CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Bologna, maxi spaccio di droga alla Barca: 27 imputati condannati a un secolo di carcere

Droga, la banda a processo con rito abbreviato. Solo due le assoluzioni Condannati a dieci e otto anni i capi, Andrea Balboni e Mirko Mezzetti: il primo poteva muovere mezzo milione di euro nonostante fosse nullatenente

Il dirigente della Mobile, Roberto Pititto

Il dirigente della Mobile, Roberto Pititto

Bologna, 4 luglio 2023 - Centocinque anni di reclusione e 436mila euro di multa. È il conto presentato per 27 dei 29 imputati (due le assoluzioni) a processo con rito abbreviato per l’inchiesta sullo spaccio di cocaina con sede principale alla Barca. Le pene da un minimo di un anno e 8 mesi fino a un massimo di 10: per tutti gli imputati (motivo per cui le pene si sono ridotte rispetto alla richieste che erano state presentate dalla Procura con il pubblico ministero della Dda Roberto Ceroni alla giudice Maria Cristina Sarli, ndr ) è caduta l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico.

Dieci anni per Andrea Balboni, considerata la "figura centrale" dell’attività di spaccio (la richiesta era stata di 12 anni) e 8 anni al suo "braccio destro", Mirko Mezzetti (in questo caso il pm aveva chiesto una condanna a nove anni e 4 mesi). Per l’accusa, Balboni, 48 anni, sarebbe stato in grado di muovere oltre mezzo milione di euro nonostante risultasse nullatenente e vivesse pure in una casa popolare.

Il suo "braccio destro" era appunto Mirko Mezzetti, un insospettabile incensurato ma che "godeva della sua piena fiducia". Entrambi sono difesi dall’avvocato Alessandra Altavilla. "Sono molto soddisfatta – il commento della legale – per le assoluzioni relative al reato associativo. La pena è invece abbastanza elevata per quanto riguarda le condanne di concorso in detenzione e cessione di sostanze stupefacenti. Ora aspettiamo di leggere le motivazioni e poi valuteremo come procedere".

Soddisfazione anche da parte dell’avvocato Matteo Murgo, difensore di due imputati (tra cui Grifi Altin, considerato tra le figure maggiori dell’attività di spaccio): "Un eccellente risultato – le sue parole – è stato conseguito con il mancato recepimento da parte del gip delle gravissime contestazioni di associazione a delinquere e aggravante dell’ingente quantità. Appelleremo la sentenza perché le pene irrogate sono eccessive rispetto ai fatti contestati e alla personalità degli assistiti". Altre posizioni sono rappresentate dagli avvocati Saverio Chesi, Robert Venturi, Alessandro Cristofori e Tiziana Zambelli. L’inchiesta , coordinata dal pm Ceroni, era culminata, all’alba del 6 luglio dello scorso anno, nel maxi blitz della Squadra Mobile con tanto di elicotteri. In quell’occasione ci furono ben 34 arresti, di cui 31 finirono alla Dozza e tre ai domiciliari. Non solo, in totale vennero confiscati 7 chili di cocaina, 70 di marijuana, 10 di hashish, oltre a sette pistole, alcune delle quali provento di furti in abitazione e tre clandestine. Nelle intercettazioni gli indagati parlavano di "regali di Natale", "aperitivi" o "funghi".

Le “spese settimanali", ovvero i rifornimenti, secondo polizia e Dda andavano dai 25 ai 200 grammi fino al chilo. In molte chiacchierate intercettate si faceva riferimento al cash: un chilo di cocaina per 45mila euro, 18 panetti da 100 grammi di hashish per 700 euro ciascuno.