REDAZIONE BOLOGNA

Strage di Bologna, le vittime del 2 agosto 1980

Sono 85 le croci e oltre i 200 feriti. Le storie di chi perse la vita nell’attentato

La strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna

Bologna, 2 agosto 2023 – Sono passati quarantatré lunghi anni dalla Strage di Bologna, ma ogni 2 agosto la ricorrenza evoca alla mente l’esplosione, e i cuori dei bolognesi sussultano più del dovuto.

Approfondisci:

Strage alla stazione di Bologna, oggi l’anniversario. Mattarella: “La verità è un dovere” Meloni: “Completata la desecretazione degli atti”

Strage alla stazione di Bologna, oggi l’anniversario. Mattarella: “La verità è un dovere” Meloni: “Completata la desecretazione degli atti”

Un boato che nessuno si scorderà mai, e che portò via in un attimo la vita di ottantacinque persone. Bambini e bambine, giovanissimi, adulti e anziani poco è importato: quelle ottantacinque vittime sono volate via assieme alla bomba nella stazione centrale di Bologna. Oggi la città le ricorda, le omaggia, facendo di loro un ricordo indelebile che non andrà mai via. Essere al momento sbagliato nel posto sbagliato, si potrebbe dire: 85 persone con vite e destini diversi, ferme all’ingresso o sui binari della stazione, aspettando un treno per andare in vacanza, in divisa per andare a lavorare o semplicemente di passaggio. 43 anni fa hanno perso la vita figli, padri e madri, docenti e studenti. E ancora mogli, mariti, lavoratori e militari, tassisti, ferrovieri. Con loro, molti altri profili, uomini e donne, piccini e piccine. Si tratta di persone provenienti da cinquanta città diverse. Sono 19 le vite studentesche spezzate, 5 gli insegnanti e 9 morti stranieri. La lista continua, conta 14 operai, 12 impiegati, 7 pensionati e 11 casalinghe assassinati. La vittima più giovane aveva tre anni, la più anziana 86. A raccogliere le storie di ciascuna vittima è l’Associazione parenti delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, che ha progettato e realizzato nel 2018 la raccolta con l’Assemblea legislativa. Adesso, non resta che sperare nella vittoria della giustizia, perché “lunedì presenteranno la legge per sistemare la legge 206 del 2004, in modo che possa funzionare”, spiega il presidente dell’associazione Paolo Bolognesi.

Chi erano le vittime della strage del 2 agosto 1980

Le colleghe della Cigar

1- Mirella Fornasari in Lambertini

Mirella aveva 36 anni e viveva a Casalecchio di Reno. Era moglie, madre di un quattordicenne e dipendente della ditta Cigar, società che si occupava della ristorazione all’interno della Stazione, con gli uffici sopra alle sale d’aspetto. La donna da qualche tempo lavorava nella sede di via Marconi, ma quel sabato poco prima delle ferie estive le era stato chiesto di tornare nel suo vecchio ufficio, in Stazione, dove si sarebbe riunita con le sue colleghe di un tempo. L’esplosione la colse mentre lavorava e il suo corpo senza vita fu ritrovato solo a notte inoltrata. Assieme a lei persero la vita le colleghe Euridia, Franca, Katia, Nilla e Rita.

2- Euridia Bergianti in Baldazzi

Euridia è morta a 49 anni, quando lo scoppio della bomba colpì il bancone del Self Service dove stava lavorando, nell’ala ovest della stazione, affianco alla sala d’aspetto di seconda classe. Anche lei dipendente Cigar da tre anni, Euridia aveva 49 anni, nata a Campogalliano in provincia di Modena, ma abitava a Bologna con uno dei suoi due figli, dopo essere rimasta vedova nel 1975.

3- Franca Dall’Olio

Franca, nata a Budrio, ma residente a Bologna, aveva solo vent’anni. La sua perdita lascia nello sconforto la famiglia, perché Franca era figlia unica. Neoassunta alla Cigar, lavorava per la ditta da quattro mesi. La giovane, poco prima dell’esplosione, era al telefono con un fornitore che era andato a consegnare della merce. Solitamente, era lei che scendeva dall’ufficio e controllava il materiale, ma quel giorno chiese un cambio di programma. In attesa del collega, l’esplosione la uccise, mentre sfogliava il libro della contabilità.

4- Katia Bertasi

Katia, 34 anni, aveva due bambini, una ragazzina di undici anni e un maschietto di quindici mesi. Non videro, quel giorno, la loro mamma fare ritorno a casa, perché morì nello scoppio, mentre lavorava come ragioniera per la Cigar. Nata a Stienta, a Rovigo, Katia viveva a Bologna con i suoi figli, suo marito e i genitori.

5- Nilla Natali

Nilla aveva 25 anni e un futuro davanti a sé. Da lavoratrice Cigar, Nilla viveva con i genitori, dei quali era l’unica figlia, ma stava per sposarsi: i mobili erano già pronti, anche quelli su misura della cucina. Sogni distrutti dalla bomba, che la colse mentre era in ufficio.

6- Rita Verde

La vita di Rita, 22 anni, si interrompe in ufficio durante l’esplosione. La ragazza lascia una sorella, un fratello a Bologna, dove viveva con i genitori. Nello sconforto lascia anche il futuro marito, con il quale doveva sposarsi.

I fidanzati in viaggio per l'Europa

7- John Andrew Kolpinski

Un viaggio in Europa dopo la laurea all’Arts Court di Birmingham, in Inghilterra. John Andrew, 22 anni, era in compagnia della sua fidanzata Catherine, quando sono partiti con lo zaino in spalla, arancione il suo, blu quello di Catherine, e con il sacco a pelo. Attendere in stazione un treno a Bologna è stata la loro condanna.

