CHIARA BARIN
Cronaca

Strage di Bologna, non ci sono più dubbi? Perché sono stati condannati gli ex Nar

Il post del portavoce della Regione Lazio De Angelis e la polemica. Esistono ancora zone d'ombra sul più grave attentato compiuto in Italia dal Dopoguerra? Le risposte dalle carte giudiziarie

Bologna, 6 agosto 2023 –  Per la strage alla stazione Bologna del 2 agosto 1980, il più grave attentato compiuto in Italia dal dopoguerra che causò 85 morti e oltre 200 feriti, sono stati condannati in via definitiva all'ergastolo Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, gli 'sposi neri', e Luigi Ciavardini, minorenne all'epoca e condannato in un processo a parte a 30 anni.

Tutti e tre si proclamano innocenti e tutti e tre facevano parte dei Nar, gruppo terroristico di estrema destra attivo tra fine anni '70 e primi '80. Tutti e tre ora sono liberi.

Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, condannati in via definitiva per la strage alla stazione di Bologna. Si proclamano innocenti
Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, condannati in via definitiva per la strage alla stazione di Bologna. Si proclamano innocenti

Sebbene la matrice neofascista della strage sia ormai pacifica in diverse sentenze (seppur alcune non ancora definitive) ed è stata sottolineata anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell'ultima commemorazione, si sono riaccese le polemiche prima con l’aleggiare di una commissione d’inchiesta proposta da Fratelli d’Italia, non gradita ai parenti delle vittime, poi per il fatto che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni - a differenza del Capo dello Stato -, ha parlato della strage come 'un atto terroristico', senza definirla neofascista.

Infine, la bufera politica di oggi dopo il post di Marcello De Angelis, responsabile della comunicazione Istituzionale della Regione Lazio, secondo il quale Fioravanti, Mambro e Ciavardini sono innocenti: "So per certo che non c'entrano nulla", ha scritto.

Sdegno dell'Associazione familiari delle vittime del 2 agosto e dell'Anpi e richiesta di dimissioni immediate da più parti.

Vediamo quali sono state le testimonianze chiave che hanno portato alla condanna degli ex Nar e perché possiamo dire invece non esserci più zone d'ombra sulla vicenda.

La coppia vestita tirolese: la testimonianza chiave di Massimo Sparti

La testimonianza di Massimo Sparti, ladro e scassinatore romano, è alla base dell'impianto accusatorio verso Mambro e Fioravanti. Dichiarò di averli visti due giorni dopo l'attentato, e in quell'occasione Fioravanti avrebbe fatto anche una battuta sulla bomba ("Hai visto che botto?").

I due volevano procurarsi, proprio attraverso Sparti, documenti falsi per la Mambro.

Fioravanti avrebbe poi detto di non essere preoccupato per sé in quanto a Bologna si era camuffato da turista tedesco, indossando cioè un costume tirolese.

Una testimone all'epoca affermò di aver visto alla stazione una donna e un uomo vestiti in modo strano, lui con un costume che ricordava un tipico vestito tedesco, descrizione che collima con il racconto di Sparti: li vide poi parlare con una terza persona e andare via dieci minuti prima dello scoppio.

La testimonianza di Sparti è stata considerata dai giudici attendibile nonostante i numerosi, successivi, tentativi di ritrattare.

A carico di Fioravanti, Mambro e anche Ciavardini c'è anche la mancanza di un alibi. Loro hanno sempre sostenuto di essere stati, il 2 agosto 1980, a Padova assieme all'altro ex Nar Gilberto Cavallini. Ma non sono mai riusciti a provare quella circostanza.

Le sentenze non definitive: il quarto e il quinto uomo

Proprio Gilberto Cavallini, 70 anni, detto 'Gigi il Nero' dapprima assolto negli anni ’80, è stato condannato nel 2020 all’ergastolo in primo grado come il quarto esecutore materiale della strage. L’appello è attualmente alle fasi finali e il pm ha richiesto la conferma dell'ergastolo.

Poi c'è Paolo Bellini, detto l'aviere ed ex ’Primula nera’ di Avanguardia nazionale, condannato anche lui all’ergastolo (l’appello è fissato a febbraio del 2024), che secondo la Corte d’assise di Bologna fu invece il quinto uomo.

Chi sono i mandanti

Chi sostenne e finanziò la strage di Bologna? L’ultima sentenza, in ordine di tempo, è quella che riguarda Paolo Bellini. Quel processo ha sancito anche, per la prima volta dopo oltre 40 anni, chi furono i mandanti della bomba: il venerabile capo della P2 Licio Gelli e i vertici dei servizi deviati. Tutti deceduti e quindi non processabili.