Strage, calunnia per Fioravanti

L'ex Nar Valerio Fioravanti è accusato di calunnia aggravata nei confronti del generale dei carabinieri Ganzer. Altri imputati sono Venditti e Cogolli per falsa testimonianza. L'udienza preliminare è in corso.

Strage, calunnia per Fioravanti

Strage, calunnia per Fioravanti

È cominciata con la richiesta di costituzione delle parti civili l’udienza preliminare davanti al giudice Maria Cristina Sarli per il processo che vede l’ex Nar Valerio Fioravanti accusato di calunnia aggravata nei confronti del generale dei carabinieri, ex comandante del Ros, Giampaolo Ganzer, Elena Venditti e Giovanna Cogolli, accusate di falsa testimonianza aggravata.

L’ex terrorista, condannato in via definitiva per la strage del 2 agosto 1980, deve rispondere di alcune dichiarazioni rilasciate nel corso del processo di primo grado a Gilberto Cavallini, anche lui ex Nar condannato all’ergastolo (manca ancora la pronuncia della Cassazione) per l’attentato in stazione che fece 85 morti e oltre 200 feriti. Fioravanti, per il quale era stata stabilita l’imputazione coatta (così come per Cogolli e Venditti), accusò in aula l’alto ufficiale di aver "dato disposizioni di lasciarlo morire sulla barella", subito dopo il suo arresto, al termine di un conflitto a fuoco nel quale furono uccisi due carabinieri e ‘Giusva’ rimase ferito alle gambe. Il Comando generale dell’Arma ha chiesto di costituirsi parte civile, trovando l’opposizione della legale di Fioravanti, avvocato Ambra Giovene.

Venditti e Cogolli rispondono invece di falsa testimonianza aggravata: la prima per aver ribadito in aula, a parere dell’accusa falsamente, che Ciavardini telefonò a lei e all’amico Marco Pizzari, che dovevano raggiungerlo in Veneto, per spostare l’appuntamento, il 2 agosto, e non l’1. Cogolli, invece, è accusata di aver negato di essere stata avvertita di lasciare Bologna dal fondatore di Ordine nuovo Massimiliano Fachini. Anche il difensore di Cogolli, Alessandro Pellegrini, ha chiesto al gup l’esclusione delle parti civili, tra cui i familiari delle vittime, il Comune di Bologna, la Regione e la Presidenza del Consiglio. L’udienza proseguirà il 25 luglio, per la decisione di un eventuale rinvio a giudizio degli imputati, che non hanno richiesto riti alternativi.