FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Spaccia ai domiciliari. Torna in carcere il filippino recidivo condannato un mese fa

Agapito Seno, 55 anni, aveva ricevuto in primo grado una pena di 4 anni. Vendeva droga dalla finestra del bagno, come fosse un fast food. Il suo avvocato ha presentato appello, ma lui è stato ’pizzicato’ ancora.

Spaccia ai domiciliari. Torna in carcere  il filippino recidivo condannato un mese fa

Il documento: parte del materiale sospetto sequestrato venerdì a casa del filippino

Bologna, 26 agosto 2024 – Una condanna a quattro anni e tre mesi in primo grado e gli arresti domiciliari non gli sono bastati. Agapito Seno, filippino di 55 anni, non appena ne ha avuta l’occasione ha ripreso a spacciare lo Shaboo, la droga sintetica affine alle metanfetamine e più potente della cocaina, diffusa specialmente tra la comunità filippina. Lo ha fatto dalla casa della sorella che si era offerta di ospitarlo ai domiciliari qui in città, approfittando del fatto che lei, ignara di tutto, si fosse allontanata pochi giorni per andare in vacanza.

L’uomo non ha resistito neppure due settimane: la condanna è del 31 luglio e i fatti contestati al periodo tra l’11 e il 16 agosto.

Il 2 luglio scorso, il filippino era stato arrestato per spaccio di Shaboo tramite una tecnica definita dal giudice "fast drug", anziché fast food: il filippino aveva infatti allestito un vero e proprio laboratorio di droga, con tanto di scorte (di Shaboo, Hashish e Mdma) e vari bilancini di precisione, nel bagnetto del seminterrato di casa sua, a Casalecchio. Da lì, tramite una finestra affacciata sulla strada all’altezza del marciapiede e chiusa da una grata e alcune assi di legno fatte su misura, spacciava la droga tramite un piccolo pertugio lasciato aperto ad arte tra le assi, avvolgendola in piccoli involucri di stagnola. Così i clienti non lo vedevano mai in faccia, mentre lui poteva osservarli comodamente dal buco.

Venerdì scorso, il 55enne è finito in carcere alla Dozza: un inasprimento della misura cautelare seguito al fatto che la polizia del commissariato Santa Viola, che aveva continuato a monitorarlo dopo la condanna, aveva notato come l’uomo, non appena la sorella lo aveva lasciato solo a casa, aveva iniziato a ricevere personaggi sospetti, che gli portavano sostanze misteriose risultate poi – è la tesi accusatoria – igredienti per sintetizzare lo Shaboo. All’arrivo degli agenti, il cinquantacinquenne avrebbe anche provato a fingere di non essere in casa, cosa che peraltro avrebbe aggravato la sua posizione, dato che avrebbe significato un’evasione, ma non li ha ingannati.

Per quanto riguarda la sentenza di primo grado, l’imputato ha ricevuto anche una multa di 20mila euro e l’ordine di espulsione dall’Italia, ma il suo difensore, l’avvocato Cosimo Rina, ha già impugnato la sentenza rilevando "vizi motivazionali".

Il filippino abita nel Bolognese da una decina d’anni. A inizio luglio, quando fu arrestato la prima volta, era stato il viavai di fronte a quella finestrina ’blindata’ a insospettire i vicini e le forze dell’ordine; l’aveva tradito inoltre l’inconfondibile odore di stupefacente, che si poteva percepire distintamente anche dalla strada. Nel blitz era stata coinvolta l’unità cinofila della polizia, con il cane antidroga Jago che aveva permesso di trovare la sostanza illecita nascosta, circa un etto, che venne sequestrata insieme con 650 euro in contanti.