REDAZIONE BOLOGNA

Strage di Bologna, 40 anni di processi

Chi sono i colpevoli per l'orrore, tre sono condannati in via definitiva. Tutte le sentenze che raccontano i decenni passati in aula

I concitati momenti dei soccorsi subito dopo l'esplosione

Bologna, 6 aprile 2022 - Fino a poche ore fa per la giustizia italiana c'erano solo tre colpevoli certi per la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980: gli ex Nar Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini (quest’ultimo minorenne all’epoca dei fatti, il suo percorso giudiziario, dunque, seguirà una strada diversa). Tutti e tre si sono sempre dichiarati innocenti. All'elenco si è aggiunto Paolo Bellini, condannato questa mattina all'ergastolo.

Il primo ergastolo

È l’11 luglio del 1988 quando Mambro e Fioravanti vengono condannati all’ergastolo come esecutori materiali della  strage insieme ai presunti complici estremisti di destra (la stessa sentenza condanna per depistaggio, fra gli altri, Licio Gelli, mentre per banda armata viene condannato anche Cavallini). Il 18 luglio del 1990, però, il colpo di scena: la Corte d’Assise d’Appello di Bologna, infatti, assolve dall’accusa di  strage tutti gli imputati, Mambro, Fioravanti e gli estremisti di destra Massimiliano Fachini e Sergio Picciafuoco (Gelli e Francesco Pazienza vengono assolti dall’accusa di calunnia, mentre il capo della P2 e tutti gli altri imputati sono assolti anche dall’accusa di associazione eversiva). Mambro, Fioravanti e Cavallini vengono invece condannati per banda armata. Il 12 febbraio del 1992 è il giorno del secondo colpo di scena. Le Sezioni unite penali della Corte di Cassazione, infatti, se da un lato rendono definitive tutte le assoluzioni per associazione sovversiva, dall’altro, definendo la sentenza d’appello «illogica, priva di coerenza, scarsamente motivata», rimandano sul banco degli imputati per strage Mambro, Fioravanti, Fachini e Picciafuoco. Il 16 maggio del 1994, nel processo d’appello bis, Mambro, Fioravanti e Picciafuoco vengono condannati all’ergastolo come autori della  strage del 2 agosto 1980, assolto l’ideologo ‘nero’ Franchini (confermata l’accusa di depistaggio per Gelli e Pazienza e gli ex vertici del Sismi, e per banda armata di Fioravanti, Mambro, Cavallini e Picciafuoco).  Secondo la sentenza, dunque, furono gli ex Nar a collocare la bomba nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione. Sentenza confermata dalla Corte di Cassazione il 23 novembre del 1995, quando Mambro e Fioravanti vengono condannati definitivamente all’ergastolo (assolto Fachini, mentre per Picciafuoco la Suprema Corte annullò la sentenza disponendo un nuovo processo, che si è concluso con la sua assoluzione definitiva per la  strage). 

Il minorenne

La Cassazione condanna per depistaggio anche Gelli, Pazienza e gli ex ufficiali del Sismi. Quanto a Ciavardini, nel marzo del 1991 il Gip del Tribunale dei minorenni di Bologna respinse la richiesta di archiviazione nei suoi confronti per la  strage del 2 agosto, fissando l’udienza preliminare. Un anno dopo Ciavardini, che si trovava in carcere per l’omicidio del giudice Mario Amato, viene rinviato a giudizio per concorso nella strage. Il 30 gennaio del 2000 il Tribunale dei minori lo assolve per il reato di  strage, condannandolo a 3 anni per banda armata. Il 9 marzo del 2002, però, la Sezione minori dell’Appello di Bologna lo condanna a 30 anni indicandolo come esecutore dell’attentato, accusato di aver portato la valigia con l’esplosivo. Ma la sentenza viene annullata con rinvio il 17 dicembre del 2003 dalla Prima sezione penale della Cassazione (che rende definitiva, invece, la condanna per banda armata). Poco meno di un anno dopo, il 13 dicembre del 2004, la Sezione minori della Corte d’Appello di Bologna si pronuncia nuovamente su Ciavardini, condannandolo per la seconda volta a 30 anni quale esecutore. "Noi con questa  strage, con questo processo non c’entriamo niente", dirà Ciavardini. Ma l’11 aprile del 2007 la Seconda sezione penale della Cassazione dichiara inammissibile il ricorso presentato dai suoi legali di Ciavardini. La sentenza diviene definitiva.

Il 'nero'

Il quarto a essere condannato per concorso in strage sarà Gilberto Cavallini, ’il nero’ del gruppo dei Nar. Ergastolo in primo grado a gennaio 2021 con l’Appello fissato al prossimo anno. "Fin dai primi momenti – disse in aula Cavallini – la strage è stata decretata come fascista dalle informative del Sismi", che stando alla tesi accusatoria sarebbero stati "i nostri protettori", per poi aggiungere: "Credo molto alla pista palestinese". Si soffermò, respingendola, anche sulla tesi che lo avrebbe visto destinatario dei pagamenti di Licio Gelli, indicato come ispiratore e finanziatore dell’orrore: "Sfido chiunque a produrre le prove dei pagamenti.  Dal 1984 ho detto che eravamo a Padova nel giorno della  strage e non ho mai cambiato versione, non sono mai stato smentito da nessuno". Argomentazioni  che non scalfiranno le certezze dei magistrati. Il 27 novembre del 2019, infatti, il pm Enrico Cieri, davanti all’Assise di Bologna, chiede l’ergastolo: "Se doveste ritenere che Cavallini abbia semplicemente offerto ai tre condannati in via definitiva solo un passaggio fino a Bologna – affermò il pm –, mentre lui si dedicava ad altro, quantomeno dovreste ritenere il contributo di aver offerto una base logistica e documenti contraffatti, in tutti i casi si tratta di una condotta di partecipazione colpevole alla  strage, che lo deve far ritenere responsabile".