Non solo i dieci casi contestati tra il 2020 e il 2023: la Procura, con la pm Francesca Rago, sta indagando pure su altri tre episodi precedenti (il primo risale al 2017), che vedrebbero altrettanti colleghi dell’ex coordinatore infermieristico della centrale operativa del 118 al Maggiore, Claudio Tacconi, accusare malori stranamente simili a quelli accusati dalle attuali parti offese nel procedimento per stalking, lesioni e simulazione di reato che vede appunto indagato l’infermiere 44enne. Le querele dei tre, assistiti dagli avvocati Davide Bicocchi e Silvia Zanuccoli, sono state separate dal resto del fascicolo perché appunto relative a fatti troppo lontani nel tempo. Si tratta di persone che hanno lavorato con Tacconi anche in altri reparti del Maggiore.
In particolare, un autista di ambulanze ha raccontato ai carabinieri di avere avuto un malore con sintomi simili a quelli dell’ictus (esattamente in linea, dunque, con quelli lamentati dagli altri dieci colleghi), nel 2017, mentre era di turno in ambulanza con Tacconi, ma di non avere mai sospettato di lui fino ai fatti emersi nel 2023. Dopo quell’episodio, sette anni fa, restò ricoverato per diversi giorni. "Conosco Tacconi da tanti anni e ho una grande stima professionale di lui. Ho sempre pensato che in quell’occasione mi avesse salvato la vita, stento a credere possa essere invece responsabile del mio malessere". Alla luce di quanto poi contestato al coordinatore nell’attuale inchiesta e soprattutto dato il clima di tensione all’interno della centrale a seguito della raffica di malori – tutti contraddistinti da sonnolenza, stato confusionale e difficoltà a parlare e camminare da parte delle vittime, con gli ultimi casi avvenuti a distanza molto ravvicinata tra loro –, il sanitario confessa il "terrore che possa ancora capitare ciò che è successo in quest‘ultimo periodo", al punto che tutti ormai "attuano delle cautele, nessuno prende più un caffè senza aver cambiato l’acqua della macchinetta né mette nel frigo comune cose da mangiare. Tutti sono diffidenti".
Anche la ex moglie di Tacconi, interrogata dai carabinieri, ha ricordato un fatto del 2021, in cui si sentì male in auto mentre si recava dal nuovo fidanzato dopo avere bevuto una birra lasciata aperta nelle disponibilità di Tacconi. La donna si rivolse a un amico militare per chiedergli di analizzare il liquido residuo. Ciò non avvenne e oggi la donna ridimensiona l’accaduto, attribuendo l’episodio di sonnolenza allo stress legato al periodo di separazione.
Federica Orlandi