MARIATERESA MASTROMARINO
Cronaca

Strage di Bologna, di padre in figlio: il 2 agosto visto con gli occhi delle nuove generazioni

Il coro dei giovanissimi del corteo: “Qui per tenere viva la memoria e per fare in modo che non succeda più”

Bologna, 2 agosto 2023 – Mantenere viva la memoria e coltivare il ricordo, senza dimenticare chi ha perso la vita in un attentato, che ha spento il viaggio, ancora lungo, di 85 persone, ferendone oltre 200. Questo è ciò che fanno i familiari delle vittime della strage del 2 agosto 1980, che, uniti nell’Associazione, danno voce a chi non ce l’ha più. Sono trascorsi 43 anni dall’esplosione, ma il ricordo è vivo, forte e sentito tra i presenti.

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Gli anni passano e il cambio generazionale mantiene intatta la biografia e la storia delle vittime, così come quella dei sopravvissuti e dei cittadini coinvolti. I giovanissimi, con una gerbera bianca all’occhiello, hanno il sorriso sul volto, che riflette quello dei loro parenti, persi nella strage. 

Da sinistra, Sofia Socrati, Michael Perathoner, Gianluca Solinas, Benedetta Lambertini e Sebastiano Lambertini
Da sinistra, Sofia Socrati, Michael Perathoner, Gianluca Solinas, Benedetta Lambertini e Sebastiano Lambertini

I figli dei sopravvissuti

Sofia Sacrati – “Sono qui, perché mio padre il 2 agosto era in stazione – racconta la giovane donna -. Aveva 13 anni e nello scoppio è rimasto ferito. Ma ha perso sua mamma e sua nonna”. Una tragedia ha segnato permanentemente la vita del signor Sacrati e di conseguenza anche quella delle sue figlie, una delle due è Sofia ed è del 2000. “Veniamo qua ogni anno per ricordare la nonna e la bisnonna – continua Sofia -. Ricordare è ciò che serve per evitare che risucceda. Partecipiamo a tante iniziative e facciamo parte del direttivo, quindi facciamo parte di tutto ciò che sta dietro alla manifestazione. Ci sono anche questioni più intime e familiari, come andare al cimitero tutti gli anni alla ricorrenza o parlare del tema. Mio padre fa molti incontri nelle scuole, per parlarne. E io e mia sorella cerchiamo di farlo con i nostri coetanei, perché purtroppo sono pochi i ragazzi della nostra età che sanno cos’è successo o magari hanno poca sensibilità. Cerchiamo di coinvolgerli”.

Michael Perathoner – “Sono il figlio di Sonia Zanotti, una vittima della strage di Bologna”. Michael, 23 anni, inizia così il suo racconto sulla sua mamma, all’epoca una bambina, sopravvissuta all’attentato. “Mia mamma, quando è successo, aveva 11 anni e tutti gli anni veniamo qui a questa commemorazione, perché è giusto non dimenticare quello che è successo – spiega Michael -. Grazie a questo, non facciamo gli stessi errori. Sostengo mia madre in tutte le iniziative che fa: ha rilasciato un libro, che presenta in tutte le scuole, con un progetto dedicato a portare la storia alla mia generazione”.

Gianluca Solinas – Gianluca appartiene alla seconda generazione dei parenti delle vittime della strage. “Sono figlio di Marina Gamberini, che è una sopravvissuta alla strage, che lavorava alla Cigal – racconta Gianluca -. E’ rimasta sotto le macerie qualche ora, poi l’hanno trovato e salvata. Mia madre si sente in colpa per essere sopravvissuta, mi ha trasmesso questa sensazione di responsabilità nei confronti di chi non c’è più e di chi è rimasto, perché una cosa del genere non succeda più”. La memoria è viva durante tutto l’anno, non si limita alla ricorrenza dell’anniversario. “Ho intrapreso un percorso di lotta politica, ma personalmente vedo molta oscurità dietro questo discorso e inconsapevolezza di ciò che si trova dietro le stragi e gli Anni di Piombo, che condiziona il nostro presente e anche il nostro futuro se non cambiamo qualcosa”. 

I nipoti delle vittime

Sebastiano Lambertini – Sebastiano è giovanissimo e vede la strage attraverso i racconti di suo padre. “Sono figlio di un orfano della strage, dove ha perso sua madre – afferma Sebastiano -. Non ho mai conosciuto mia nonna, morta quando mio padre aveva solo 15 anni. Da quando ero piccolo, vengo alla manifestazione in suo onore”. Per Sebastiano, è fondamentale immagazzinare i ricordi: “A volte viene introdotto l’argomento a scuola, nei luoghi scolastici, e seguo il tema attraverso i processi, grazie a mio padre”.

Benedetta Lambertini – Benedetta trema mentre racconta il legame che unisce lei all’attentato di 43 anni fa. “Sono la nipote della vittima Mirella Fornasari – spiega -. Sono qui per commemorare la strage: mio padre porta avanti con grande impegno e memoria tutto quello che riguarda il 2 agosto, quindi qualsiasi iniziativa legata alla memoria insieme ai miei fratelli la seguiamo. A partire da quelle artistiche, fatte qualche anno fa, arrivando a quelle nelle scuole, che informano i giovani di quello che i bolognesi dell’80 hanno vissuto. Cerchiamo di tenere viva la memoria di ciò che è successo e delle vittime”.