REDAZIONE BOLOGNA

Stop alla guerra dei cieli. Sinergia tra aeroporti e 20 milioni di viaggiatori

Vertice per la collaborazione tra gli scali di Bologna, Rimini, Forlì e Parma. Il governatore de Pascale: "Serve un modello di crescita integrato". La Regione punta ad assumere un ruolo attivo di coordinamento.

L’aeroporto Marconi di Bologna è l’hub più importante della regione

L’aeroporto Marconi di Bologna è l’hub più importante della regione

Basta con le guerre dei cieli. La Regione lancia un patto – che sarà sostenuto da nuovi fondi e da infrastrutture – per raggiungere in tempi medio-lunghi la soglia di 20 milioni di passeggeri l’anno in Emilia-Romagna, grazie alla definizione di una strategia da parte dei quattro scali del territorio. Come promesso, il governatore Michele de Pascale si appresta a mettere mano al tema dei voli, per cercare un equilibrio dopo le polemiche, a Bologna, per il sovraffollamento soprattutto estivo del Marconi, e, al Ridolfi di Forlì, al contrario, per la sostenibilità economica.

Ieri, dunque, si sono ritrovati attorno a un tavolo i sindaci delle città sedi di scalo (Matteo Lepore per Bologna, Michele Guerra per Parma, Jamil Sadegholvaad per Rimini e Gian Luca Zattini per Forlì) e i rappresentanti delle quattro società di gestione aeroportuale. L’obiettivo è arrivare a una legge regionale per il sistema aeroportuale che porti alla definizione di una strategia di crescita condivisa tra scali e territori. La Regione vuole dotarsi di un quadro normativo chiaro, che renda stabile il confronto tra istituzioni e società di gestione e permetta di aumentare in modo sostenibile l’aumento dei passeggeri. "Vogliamo costruire un modello di crescita integrato, in cui ogni scalo possa contribuire allo sviluppo del territorio e alla competitività dell’Emilia-Romagna", afferma de Pascale insieme alle assessore Irene Priolo (Trasporti) e Roberta Frisoni (Commercio e turismo). Con il traguardo dei 20 milioni di passeggeri nei quattro scali. Nel 2024, va sottolineato, i passeggeri nel solo scalo di Bologna hanno superato i 10 milioni. In questo senso, la Regione intende farsi parte attiva nel coordinamento, "pur nel rispetto delle diverse nature giuridiche e delle concessioni statali".

Da qui la legge regionale, che "rappresenterà uno strumento fondamentale per garantire una pianificazione strategica di lungo periodo e strutturare un dialogo stabile tra istituzioni, società di gestione e città. La crescita del traffico di passeggeri e merci deve andare di pari passo con il potenziamento delle infrastrutture e con una strategia turistica e industriale che valorizzi ogni scalo nella sua specificità".

Dunque, Rimini, ad esempio, mette sul piatto la sua storica vocazione turistica, nel tentativo di arrivare a 450mila passeggeri, con nuove rotte e collegamenti, che sfruttino anche presenze fuori stagione, come quelle legate ai convegni e agli appuntamenti fieristici. Forlì, da parte sua, punta ad accordi commerciali tra le società di gestione, per l’erogazione di servizi e la cogestione di alcune attività. Si era anche parlato (ma ieri non è stato fra i temi affrontati) di un possibile ingresso della Regione nel capitale. E Bologna? Le cifre record dei passeggeri imbarcati non possono fare dimenticare le polemiche estive sul sovraffollamento e sulla scarsità di alcuni servizi di accoglienza. C’è un piano investimenti che arriva fino al 2027 da 216 milioni, ma nel frattempo la gestione dei lavori ha causato qualche comprensibile disagio. Il tavolo aperto dalla Regione vuol essere permanente.

Questo primo incontro, concludono il presidente e le assessore regionali, "rappresenta l’inizio di un percorso di confronto costante, con l’obiettivo di rafforzare il sistema aeroportuale regionale e renderlo sempre più competitivo nel panorama nazionale e internazionale".

a. bo.