8- Catherine Helen Mitchell

Catherine Helen, 22 anni, si era laureata all’Arts Court, di Birmingham in Inghilterra. Era in viaggio con il fidanzato John Andrew.

9 - Iwao Sekiguchi

Iwao aveva vent’anni e viveva vicino a Tokio con i genitori, la sorella e il fratello. Studiava letteratura giapponese alla Waseda di Tokio, ma la sua passione era l’Italia e la sua cultura. Con una borsa di studio del Centro Culturale Italiano a Tokio, il 23 luglio era arrivato a Roma, per proseguire il tour a Firenze. Sabato 2 agosto, però, si trovava in stazione a Bologna, in attesa di un treno per Venezia, come annotava sul suo diario. «2 agosto: sono alla stazione di Bologna. Telefono a Teresa ma non c’è. Decido quindi di andare a Venezia. Prendo il treno che parte alle 11:11. Ho preso un cestino da viaggio che ho pagato cinquemila lire. Dentro c’è carne, uova, patate, pane e vino. Mentre scrivo sto mangiando». A Venezia, Iwao non ci arrivò mai.

10- Argeo Bonora

Argeo, 42 anni, era un ferroviere di Galliera, ma viveva a Salorno, in provincia di Bolzano, dal 1970. L’uomo lascia una famiglia numerosa, con due fratelli, una moglie e cinque figli. Quando la bomba esplose, Argeo stava rientrando dalle ferie dopo aver fatto visita alla madre. A casa non ci torno più.

11- Giuseppe Patruno

Giuseppe Patruno era barese, aveva diciotto anni ed era circondato dall’amore di dieci fratelli, mentre lavorava come elettricista. Era in vacanza con uno dei suoi fratelli a casa di amici a Rimini, dove avevano conosciuto alcune ragazze straniere, che avevano bisogno di un passaggio alla stazione di Bologna. In auto, Giuseppe, suo fratello e un amico, le avevano accompagnate, spingendosi fino ai binari. Il diciottenne, con il passo svelto, non scampò all’esplosione; il fratello, invece, pochi metri più indietro, si salvò.

12- Irene Breton in Boudouban

Irène aveva 61 anni, era originaria della Svizzera, di Boncourt. Viveva a Delémont con il marito e di mestiere faceva l’orologiaia. Il motivo della sua presenza a Bologna quel maledetto 2 agosto non lo conosciamo.

13- Fausto Venturi

Fausto aveva 38 anni e viveva con la madre e il fratello sotto le Due Torri. Di lui sappiamo che era donatore di sangue. Il 2 agosto era in servizio con il suo taxi in stazione: il suo turno era cominciato alle otto, ma si interruppe con lo scoppio. Le macerie lo travolsero e lo uccisero mentre stava chiacchierando con un collega.

14- Vincenzo Petteni

Nato a Malè, in provincia di Trento, ma residente a Ferrara, Vincenzo di 34 anni era sposato e da un paio di anni lavorava in proprio. Sabato 2 agosto aspettava un treno per andare a Palermo, dove avrebbe iniziato una vacanza verso la Tunisia. Con l’esplosione, Vincenzo rimase gravemente ferito: fu trasportato al policlinico Sant’Orsola, dove dopo quattordici giorni morì per una sopraggiunta infezione polmonare.

Il destino atroce di madre e figlia

15- Natalia Agostini in Gallon

Natalia era bolognese e lavorava come operaia alla Ducati Elettronica. Aveva due figli e aveva 40 anni. Era in stazione con il marito e la figlia Manuela di undici anni, dove la piccola avrebbe preso il treno per andare alla colonia estiva di Dobbiaco, in provincia di Bolzano. I tre si trovavano vicino alla sala d’attesa, ma il marito si allontano per comprare le sigarette. Al momento dell’esplosione, Natalia e Manuela furono ferite gravemente; l’uomo, invece, in maniera più lieve. Natalia morì durante le esequie della figlia, dopo il trasferimento in ospedale, dove fu trasportata anche la piccola Manuela.

16- Manuela Gallon

Manuela, di 11 anni, era di Bologna, come la sua mamma Natalia, morta anche lei nell’attentato. La bambina aveva superato gli esami di quinta elementare e si preparava alle scuole medie. Travolta dalle macerie, e poi trovata dai soccorritori, morì 5 giorni dopo in ospedale.

Chi era in viaggio per le vacanze

17- Pier Francesco Laurenti

Pier Francesco, 44 anni, era nato a Berceto, in provincia di Parma, aveva una sorella ed era laureato in giurisprudenza, viveva a Parma e lavorava a Padova nelle assicurazioni. Il 2 agosto stava tornando a casa, dopo una vacanza in riviera. Si trovava giù dal treno a Bologna, per fare una telefonata a un amico, quando la bomba esplose.

18- Angelo Priore

Angelo aveva 26 anni e il mondo nelle sue mani. Nato a Malles Venosta, Bolzano, si era trasferito a Messina dove lavorava come ottico. Il giorno dell’esplosione era in viaggio per raggiungere la moglie e il figlioletto di 14 mesi, già in vacanza a Pelos nel Cadore. Con Angelo viaggiavano anche i suoceri. In sala d’aspetto, Angelo leggeva una rivista, mentre i suoi suoceri facevano due passi. La bomba lo colpì al viso, ma i due anziani si salvarono. A nulla sono serviti mesi di ricovero e di interventi per le ustioni. Angelo morì l’11 novembre dello stesso anno.

