BENEDETTA CUCCI
Cronaca

’Squadro’: 30 anni di creazioni in vetrina

La stamperia e galleria di via Nazario Sauro ospita la personale di Danijel Zezelj. I fondatori ricordano la loro storia e festeggiano

Danijel Zezelj, ’Rabbit’. La personale apre il prossimo 8 febbraio

Danijel Zezelj, ’Rabbit’. La personale apre il prossimo 8 febbraio

Nata nel 1995 dalle ceneri della storica stamperia Navile, la stamperia e galleria d’arte Squadro di via Nazario Sauro compie 30 anni. Ennio Fresco e Paolino Flore sono i due soci che la portano ancora avanti con soddisfazione ("non abbiamo mai venduto un tagliere e siamo ancora qua" dicono ironici) e allora decisero di dar vita a uno spazio innovativo nel centro della città, che prevedeva il laboratorio per stampa d’arte (incisione e serigrafia) ma che doveva avere una bella vetrina per permettere alle persone di entrare e vedere da vicino una macchina da stampa.

Oggi Squadro è stamperia per terzi, autoproduzione e galleria e il 2025 verrà celebrato con tante mostre di artisti che possono essere definiti amici, a cominciare da Danijel Zezelj, artista di Zagabria, dall’8 febbraio con la sua personale ’Timeline’. Poi arriverà Beatrice Bandiera, pupilla di Lorenzo Mattotti, in occasione della Fiera del Libro per Ragazzi, Ericailcane con ’Tirannicidi’, Andrea Bruno col suo ultimo libro, Toccafondo a inizio estate con ’Bazar’. Tanti gli artisti che hanno esposto qui, da Art Spiegelman a Charles Burns, Chris Ware, Daniel Clowes, Ericailcane, Gianluigi Toccafondo, Gipi, Lorenzo Mattotti, Mimmo Paladino, Robert Crumb, Richard Mcguire e Stefano Ricci, che per un certo periodo, con Giovanna Anceschi, ha anche diretto la galleria.

Ennio Fresco, come ricorda la nascita di Squadro 30 anni fa?

"Quando abbiamo fondato Squadro era uno spazio davvero anomalo. Arte Fiera aveva ancora il padiglione della grafica, c’erano le gallerie e poi i centri sociali: noi ci siamo posizionati nel mezzo, trovandoci tra la galleria tradizionale e chi fa serigrafia in un centro sociale con un’attrezzatura un po’ arrangiata. Abbiamo creato questo spazio con i macchinari dove potevi sentire l’odore dei colori e guardare il lavoro perché era tutto in vetrina. Inizialmente eravamo in via Avesella e ci piaceva molto invitare anche gli artisti a esporre".

Come reagivano le persone?

"Ricordo molto bene un episodio durante gli anni della guerra in Jugoslavia, quando presentammo un libro di Miljenko Jergovic, autore di Le Marlboro, che arrivò direttamente da Sarajevo. Quando è entrato in galleria ci ha detto che era molto felice di presentare il libro in un posto dove le cose nascono piuttosto che una libreria dove le cose sono già fatte ’perché l’importanza della stampa, della diffusione della parola e delle notizie di quello che sta succedendo – ci disse – nel mio paese è fondamentale’".

Qual è stata la mostra che ha segnato il vostro lavoro di galleristi?

"Nel 1996 abbiamo inaugurato la prima mostra bolognese di Magnus ’Il conte notte’. E abbiamo deciso che il disegno contemporaneo, l’illustrazione e il fumetto sarebbero stati la direzione del nostro programma".

Avete mostrato a Bologna un modo diverso di fare serigrafia, quale?

"La serigrafia era diversa, allora si intendeva comunemente usata per la stampa commerciale. Noi lavoravamo come faceva Warhol, sia con le tinte piatte che con i trasparenti che con le sfumature di colore, una cosa molto più complessa".

Benedetta Cucci