ALESSANDRO GALLO
Cronaca

Splende il playground dei Giardini Margherita

Finiti a tempo di record i lavori per il campo da basket e da volley intitolato a Gianni Cristofori, storica firma del ‘Carlino’

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di Alessandro Gallo

Un anno fa, l’amministrazione comunale decise di intitolare il playground dei Giardini Margherita a Gianni Cristofori, storica firma del Carlino, scomparso nel 2013. Oggi, Gianni, che amava i lavori fatti bene, a regola d’arte, potrebbe sorridere: il campetto che porta il suo nome, così come quello limitrofo, è tirato a lucido. In totale 1.200 metri quadrati, nel cuore dei Giardini Margherita, dove poter giocare a basket e a pallavolo.

Una superficie che ha una garanzia di 10 anni e che esercita un tale fascino che l’assessore allo sport del Comune non resiste.

Matteo Lepore presenta il lavoro, costato un po’ meno di 50mila euro, prima però, si toglie la giacca, per palleggiare e tirare. Con lui ci sono Franz Campi, il mancino terribile degli anni Ottanta (ogni tiro, una sentenza) e Massimo Romeo, che nel 1982 si inventò quel torneo, chiamato semplicemente Playground, che tutta Italia ci invidia.

"Un anno fa, dietro una petizione, l’amministrazione comunale decise di dare un nome a questa area. Per completare l’opera, ricordando Gianni Cristofori, bisognava migliorare il campo".

Con l’assessore ci sono anche la presidente del quartiere Santo Stefano Rosa Amorevole, il presidente della polisportiva dei Giardini Margherita, l’ingegner Manuela Faustini che ha seguito i lavori, e Giovanna Carboni, moglie di Gianni Cristofori.

Un lavoro certosino, iniziato prima del lockdown. E chiuso a tempo di record – Lepore ringrazia Avola Coop e i tecnici comunali – con gli operai che, negli ultimi giorni, per non rovinare l’opera, hanno lavorato con i calzini, al posto delle scarpe.

Nel mirino dell’amministrazione, dopo i Giardini Margherita, ci sono altri dodici playground, Da piazza dell’Unità alla Lunetta Gamberini, dal parco Europa al Fondo Comini, senza dimenticare il parco Mitilini-Moneta-Stefanini al Pilastro.

Dodici impianti con una spesa che va dai 15 ai 25mila euro per struttura.

"E in primavera partiranno i lavori per la pista d’atletica all’Arcoveggio", dice Lepore che ricorda come l’amministrazione sia pronta a sottoscrivere patti di collaborazione con gruppi di persone che vogliano gestire i campi a libera fruizione.

Sul campetto, poi, ci sono anche i sogni di chi ha portato ai Giardini Margherita giocatori Nba e della Nazionale, così come l’ex ct azzurro Ettore Messina.

Per il 2022 si spera di portare una squadra americana, magari dal leggendario Rucker Park di New York, il papà di tutti i playground. E per il 2021, Covid permettendo, il sogno è di unire, in estate, lo sport alla cultura, con una sorta di festival del libro sportivo. Playground che vale doppio, come ricorda Rosa Amorevole: "Un’area molto utilizzata che ci permette di fare un lavoro sociale, intercettando i ragazzi con problemi".

Il campo c’è. Prima bastava un pallone, adesso anche mascherine e osservanza dei protocolli. Ma la possibilità di giocare all’aria aperta, nel cuore di Bologna, c’è. E pure in sicurezza.