19- Pio Carmine Remollino

Pio Carmine era originario di Bella, in provincia di Potenza. Era orfano di madre, quindi aveva vissuto con il padre, la matrigna e i suoi otto fratelli a Baragiano. Ai suoi diciott’anni aveva deciso di partire con quattro dei suoi fratelli verso la Germania, ma dopo due anni rientrò in patria per il servizio militare. Per lavoro, nel 1976 si era trasferito a Ravenna, dove svolgeva lavori saltuari come muratore o cameriere. Morì a 31 anni sotto le macerie.

Una coincidenza persa

20- Flavia Casadei

A Flavia mancava l’ultimo anno di scuole superiore per potersi diplomare. La giovane aveva 18 anni e studiava al liceo scientifico Serpieri di Rimini, ma stava andando a trovare uno zio a Brescia. Per raggiungerlo, doveva prendere un treno a Bologna, ma il ritardo del treno su cui era salita a Rimini le fece perdere la coincidenza. Per questo, assieme a una ragazza di Cento, Ferrara, che aveva conosciuto in viaggio, Flavia era in sala d’aspetto, dove l’esplosione le strappò via la vita. La ragazza di Cento, fortunatamente, si salvò.

La famiglia distrutta

21- Eckhardt Mäder

Quattordici anni e tanta voglia di vivere. Eckhardt viveva ad Haselhorf in Westfalia, ma era in Italia con i genitori e i due fratelli, per trascorrere una vacanza al Lido di Pomposa, Ferrara. Stavano tutti aspettando il treno per tornare a casa, in Germania: Eckhardt, con i suoi fratelli, era in sala d’aspetto, assieme alla mamma, mentre il padre stava per uscire dalla stazione per visitare la città nelle due ore di attesa. L’esplosione uccise Eckhardt, suo fratello Kai e sua mamma Margret. Rimasero feriti, invece, l’altro fratello e il padre, che scavando fra le macerie, ritrovò i corpi senza vita dei suoi cari.

22- Margret Rohrs in Mäder

A Margret, di 39 anni, toccò lo stesso destino dei due figli. Morì nell’esplosione delle 10,25 e il suo corpo fu trovato sotto le macerie.

23- Kai Mäder

Kai, aveva otto anni, era il più piccolo dei fratellini, morti il 2 agosto 1980 nello scoppio.

24- Onofrio Zappalà

Onofrio era siciliano, aveva 27 anni, e aveva due sorelle. Finito il liceo classico, aveva intrapreso il percorso universitario, abbandonandolo al secondo anno per cercare lavoro. Nella sua vita, c’era anche spazio per l’amore, perché era fidanzato con Ingeborg, una maestra danese di 22 anni, che aveva raggiunto a Copenaghen. La vacanza durò poco perché Onofrio fu assunto dalle ferrovie dello stato: quel giorno, insieme a due colleghi, il ragazzo aspettava un treno per lo scalo di San Donato. I colleghi decisero di uscire, mentre Onofrio attese al primo binario l’arrivo del treno, ma lo scoppio lo uccise. L’indomani, Onofrio avrebbe dovuto incontrare la sua metà sotto le Due Torri.

25- Vincenzina Sala in Zanetti

Vincenzina era una cinquantenne, nata a Pavia, ma residente a Bologna da tempo. Il giorno dell’esplosione si trovava con il marito, con i consuoceri, in compagnia del nipotino di sei anni, per attendere l’arrivo di sua figlia, accompagnata dal marito, in arrivo dalla Svizzera. Il ritardo del convoglio svizzero fece in modo che la famiglia attese sul marciapiede del primo binario l’arrivo del treno: la bomba uccise Vincenzina e ferì il marito, la consuocera e gravemente il piccolino.

Una madre e un figlio

26- Elisabetta Manea – vedova De Marchi

Aveva sessant’anni Elisabetta, mamma di quattro figli e vedova dal 1970. Era di Marano Vicentino. Insieme a Roberto, il più giovane dei suoi figli, si trovava in stazione a Bologna, prima meta di un lungo viaggio verso la Puglia, dove avrebbe fatto visita ad alcuni parenti. La tappa a Bologna fu fatale, in attesa della coincidenza, madre e figlio aspettarono, nella sala d’attesa lei e al primo binario lui, il passare del tempo, ed entrambi furono uccisi dall’esplosione.

27- Roberto De Marchi

Roberto morì insieme alla sua mamma a soli 21 anni. Una promessa della pallavolo, strappata all’affetto dei tre fratelli a Marano Vicentino. Il giovane era il più piccolo della famiglia, e giocava nella Volley Sottoriva.

28- Rosina Barbaro in Montani

La bolognese Rosina stava per festeggiare il quarantesimo anniversario di matrimonio, dal quale aveva avuto una figlia. Il giorno dell’attentato, stava partendo con il marito per raggiungere la riviera adriatica. Avevano scelto, i due coniugi, di prendere il treno, rifiutando l’invito della figlia di viaggiare in auto. La coincidenza fatale ha colto Rosina e suo marito, mano nella mano, mentre si dirigevano al bar. La donna morì, ma il marito rimase solo ferito.

29- Mauro Alganon

Il ventiduenne Mauro era di Asti e viveva con i genitori, mentre lavorava come commesso in una libreria. Era l’ultimo di tre figli ed era appassionato di fotografia. Quella mattina era partito dal Piemonte, in compagnia di un amico per raggiungere Venezia. A Bologna, avrebbero dovuto cambiare convoglio, ma un ritardo del treno fece perdere ai due giovani la coincidenza. In attesa, si riposarono nella sala d’aspetto, tra una boccata e l’altra all’aria aperta. Alle 10.25, Mauro stava custodendo i bagagli, mentre leggeva il giornale. La bomba lo colse in pieno. L’amico, invece, si trovava all’esterno e si salvò.

