REDAZIONE BOLOGNA

Bologna, strage 2 agosto. Vertice sui mandanti con Cafiero de Raho

I magistrati della Procura generale, Digos, Ros e Finanza hanno fatto il punto con il procuratore nazionale antiterrorismo

La stazione devastata dalla bomba

Bologna, 14 settembre 2018 - Entra in una fase delicatissima l’inchiesta aperta in Procura generale sui mandanti della strage alla stazione del 2 agosto 1980. Stamattina si è infatti tenuto un vertice a cui ha preso parte anche il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero de Raho. Presenti in Procura generale, oltre ai magistrati titolari del fascicolo, anche ufficiali di Digos, Ros e Gdf e i magistrati svizzeri. Nessun commento al termine della riunione, durata tre ore, da parte dei partecipanti.

La Procura generale ha avocato a sé le indagini sui mandanti a ottobre 2017, quando si discuteva della richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura ordinaria del fascicolo rimasto contro ignoti. Le nuove indagini sono condotte dal procuratore generale Ignazio De Francisci, dall’avvocato generale Alberto Candi e dai sostituti Nicola Proto e Umberto Palma.

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Nei mesi scorsi gli inquirenti hanno sentito diversi testimoni, fra cui persone all’epoca molto vicine al ‘‘venerabile maestro’’ della loggia massonica P2 Licio Gelli, e hanno inoltrato rogatorie in Svizzera e America per approfondire indagini sui conti correnti riconducibili proprio a Licio Gelli, morto nel 2015 e già condannato negli anni ’90 per i depistaggi sulla strage. Rogatorie a cui però, fino a poche settimane fa, non c’erano ancora risposte. Si può dunque supporre che l’incontro con i magistrati elvetici abbia avuto al centro anche questi argomenti.

Gli inquirenti stanno comunque tirando le somme e alcune persone sarebbero al centro di sospetti e ipotesi investigative ben precise. De Francisci, all’uscita dal palazzo di giustizia, si è limitato a dire che la riunione era su «temi molto delicati».

Nel frattempo, la prossima settimana riprenderà davanti alla Corte di assise il processo a Gilberto Cavallini, l’ex Nar accusato di essere il ‘quarto uomo’ che aiuto i tre ex terroristi neri dei Nar già condannati come esecutori materiali, ovvero Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Le udienze riprenderanno il 19, con l’audizione di alcuni testimoni.

IL PROCESSO BIS E LE INDAGINI SUI MANDANTI
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