuove generazioni e la loro identità storica".

La bomba esplose nella carrozza di seconda classe alle 19.08 del 23 dicembre 1984, a San Benedetto Val di Sambro

La bomba esplose nella carrozza di seconda classe alle 19.08 del 23 dicembre 1984, a San Benedetto Val di Sambro

Sono trascorsi 40 anni dalla strage del Rapido 904, nota anche come la strage di Natale. Che il 23 dicembre del 1984 spazzò via sedici vite, tra cui quelle di tre bambini, e causò oltre 260 feriti, in un vile attentato di matrice mafiosa.

Ieri a mezzogiorno, la strage è stata ricordata a San Benedetto Val di Sambro, il comune sui cui binari si consumò la tragedia, alle 19.08 mentre il rapido Napoli-Milano attraversava la Grande galleria dell’Appennino tra Vernio (Prato) e appunto San Benedetto. "Un tributo di memoria e riconoscenza, segno tangibile della volontà di continuare a fare memoria di un episodio che, pur appartenente al passato, è ancora vivo nella nostra comunità – così il sindaco di San Benedetto, Alessandro Santoni –. Ricordare queste pagine della nostra storia deve avere un valore anche per le nuove generazioni, affinché possano prendere coscienza della loro identità storica, culturale e sociale, anche per orientare le loro azioni e le loro scelte future", sottolinea il primo cittadino non tralasciando "un giusto e doveroso ringraziamento ai tanti soccorritori dell’epoca".

Presente alla commemorazione anche l’ex assessore regionale e dirigente dem Igor Taruffi: "La nostra terra ha pagato un prezzo altissimo per affermare i valori della democrazia. Prima nella lotta di liberazione dal nazi-fascismo, poi alla strategia del terrorismo eversivo sia di matrice neo fascista che mafiosa. Contrapponendo un profondo senso di solidarietà, giustizia sociale e spirito di sacrificio". Ricordare "è doloroso, ma necessario. Non dimentichiamo" dice anche il parlamentare Pd Virginio Merola. "Non dimenticheremo mai le vittime del rapido 904. Il loro sacrificio ci sprona a lottare contro ogni forma di terrore", le parole di Galeazzo Bignami, capogruppo FdI alla Camera.

La strage del Rapido è stata commemorata anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: "Ricorrono quarant’anni dall’antivigilia del Natale 1984, quando una bomba squarciò i vagoni del treno rapido 904 che percorreva la Grande galleria dell’Appennino. Fu una strage spaventosa, di impronta terroristico-mafiosa, come avrebbe accertato la magistratura. Sedici vittime, quasi 300 feriti. Distrutta la vita di donne e uomini inermi, che tornavano per le festività nelle loro terre d’origine. Anche tre bambini fra le vittime di tanta disumanità. Ancora una volta, il tentativo era attentare alla pacifica convivenza del Paese. Una strategia di intimidazione e destabilizzazione che la mafia avrebbe replicato anche nel decennio successivo. Il primo, intenso pensiero è ai familiari e a coloro che da allora hanno portato il peso del dolore incancellabile. La solidarietà trova le sue radici nella risposta che il popolo italiano seppe, unito, esprimere di fronte all’attacco eversivo. Le istituzioni seppero respingere il ricatto e difendere la democrazia. Questo è il testimone da consegnare alle generazioni più giovani".

Federica Orlandi