30- Francesco Betti

Francesco era di Marzabotto, aveva 44 anni ed era un taxista. Viveva a San Lazzaro, con la moglie e il figlio di due anni appena. Il suo turno di lavoro, quella tragica mattina, fu fatale: l’uomo si trovava a trenta metri circa dal posizionamento dell’esplosivo. Un masso lo colpì, senza lasciargli via di scampo. Morì sul colpo.

31- Vincenzo Lanconelli

Vincenzo, 51 anni, era nato a Cotignola, in provincia di Ravenna, ma viveva a Bagnacavallo. Era celibe, ma aveva due sorelle e un fratello. A Forlì aveva lavorato come Ispettore del lavoro, ricoprendo poi l’incarico di Segretario dell’Ispettorato del Lavoro a Ravenna. Dopo la pensione, Vincenzo si era iscritto a Giurisprudenza per conseguire la seconda laurea. Il sogno? Aprire uno studio di consulenza con altri colleghi. Il 2 agosto avrebbe dovuto godersi uno spettacolo lirico all’Arena, ma lo scoppio della bomba lo colse in sala d’aspetto, mentre aspettava il treno per Verona.

Il destino di un padre e di una madre

32- Salvatore Lauro

Salvatore, 57 anni, era originario di Acerra, era un maresciallo dell’aeronautica e viveva a Brusciano, in provincia di Napoli. Dal capoluogo partenopeo era partito in compagnia della moglie Velia il giorno prima dell’attentato. I due dovevano raggiungere Scorzè, provincia di Venezia, per il funerale del consuocero. Anche per Salvatore, Bologna era un luogo di passaggio, di scalo, in attesa di un nuovo treno, perché a causa di un ritardo perse la coincidenza. La bomba esplose, uccidendo marito e moglie, che lasciarono solo sette figli, di cui due molto giovani.

33- Velia Carli in Lauro

Velia era mamma di sette figli e moglie di Salvatore. Nata a Tivoli, la donna era titolare di un’impresa artigiana di maglieria. Come il marito, viveva a Brusciano, Napoli. Era in viaggio con il marito Salvatore.

34- Pietro Galassi

Era nato nella Repubblica di San Marino il signor Pietro, morto nell’esplosione a 66 anni. Aveva una sorella ed era laureato in matematica e fisica. Prima della pensione, aveva insegnato in una scuola di Viareggio, diventandone anche preside. Non conosciamo il motivo della sua presenza in stazione a Bologna quel giorno.

35- Rossella Marceddu

Rossella, di 19 anni, studiava per diventare assistente sociale, e intanto viveva con i genitori e la sorella a Prarolo, in provincia di Vercelli. Aveva trascorso dei giorni di vacanza in compagnia del padre e della sorella al Lido degli Estensi, ma aveva deciso di rientrare a casa per raggiungere il suo fidanzato. Con un’amica, optò per il treno, che era, secondo le due giovani, più sicuro rispetto alla moto. Erano insieme sul binario ad aspettare il treno diretto a Milano, ma visto che era molto caldo, Rossella decise di prendere qualcosa da bere. L’esplosione la colpì mentre usciva dal bar, mentre l’amica riuscì a salvarsi.

36- Roberto Gaiola

Roberto, venticinquenne, era di Vicenza e aveva una sorella. All’età di undici anni, dopo la fine della scuola elementare, era andato a lavorare in fabbrica. Roberto aveva avuto bisogno di aiuto, ed era entrato in un programma di disintossicazione all’ospedale Maggiore, dove seguiva un percorso d’aiuto anche per le altre persone nella stessa difficoltà. Per questo motivo, la tratta Vicenza-Bologna, Roberto la conosceva bene: quel 2 agosto, il ragazzo partì presto da casa, arrivò all’ospedale e alle 10,25 era già in stazione per aspettare il treno di rientro. Nell’attesa, la bomba lo uccise.

37- Angelica Tarsi in Sacrati

La signora Angelica aveva 72 anni. Di origini marchigiane, viveva da tempo a Bologna con suo figlio, la nuora Loredana e tre nipoti. Il giorno dell’attentato si trovava in stazione, in compagnia del nipotino più piccolo, per andare a Ostra, Ancona, dove Angelica sarebbe rimasta in vacanza con sua sorella. La donna era arrivata in stazione con il figlio e la nuora: non trovando parcheggio, l’uomo rimase in auto all’esterno, mentre Loredana scese per accompagnare Angelica e il figlioletto. L’esplosione uccise sul colpo le due donne, il nipote, invece, rimase gravemente ferito.

38- Loredana Molina in Sacrati

Loredana aveva 44 anni ed era di Bologna. Il 2 agosto accompagnò sua suocera Angelica in stazione, insieme a suo figlio minore. Non ci fu scampo per lei al momento dell’esplosione.

39- Brigitte Drouhard

La passione per la letteratura e per la poesia italiana hanno condotto Brigitte, 21 anni, a Bologna. Nata a Saules, in Francia, ma parigina d’adozione, la ragazza si trovava in stazione per prendere un treno che l’avrebbe portata a Ravenna, destinazione che non raggiunse mai, perché morì nell’esplosione.

