Castenaso (Bologa), 23 settembre 2024 – Sono un caso che sembra più unico che raro, ma non vorrebbero di certo esserlo. Si tratta della famiglia Cavina, di Fiesso di Castenaso: sono gli unici del territorio alluvionati per tre volte di fila. A raccontare l’ennesima drammatica esperienza è Gilberto Cavina: "Vorrei poter sorridere, e ci sto provando, nel dire che questa volta ci siamo trovati con ’solo’ un metro di acqua in casa, e non due, come a maggio 2023. Ma siamo davvero preoccupati, stanchi e demoralizzati. Con le acque dell’Idice, arrivate giovedì nel pieno della loro potenza, abbiamo detto di nuovo addio a quanto avevamo appena finito di sistemare: cucina, salotto, impianto elettrico e giardino".
Tutto il piano terra dei Cavina, ora, ora è solo un indistinguibile ammasso di fango e detriti. "Dobbiamo rifare tutto e come sempre perlopiù a nostre spese, ma non lo troviamo giusto – prosegue Cavina –. Possiamo trovarci a ogni pioggia in questa situazione solo perchè viviamo nel punto più basso del territorio? Mi pare una cosa paradossale. La casa l’abbiamo comprata anni fa per mio figlio che ci è andato a vivere, felice di iniziare una vita autonoma e ora si ritrova di nuovo a vivere un inferno, a pochi mesi di distanza. Non lo possiamo accettare".
Ma quali le cause che hanno portato a tutto questo? "Noi lo vediamo il fiume nei periodi normali: è pieno zeppo di rami e tronchi che ostruiscono il normale decorso dell’acqua. Queste ramaglie sono di ostacolo già nelle giornate normali, figuriamoci in situazioni straordinarie. E dirò di più: per quanto mi dispiaccia la realtà è che l’altro giorno se il ponte pedonale di Fiesso non fosse crollato sotto la potenza dell’acqua, noi avremmo avuto allagamenti ben più gravi. Per fortuna l’acqua, non riuscendo a fluire, si è portata via il ponte ed ha ripreso a scorrere. A quest’ora sennò della casa non sarebbe rimasto nulla a parte il tetto, probabilmente".
Cavina poi, a mente fredda e senza mezzi termini aggiunge: "Già in occasione dell’alluvione di maggio 2023, con due metri di acqua in casa che ha stagnato per mesi, chiamai le istituzioni (sindaco e Regione, ndr) per chiedere spiegazioni e soprattutto per capire se ci fossero soluzioni per evitare un’eventuale ripetersi di tragedie come questa. Lo chiesi per la sicurezza della mia famiglia e di mio figlio in primis. Mi venne risposto chiaramente che quella zona doveva fare da cassa d’espansione, che sarebbe sempre stato così e che non si poteva fare altrimenti". I Cavina la casa l’hanno comprata quattro anni fa, prima era una rimessa agricola. "Questo mi fa arrabbiare e non poco. Quando ho comprato la casa mi è stato detto chiaramente che era una zona abitabile, mentre sapevano già che si trattava di una cassa di espansione. Perchè non dirlo subito? Perchè lucrare sulla pelle delle persone che spendono i soldi di una vita per comprare una casa senza che nessuno avverta del rischio che corrono? Lo trovo inaccettabile".