Due fidanzati in viaggio per le Tremiti

40- Carla Gozzi

Carla, 36 anni, viveva a Concordia, in provincia di Modena, con i genitori, e lavorava come impiegata in un maglificio. Con il fidanzato Umberto Lugli, più grande di lei di due anni, aveva organizzato un viaggio alle isole Tremiti. Proprio per questo i due fidanzati eran in stazione, dopo essere stati accompagnati con largo anticipo dal fratello di Umberto. La bomba colpì entrambi, uccidendoli.

41- Umberto Lugli

Umberto aveva 38 anni ed era di Carpi. Lì aveva aperto, con il fratello, una merceria. Diretto alle isole Tremiti per un viaggio con la fidanzata Carla, morì nello scoppio in attesa del treno.

42- Francisco Gomez Martinez

Francisco, detto Paco, arrivava dalla Catalogna. Aveva solo 23 anni, era impiegato in un’azienda tessile di Sentmenat, un comune in provincia di Barcellona, dove era nato e dove viveva con la madre e le due sorelle. Un lungo viaggio il 29 luglio lo allontanò da casa, per visitare diverse città europee. In treno, conobbe un altro ragazzo catalano, con il quale decise di trascorrere qualche giorno a Bologna. I giovani si trovavano in sala d’aspetto in attesa di un treno per Rimini. Paco venne ucciso dalla bomba; l’amico, invece, rimase ferito.

43- Maria Idria Avati in Gurgo

Maria aveva 80 anni, viveva a Rossano Calabro da dove era partita per raggiungere il Trentino. Decise di viaggiare di notte in treno assieme alla figlia, anche se Maria avrebbe preferito viaggiare di giorno, così da poter ammirare il panorama dal finestrino. Il loro convoglio portava un ritardo di due ore, quindi arrivò a Bologna verso le dieci del mattino. La signora aspettava nella saletta, mentre la figlia andò verso il bagno. L’esplosione colpì Maria, ma la figlia, tornando indietro, la aiutò a salire sull’ambulanza. Purtroppo, il ricovero al Maggiore fu inutile.

44- Nazzareno Basso

Nazzareno era di Numana, un marchigiano con quattro figli, che lavorava a Milazzo. Il giorno dell’attentato si trovava in stazione per raggiungere i suoceri nel veneziano, a Caltana. Il treno per l’ultima tratta del viaggio, quindi decise di aspettare nella sala d’attesa. Entrando, fu colpito.

45- Davide Caprioli

Il ventenne Davide era di Verona, dove abitava con i genitori. Frequentava il primo anno di economia e commercio, con il sogno di voler diventare commercialista, ma la sua passione era la musica. Dopo le vacanze ad Ancona, dalla sorella, era ripartito per poter suonare con la sua band, Dna group. L’esplosione lo ferì gravemente, venne trasportato al Maggiore in rianimazione, ma morì dopo solo due ore di ricovero.

Due sorelle e la loro zia

46- Patrizia Messineo

Diciotto anni, barese e ragioniera. Questo è l’identikit di Patrizia Messineo, che era in stazione con la madre, la sorella Sonia Burri, i nonni materni e la zia, da parte di mamma, Silvana, e le cugine. La famiglia fu distrutta dalla sua morte e da quelle della sorella e della zia.

47- Silvana Serravalli in Barbera

Silvana era barese come la nipote Patrizia. Aveva compiuto 34 anni il giorno prima della sua morte ed era maestra alle elementari. La signora morì nel bar, laterale alla sala d’aspetto.

48- Sonia Burri

Sonia era una bambina di sette anni. Viveva a Bari, di dove era originaria, con i genitori. Il 2 agosto era in stazione con i nonni materni, la sorella Patrizia, la zia Silvana e le cugine. Lo scoppio la colpì nella sala d’aspetto. I soccorritori la trovarono viva, ma in gravissime condizioni, vicino alla sua bambola rossa. Morì due giorni dopo in ospedale.

49- Gaetano Roda

Gaeatano era nato a San Bartolomeo, aveva 31 anni ed era orfano di padre. Viveva a Mirabello, in provincia di Ferrara, con la madre e il fratello. Era stato appena assunto dalle Ferrovie dello Stato, dopo aver lavorato come rappresentante. Stava frequentando un corso in stazione, e durante la pausa andò al bar. Alle 10,25 l’onda d’urto dello scoppio lo scaraventò contro il treno in sosta sul primo binario e lo uccise.

Maria, Angela Fresu e l'amica Verdiana

50- Maria Fresu

Maria aveva solo 24 anni, viveva a Gricciano di Montespertoli, in provincia di Firenze, ma la sua famiglia era sarda. I suoi cari erano la figlia Angela, di tre anni, i genitori, sei sorelle e un fratello. Maria si trovava in stazione con la figlioletta Angela, con due amiche, in attesa di partire per una vacanza sul lago di Garda. Madre e figlia furono colpite dalla bomba. Stessa tragica sorte anche per Verdiana Bivona, una delle due amiche. Solo l’altra amica riuscì a salvarsi, riportando alcune ferite. Il corpo di Maria rimase sotto le macerie fino al 29 dicembre, quando gli ultimi esami sui resti rinvenuti fra le macerie confermarono il suo ritrovamento.

51- Angela Fresu

Angela, con i suoi soli tre anni, è la vittima più piccola della strage del 2 agosto 1980.

52- Verdiana Bivona

Verdiana aveva 22 anni, faceva l’operaia, mentre viveva con i genitori e con uno dei suoi due fratelli a Castelfiorentino. La sua famiglia aveva origini siciliane. Il giorno dell’esplosione era in stazione, perché attendeva di partite per il Lago di Garda, con due amiche e la figlia di Maria Fresu, la piccola Angela.

53- Francesco Antonio Lascala

Francesco Antonio era marito e padre di tre figli. Viveva a Reggio Calabria con la moglie e un figlio di quindici anni. Aveva 56 anni e lavorava come centralinista alle Ferrovie dello Stato, ma ormai era in pensione. Quel giorno stava andando a Cremona per raggiungere la figlia. Anche per Francesco Antonio, il ritardo del suo convoglio fu fatale: il treno arrivò con tre ore di ritardo e perse la coincidenza. La bomba lo uccise in attesa del prossimo treno.

54- Maria Angela Marangon

Maria Angela, 22 anni, lavorava come babysitter per una famiglia bolognese, ma era nata a Rosolina, in provincia di Rovigo, dove la attendevano due fratelli e una sorella. Quel giorno stava aspettando un treno per rincasare, ma la bomba la uccise.

55- Mauro Di Vittorio

Mauro aveva 24 anni, abitava a Torpignattara, in periferia di Roma. Aveva due sorelle e un fratello, ma avevo perso in precedenza suo padre. Il giovane decise di cercare fortuna a Londra, così si mise in viaggio per raggiungerla. Alla frontiera, però, venne fermato e rimandato indietro perché non aveva denaro a sufficienza per mantenersi. Tornando indietro, si fermò a Bologna, dove morì nell’esplosione. I familiari e gli amici lo credevano a Londra: solo il 10 agosto scoprirono la verità.

56- Roberto Procelli

Roberto era figlio unico e viveva a San Leo di Anghiari, frazione di Arezzo. Era ragioniere, aveva seguito un corso da programmatore elettronico e aveva trovato lavoro. In più, aiutava il padre nella coltivazione di tabacco. Il 13 maggio era partito per la leva militare nel 121° Battaglione di artiglieria leggera a Bologna. Il 2 agosto era in stazione per tornare a casa. La bomba lo scaraventò nella piazza antistante la stazione, vicino a una cabina telefonica. L’identificazione venne eseguita a seguito di una piastrina che portava al collo.

57- Berta Ebner

La cinquantenne Berta era nata a San Leonardo in Passiria, Bolzano, e aveva un fratello. Viveva con sua madre ed era casalinga. Non conosciamo il motivo della sua presenza in stazione il giorno dell’attentato.

Due colleghi uccisi

58- Salvatore Seminara

Salvatore, aveva 34 anni ed era originario di Gravina di Catania. Era perito elettrotecnico, da 9 anni lavorava come operaio specializzato a Bologna nella ditta Stracuzzi, specializzata in apparecchiature elettriche per la segnalazione ferroviaria. Era coinquilino di Antonino di Paola, un collega siciliano di Palermo. Il 2 agosto entrambi erano in stazione per aspettare il fratello di Salvatore. Il suo treno che doveva arrivare alle 10.15 era in ritardo e così Antonino e Salvatore entrarono nella sala d’aspetto di seconda classe. La bomba uccise entrambi.

59- Antonino Di Paola

Antonino, 32 anni, era di Palermo, aveva due sorelle e un fratello. Amava la radio, ma il suo lavoro era un altro: lavorava da 14 anni per la ditta Stracuzzi, come il coinquilino Salvatore. Aveva lavorato in diverse città italiane, come Palermo, Messina Caltanissetta, Monfalcone e Trieste. Nel gennaio 1980 era stato trasferito a Bologna, dove aveva preso una stanza in affitto assieme al collega Salvatore Seminara, catanese di 34 anni. Il 9 agosto sarebbe tornato a casa per le ferie, ma l’attentato lo uccise.

60- Marina Antonella Trolese

Marina era un’adolescente di 16 anni, era di Sant’Angelo di Piove, in provincia di Padova, dove studiava al liceo Tito Livio della città patavina. Doveva partire con la sorella di 15 anni per un viaggio studio. Con loro in stazione, c’erano la madre Anna Maria e il fratello dodicenne. Lo scoppio colpì tutti e tre i familiari in pieno: la mamma morì sul colpo, i fratelli rimasero feriti, mentre Marina riportò gravissime ustioni. Fu trasferita all’Ospedale di Padova, ma morì il 22 agosto.

61- Anna Maria Salvagnini in Trolese

Anna Maria, 51 anni, risiedeva a Sant’Angelo di Piove, in provincia di Padova, dove insegnava alla scuola media Palladio. Anna Maria morì immediatamente con l'esplosione.

Una madre e un figlio

62- Vittorio Vaccaro

Vittorio, di 24 anni, era operaio ceramista. Siciliano e nato a Palermo, il giovane viveva a Casalgrande, Reggio Emilia, con la moglie e una figlia di 4 anni. Il giorno dell’attentato era partito in auto con la madre Eleonora, per andare a prendere una zia in arrivo dalla Sicilia. Lo scoppio della bomba uccise entrambi.

63- Eleonora Geraci in Vaccaro

Eleonora, 46 anni, era di origini palermitane. Il 2 agosto in auto con il figlio Vittorio stava andando in stazione a prendere la sorella in arrivo dalla sua terra, la Sicilia.

64- Amorveno Marzagalli

Amorveno, di 54 anni, viveva a Omegna, in provincia di Novara, con la moglie e il figlio. Era dirigente in una ditta produttrice di macchine da caffè. Aveva accompagnato la famiglia al Lido degli Estensi, in provincia di Ravenna, poi avrebbe dovuto raggiungere il fratello a Cremona, con il quale sarebbe dovuto andare in gita sul Po. Quella mattina da Ravenna salì sul treno, mezzo che non prendeva da vent’anni. Morì nello scoppio.

Due giovani sposi

65- Paolo Zecchi

Il bolognese Paolo aveva 23 anni, era ragioniere e lavorava in banca in provincia, a Ozzano dell’Emilia. Si era sposato da pochi mesi con Viviana, sua coetanea, dalla quale aspettava un bambino. Gli sposini vivevano a San Lazzaro con i genitori di lei. Erano in stazione per acquistare i biglietti per il treno e per il traghetto, con direzione Sardegna a inizio settembre. Il programma rimase lì, perché entrambi morirono.

66- Viviana Bugamelli in Zecchi

Viviana, di 23 anni, era di Bologna, come il marito Paolo era diplomata in ragioneria e lavorava in un’azienda agricola. Da pochi mesi si era sposata con Paolo, che era un suo coetaneo e aveva appena annunciato di aspettare un bambino.

67- Paolino Bianchi

Paolino, 50 anni, era muratore in una cooperativa agricola e viveva in provincia di Ferrara, a Castello di Vigarano Mainarda, con la madre di salute cagionevole. Tutti gli anni andava ad Arco di Trento, sul Garda, per trascorrere poco più di una settimana con un’amica molto cara. Prima di partire, aveva organizzato provviste e casa per sua madre. Sabato 2 agosto era partito prestissimo per Bologna per prendere il treno che lo avrebbe portato verso la sua destinazione.

68- Sergio Secci

Sergio, 24 anni, era nato a Terni e si era laureato al Dams di Bologna. La sua grande passione era il teatro e il 2 agosto era in viaggio per lavoro, direzione Bolzano. Sergio era salito sul treno a Forte dei Marmi, pensando di arrivare in stazione a Bologna per prendere il treno per Verona in partenza alle 8,18, così da raggiungere un amico che lo aspettava nella città scaligera. Il treno su cui viaggiava era però in ritardo: Sergio doveva attendere il treno delle 10,50. La bomba scoppiò mentre era in sala d’aspetto, causandogli gravissime ferite e ustioni. Venne ricoverato in condizioni estremamente gravi all’ospedale Maggiore. Tutto inutile, perché Sergio morì alle 10,55 del 7 agosto.

Cinque amici, nessun superstite

69- Leo Luca Marino

Leo Luca, di 24 anni, era originario di Altofonte in provincia di Palermo, e proveniva da una famiglia formata dai genitori e da otto figli. Dal 1975 viveva a Ravenna, dove lavorava come muratore e dove aveva conosciuto Antonella Ceci, diventata poi sua fidanzata. Il 2 agosto i due ragazzi erano in stazione per attendere Angela e Domenica, le sorelle del ragazzo, con le quali sarebbero tornati a Ravenna per un breve periodo di vacanza. Il treno su cui dovevano salire era stato posticipato alle 11 e per questo si trovavano in stazione al momento dello scoppio. Leo Luca, Angela, Antonella e Domenica furono ritrovati morti sotto le macerie.

70- Domenica Marino

Domenica aveva 26 anni e lavorava come collaboratrice famigliare ad Altofonte, in provincia di Palermo, e aveva sette fratelli. Il 2 agosto era arrivata a Bologna con la sorella Angela: in stazione ad aspettarle c’erano il fratello Leo Luca e la sua fidanzata Antonella Ceci. Morirono entrambi.

71- Antonella Ceci

Antonella, diciannovenne ravennate, aveva conseguito il diploma di maturità chimico- tecnica con il massimo dei voti e avrebbe dovuto cominciare a lavorare in uno zuccherificio. Il 2 agosto era in stazione con il fidanzato Leo Luca Marino ad accogliere le sorelle di lui, arrivate dalla Sicilia.

72- Angela Marino

Angela aveva 23 anni e lavorava nello studio di un dentista ad Altofonte, in provincia di Palermo, e aveva sette fratelli. Il 2 agosto era arrivata a Bologna con la sorella Domenica: in stazione ad aspettarle c’erano il fratello Leo Luca e la sua fidanzata Antonella Ceci.

73- Mirco Castellaro

Mirco, 33 anni, arrivava da Pinerolo, in provincia di Torino, di dove era originario. Dopo aver vissuto per molto tempo a Frossasco, si era trasferito a Ferrara, mentre lavorava come capoufficio nella ditta Vortex Hidra di Fossalta di Copparo. Era sposato e aveva un figlio di sei anni. Con un amico, in società, aveva comprato una barca per avviare, in seguito, un’attività rivolta ai turisti. Un sogno rimasto nel cassetto: in quell’estate, l’obiettivo era quello di sistemare il natante ormeggiato in Sicilia, facendo alcuni viaggi di rodaggio. La partenza si attardò e Mirco morì nell’attentato.

Un'intera famiglia sparita

74- Carlo Mauri

Carlo, 32 anni, era un perito meccanico e viveva con la moglie Anna Maria e il figlio Luca a Tavernola, una frazione di Como. Tutti insieme erano partiti venerdì primo agosto verso Marina di Mandria, in provincia di Taranto per trascorrervi le vacanze. Vicino Bologna ebbero un incidente automobilistico e l’audio riportò un guasto. Decisero di lasciare la macchina da un meccanico a Casalecchio di Reno, e l’intera famiglia Mauri decise di prendere il treno per arrivare a Brindisi e poi la località di villeggiatura. Il 2 agosto arrivarono in stazione poco prima dell’esplosione, che li uccise.

75- Anna Maria Bosio in Mauri

Anna Maria aveva 28 anni, era una maestra e viveva con il marito Carlo e il figlio Luca a Tavernola, una frazione di Como. Morì nell’esplosione.

76- Luca Mauri

Il piccolo Luca aveva 6 anni, avrebbe dovuto frequentato la prima elementare all’inizio dell’anno scolastico, ma la sua vita fu spezzata dall’attentato. Il bambino viveva con la mamma Anna Maria e il papà Carlo a Tavernola, una frazione di Como.

77- Antonio Montanari

Antonio, 86 anni, è la vittima più anziana della strage. Era di Santa Maria Codifiume, in provincia di Ferrara, aveva fatto il mezzadro ed era in pensione. Da molti anni viveva con la moglie a Bologna. Fumetti e carte erano le sue passioni. Quella mattina era in autostazione per informarsi sugli orari delle corriere e stava facendo ritorno a casa. Aveva perso un autobus per pochissimo, per questo aspettava sotto al portico di fronte alla stazione il bus successivo. Lo scoppio fece volare oggetti, uno dei quali colpì Antonio, che ferito fu portato in ospedale da un amico, che passava di lì per caso. Nulla lo salvò: a causa delle ferite riportate, l’anziano morì in ospedale.

La famiglia Fresa

78- Francesco Cesare Diomede Fresa

Cesare era un quattordicenne di Bari. Assieme al papà Vito e alla mamma Errica, era partito dalla loro città il venerdì primo agosto con il treno, per evitare il traffico in autostrada. Il 2 agosto erano in stazione e lo scoppio della bomba li uccise. Della famiglia rimase solo la figlia che non era partita assieme ai genitori e al fratello.

79- Errica Frigerio in Diomede Fresa

La barese Errica aveva 57 anni, era moglie di Vito e insegnava lettere all’isituto per geometri Pitagora. Aveva due figli, una ragazza e un ragazzo di 14 anni.

80- Vito Diomede Fresa

Vito, 62 anni, era di Bari, era sposato con Errica Frigerio, con la quale aveva due figli: una ragazza e un ragazzo di 14 anni. Era un medico impegnato nella ricerca sul cancro ed era direttore dell’Istituto di patologia generale alla facoltà di Medicina di Bari.

81- Vito Ales

Vito, 20 anni, viveva a Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo. Era diplomato come operaio specializzato ed era in attesa di trovare un posto di lavoro stabile. Quel 2 agosto stava andando a Cervia, dove, come gli anni precedenti, avrebbe lavorato in una pensione. Aveva perso la coincidenza a causa di un ritardo nel convoglio. Morì aspettando il prossimo treno, camminando sul marciapiede del primo binario.

82- Lina Ferretti in Mannocci

Lina, 53 anni, era nata a Peccioli, in provincia di Pisa. Abitava a Livorno con il marito Rolando, coinvolto anche lui nella strage e rimasto gravemente ferito. Lei casalinga, appassionata alla lettura, lui operaio delle Ferrovie dello Stato, insieme avevano due figli. Era alla stazione di Bologna con il marito ad aspettare la coincidenza che li avrebbe portati a Brunico per una breve vacanza, offerta dalla suocera, reduce da una piccola vincita al gioco del lotto. Dovevano partire il 3 agosto, ma si liberò una camera un giorno prima e la padrona della pensione, per tempo, fece sapere loro che sarebbero potuti partire il 2 agosto, concedendogli un giorno in più di vacanza. Quella sorpresa si trasformò in un incubo. Alle 10,25, Lina era nella sala d’aspetto. Fu riconosciuta, con fatica, dal cognato Loriano il giorno dopo la strage, pur essendo lui passato davanti al suo corpo decine di volte.

83- Romeo Ruozi

Romeo, 54 anni, era originario di Reggio Emilia, ma abitava a Bologna. Era un uomo di famiglia, sposato con tre figli. Era pensionato. Romeo si trovava in stazione per accogliere la figlia sposata, che veniva a prendere la sorella più piccola per le vacanze estive. Il treno doveva arrivare soltanto alle 11,58, ma Romeo era andato in stazione con largo anticipo, come sua abitudine. Lo scoppio della bomba lo uccise. Il genero lo riconobbe da una particolarità dell'unghia dell'alluce.

84- Mario Sica

Mario aveva 44 anni, era nato a Roma ed era un avvocato del diritto del lavoro. Dopo aver lavorato alla Fiat di Torino, era stato assunto all’Atc, l’azienda di trasporti di Bologna, città in cui si era trasferito, di conseguenza, con la moglie e i tre figli. Il 2 agosto era andato in stazione per accogliere la madre che arrivava da Roma: la bomba scoppiò mentre era sul marciapiede del primo binario.

85- Lidia Olla in Cardillo

Lidia, 67 anni, aveva una figlia e abitava a Cagliari con il marito. I due coniugi erano partiti per raggiungere la sorella di Lidia che risiedeva a Cavalese, in Trentino, per trascorrere un periodo di vacanze, in concomitanza con un momento di convalescenza per il marito. Il 2 agosto erano in stazione dove, nella sala d’aspetto di prima classe, avrebbero dovuto trascorre due ore in attesa del treno. Il signor Cardillo, dopo essersi tolto la giacca ed averla appoggiata sulla sedia accanto alla moglie, uscì dalla sala d’aspetto per andare a controllare l’orario di arrivo del treno. Fece appena in tempo a uscire, quando lo scoppio della bomba lo ferì gravemente provocandogli vaste ustioni su tutto il corpo. Lidia, rimasta all’interno della sala, morì.